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Corriamo in fila indiana, uno dietro l'altro, verso la stanza di Jimin in attesa dell'arrivo del dottore. Abbiamo passato la notte peggiore della nostra vita ad aspettare che l'ospedale riaprisse per le visite, volevamo solo che i raggi del sole illuminassero la città nuovamente per annunciare l'inizio di una nuova giornata.

Non c'è stato detto ancora niente. Gli sguardi seri dei dottori sono l'ultima cosa che entra nella sua camera. I minuti che passano lì dentro sono infiniti e la notte trascorsa in bianco fa sembrare lo scorrere del tempo più lento di quello che è realmente.

L'infermiera sgattaiola fuori dalla porta silenziosamente per considerarci dopo minuti di silenzio incomprensibile.

"Allora, il paziente si sta riprendendo molto lentamente. Attualmente è in stato di coscienza."

Ringrazio il cielo per aver ascoltato le mie preghiere ed aver aiutato Jimin a risvegliarsi.

"Ci sembra ancora un po' presto per consentirvi di entrare.." aggiunge lei notando le nostre anime pesanti riprendere a respirare.

"Lui cosa vuole?!" interviene Jungkook con il volto colorato di rosso.

"È disponibile a farsi vedere.. ma preferiremmo che vengano massimo una oppure due persone per non destabilizzarlo troppo."

Non lotto per prendere il posto di Hoseok e Jungkook. Lascio che vadino loro a parlargli, a rassicurarlo, a dirgli che non è solo e che dall'altra parte della porta ci siamo noi con i fiati sospesi e divorati dalla preoccupazione.
Mi è stato sufficiente sapere che ora è sveglio.. avrò occasione più avanti di vederlo.

Un quarto d'ora dopo tornano con un'espressione così tanto sollevata che quasi mi sembra finta.

"Rose.. ci ha detto che vorrebbe tanto vedere anche te."

Non me lo faccio ripetere una seconda volta e corro verso la porta. Il dottore mi fa passare e finalmente mi trovo insieme a lui, soli nella stessa stanza.

Mi avvicino piano al letto e resto in piedi e in silenzio mentre lo osservo.

"Rose.." sussura.

Vorrei riuscire a trattenere le lacrime, ma davanti a questa scena è troppo difficile.

"Ciao." mi metto in ginocchio appoggiandomi al bordo del letto con i gomiti.

"Sei.. qui." i suoi occhi a malapena aperti mi guardano luminosi mentre il resto intorno a noi è sparito.

"Sì, non sai quanto mi hai fatto preoccupare." singhiozzo.

"Scusa." mi accorgo di averlo fatto suonare come un rimprovero.

"Ho avuto troppa paura Jimin."

"Sto bene."

"Non riesco ad accettare tutto questo."

"Io sto bene, sei qui adesso." respira profondamente per riprendere aria.

"Ti ho portato solo guai."

"No.. non tu." mi corregge con tutto il fiato che ritrova nei suoi polmoni.

Fa strisciare a fatica la mano tra le coperte per prendere la mia.

"Dimmi cosa è successo.."

"Jin.. gli ho detto.. tutto."

"È fuori controllo."

"Mi ha chiamato.. ci siamo incontrati e.. e.. lui.. io mi.. gli ho detto di noi."

"Non posso crederci." porto la sua mano sulle mie labbra per calmarlo.

Butterfly || K.S.Where stories live. Discover now