Capitolo I

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-Inizio-

Il suono che si propagava tra le macerie di quello che un tempo probabilmente era stata una città simile a quelle dell'antica Grecia era quello inconfondibile di suole che pestavano la strada in una rapida corsa.
La città fantasma appariva deserta.
Il ragazzino che la stava attraversando a gran velocità ne sembrava sorpreso.
Era sicuro che il posto fosse quello.
Strinse gli occhi come a voler mettere meglio a fuoco la vista, con la quale si concentrava a scrutare ogni angolo, alla ricerca anche del più piccolo segno di movimento.
Niente.
Decise di arrischiarsi.
Non c'era motivo per continuare ad avanzare prudentemente lungo il labirinto di viuzze secondarie, poteva tranquillamente dirigersi verso la via maestra, che attraversava la cittadella per tutta la sua lunghezza.
Forse così avrebbe attirato l'attenzione, ma in fondo non era tipo da saper aspettare, preferiva sbrigare quella faccenda al più presto, così, aumentato lo slancio di gambe e braccia, accelerò ulteriormente, veloce come il vento, e grazie alle sue doti acrobatiche, superò un muretto ancora integro che gli stava intralciando il passaggio, con un elegante salto si ritrovò ad atterrare nella strada principale.
Si diede il tempo di riprendere fiato, no, in realtà quello non gli mancava affatto, si diede piuttosto il tempo di osservare la sua meta, che ora distava meno di cinquecento metri.
«L'acropoli.»
Una volta riconosciuta la piazza principale, riprese la sua corsa.
Era arrivato su quel satellite con il compito di intercettare ed eliminare il presunto gruppo di stregoni che si era avvicinato a Saturno con l'intento di riportare in vita la Guerriera del Silenzio, ma cominciava a credere che le indicazioni dategli fossero errate.
Aveva perlustrato il novanta per cento della città, ma senza trovare traccia di vita.
"Se sono da qualche parte, la zona dei templi è il luogo perfetto per degli stregoni!"
Era ormai giunto al varco nelle mura che proteggeva l'entrata alta di quel posto, quando una barriera invisibile ne arrestò la corsa, elettrificando con una potente scarica il suo corpo, lo respinse violentemente indietro, facendolo volare a qualche metro di distanza.
L'impatto con il suolo piastrellato da ciottoli perfettamente squadrati fu sonoramente brutale.
Il biondino si ritrovò costretto a rimanere steso a terra per quasi mezzo minuto prima di tentare di sentire se tutti i suoi arti erano ancora al loro posto.
«Che diamine è stato!...»
Appurato che era ancora intero (anche se conscio che sicuramente il colpo si sarebbe fatto sentire con più intensità il giorno seguente...) sollevò il capo in direzione del punto contro il quale aveva appena sbattuto.
Ora si poteva vedere anche ad occhio nudo una sorta di campo energetico viola, percorso da rapide scosse di un azzurro quasi bianco da quanto risultava brillante, posto a protezione delle mura formava una cupola priva di qualsivoglia apertura.
«Capisco, quindi è di questo che si tratta...»
Il ragazzino si rimise in piedi con un colpo di reni, la testa gli doleva ancora per la batosta che si era preso, ma tutto sommato sarebbe sopravvissuto.
Il suo sguardo cambiò istantaneamente, da analitico divenne superbo, un sorriso beffardo a curvargli le labbra.
«Ehy! Mi sentite là dentro? So che vi nascondete lì, schifosi vigliacchi! Fatemi entrare se ne avete il coraggio!»
La provocazione fu lanciata a voce chiara e forte, ma non ottenne alcuna risposta.
La pazienza non era certo tra le virtù del biondino che, in preda ad un tic nervoso che lo costringeva a chiudere spasmodicamente l'occhio sinistro, riprese ad urlare.
«Fingete anche di non sentirmi o siete solo talmente rincoglioniti dall'età che le vostre orecchie non vi ricordate neanche più come si lavano?! So che siete lì dentro! Avanti, venite allo scoperto!»
Anche questa volta non vi fu risposta.
«Ah, è così eh?...»
Al ragazzino le arti occulte non erano mai andate a genio... considerava i maghi persone abbiette e vigliacche, capaci a nascondersi solo dietro stupidi trucchetti piuttosto che fronteggiare faccia a faccia l'avversario.
Sollevò la mano destra al cielo.
«World...»
Dal terreno una potente scarica d'energia risalì il suo corpo sino a concentrarsi nel pugno che aveva elevato.
«Shacking!»
La sfera gialla che si era caricata nella sua mano si scagliò con un impeto distruttivo senza eguali, tutto al suo passaggio si riduceva in polvere.
Entrata in collisione con lo scudo, la sfera roteò in rapidità, nel disperato tentativo di trovare un modo per infrangerlo, ma niente.
Svanì nel nulla, e con essa anche la smorfia con la quale il ragazzino si era atteggiato poco prima.
«Maledizione...»
Il silenzio che fino ad allora aveva regnato incontrastato (se escludiamo le urla e le imprecazioni del biondino...) lasciò il posto a quello che pareva il suono di un fiume in piena...
Un fiume che a quanto poteva vedere puntava dritto su di lui.
Fece appena in tempo a scansare quel liquido viola che si era riversato tutt'intorno alla barriera con un paio di rapidi salti all'indietro.
Quella cosa gelatinosa non passava certamente per acqua, e il suo tremolio innaturale non prometteva nulla di buono.
«Anche questa poi...»
L'ammasso informe di gelatina si sollevò, dividendosi in quelle che pian piano stavano assumendo la forma di figure umanoidi.
«Bambole germatoidi...»
Ora a frapposizione tra lui e la tanto odiata barriera c'era un vero e proprio esercito di esseri dalle fattezze umane, bianchi come gomme da cancellare, con una stella nera sul petto a sancirne la provenienza ed un sorriso snervante che arrivava da uno zigomo all'altro, proprio sotto l'unico grande occhio in loro possesso.
«Avevo giusto voglia di sgranchirmi le mani... vediamo di giocare un po' con voi!»
Il ragazzino sembrava seriamente divertito dalla situazione, nonostante fosse evidente la sua posizione svantaggiata.
Si lanciò nella mischia senza esitazione, ed assestò un'incredibile quantità di colpi mortali a quei cosi che uno dopo l'altro si apprestavano ad attaccarlo.
La battaglia continuò per molto tempo, erano ormai ore quelle che il biondino aveva passato a colpire quelle irritanti facce bianche pugno dopo pugno, calcio dopo calcio, attacco dopo attacco... Ma per quanto li colpisse, loro si rialzavano, ricaricati di energie, mentre proprio le forze erano ciò che cominciava a mancare al ragazzino, che per la prima volta venne colpito dal braccio-frusta che lo scaraventò a terra.
«Merda...»
Ora il fiatone si faceva sentire, ed il sudore colava senza sosta sul suo bel viso, e non risparmiò di bruciare, al suo passaggio, sulla ferita aperta che il suo labbro inferiore ora presentava.
"Qui finisce male..."
Sapeva che la situazione non era delle più rosee, anzi, era decisamente nera.
Niente di quanto tentato fin'ora aveva dato risultati concreti, era al limite delle sue forze, mentre quell'ammasso di fantocci era ancora lì, perfettamente illeso.
Rimase seduto senza fretta di rialzarsi, si era accorto che quei cosi non si stavano muovendo verso di lui per continuare l'attacco, e gliene fu quasi grato, una tregua era la ben venuta.
Le bambole, che fino a quel momento erano concentrate su di lui, si voltarono come richiamate da qualcosa.
Un varco si aprì sulla barriera, e da quel passaggio uscì quello che forse poteva essere più simile agli umani, per caratteristiche fisiche, rispetto ai bambolotti che lo fissavano, ma che emanava la chiara essenza di qualcosa di ben più demoniaco.
Avvolto nella sua veste viola, lo stregone avanzò, passando tra i germatoidi che si erano fatti da parte ubbidienti, fino ad arrivare ad un paio di passi dal ragazzino.
Un accolito del Saggio.
«Death Phantom...»
Ad udire il sibilo carico d'odio che il biondino aveva pronunciato, lo stregone scoppiò a ridere.
«Esatto piccolo stolto. Sono uno dei seguaci del grande Saggio a servizio del Death Phantom, è ammirevole che un bimbo della tua età abbia resistito con tanta caparbietà al mio esercito, ti faccio i miei complimenti...»
La voce dell'uomo suonava sarcastica.
«Non sono poi tanto piccolo. E comunque sono più che sufficiente per eliminare te e quell'insieme di fantocci!» il ragazzino non sopportava ci si prendesse gioco lui, l'abilità di un guerriero non si misura solamente in base alla sua età, ma piuttosto dai risultati in battaglia.
«Fa silenzio! Tu non sei altro che un insignificante granello di polvere sul cammino del mio signore! Ed ora provvederò a cancellare la tua esistenza con la stessa facilità di una spazzata!»
L'uomo, furioso per l'interruzione, sollevò la mano destra, allargando ben bene le cinque dita, puntò il palmo al cielo.
«Carino il tuo anellino...»
Sul medio della mano alzata in aria c'era effettivamente un anello sigillo dal disegno curioso.
Il mago si fermò a quelle parole, e digrignando i denti gialli, che si potevano a mala pena intravedere all'ombra del cappuccio che indossava, in quello che forse doveva apparire un sorriso, decise di concedersi il tempo di autoelogiarsi.
«Ahahah... interessante che tu l'abbia notato... ma del resto era scontato! Un tale tesoro non poteva sfuggire neppure ad occhi blasfemi come i tuoi!»
L'uomo si portò la mano davanti al viso, in modo da mostrare chiaramente il gioiello.
«Questo sigillo è il risultato del mio incantesimo più potente! Mi ci sono voluti miliardi di anni per crearlo, ma devo ammettere che il risultato è stato più che sorprendente.»
Il biondino nascose il sorriso di vittoria che si stava formando.
«Quindi è quel coso che ha eretto quella barriera?»
L'uomo lo guardò (o almeno questo è quanto il ragazzino dedusse dalla posizione nella quale il mago rimase fermo) per qualche secondo basito, per poi scoppiare nuovamente a ridere.
«Bwahahahahah! Questa mera barriera? Ahahahha oh tu sì che sei divertente bimbo! Ahahahah!»
Il sorriso che il ragazzino stava trattenendo sparì.
«Oh no piccolo... ti sbagli! Quella è una semplice barriera magica prodotta tramite l'afflusso di energia diretta dal nucleo di questo piccolo satellite! Questo anello è ben più potente cosa!»
Lo stregone risultò più vanitoso del previsto, e anziché terminare lì la sua spiegazione, decise di concedere al biondino di ascoltare la grandezza della sua invenzione.
«Questo è la chiave! È la chiave universale! È l'unico oggetto nell'universo in grado di aprire qualunque cosa, dal banale lucchetto di una serratura al varco multidimensionale più potente!»
L'oggetto al dito della mano rinsecchita del mago brillò, mettendo in risalto lo splendido riflesso argenteo che il suo colore gli conferiva.
«Interessante...»
Il mago si concesse di prendere quella constatazione come un complimento.
«Ahahahah! Vedo che persino una briciola come te si rende conto della sua grandezza! Ahahahah peccato tu debba morire oggi, le menti curiose come la tua sono sempre rare a questo mondo... pazienza!» lo stregone sollevò nuovamente la mano richiamando un'enorme sfera nera, dalla quale si poteva percepire l'odore della morte.
«Addio stolto!»
L'uomo mosse la mano per lanciare la sfera, ma proprio in quel momento la sentì dilaniare dal morso saldo con il quale un enorme lupo bianco gli tranciò di netto il braccio.
«AAAAAAAAAAAARGH!»
L'urlo di dolore che emise avrebbe fatto raggelare il sangue a chiunque.
«Ben fatto Astrea.»
Il lupo ora stava a fianco del suo padrone, e gli porgeva l'arto rinsecchito che aveva appena fatto suo.
«MALEDETTA BESTIACCIA! COME HAI OSATO?!!» lo stregone si strinse il moncherino che ora si ritrovava al posto del braccio destro «e tu... piccolo bastardo! È stata una tua idea vero?!»
Il biondino si alzò di nuovo in piedi, il sorriso che prima tanto aveva trattenuto ora era libero di sottolineare la sua vittoria.
«Spiacente nonno, ma non si dovrebbe mai abbassare la guardia.»
Il ragazzino ora aveva sfilato l'anello dalla mano che Astrea stava ancora tenendo tra le fauci, e lo osservò muovendolo delicatamente in modo che la luce lo illuminasse bene «Niente male...»
L'ira dell'uomo si scatenò tutt'insieme, e più rapido che poté scaraventò la sfera che ancora sovrastava la sua testa in direzione dei due che lo avevano appena giocato.
Astrea balzò più rapida di un fulmine in frapposizione tra quell'attacco magico e il suo padrone, ma fortuitamente quest'ultimo riuscì a creare dal nulla un passaggio dimensionale nel quale si teletrasportò assieme al suo fedele lupo, sfuggendo al pericolo.

I colori dell'anima [Spin-Off]Where stories live. Discover now