Capitolo IV

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La cittadella era rimasta immutata dall'ultima perlustrazione di Haruka.
Michiru rimase colpita dalla memoria planimetrale della compagna: di tutti i piccoli viottoli che avevano percorso fino a quel momento, Haruka si ricordava ogni cosa, da dove conducessero a cosa di utile ci si potesse trovare in caso di necessità.
Arrivate vicino alla zona dell'acropoli, Haruka indicò con un gesto del capo il muro prima del quale si ergeva la barriera ora tornata invisibile.
Michiru non perse tempo, prese in mano il suo Specchio e lo passò lungo tutta la lunghezza della muraglia, rendendo così il campo di forza visibile nuovamente ad occhio nudo.
«Strabigliante...» Haruka ne rimase un po' colpita, forse quella ragazza non si sarebbe rivelata poi troppo una scocciatura.
Giusto il tempo di uno sguardo diede il segnale ad entrambe che era il momento di entrare in azione.
Senza perdere altri secondi, Haruka scattò rapida in direzione della barriera, Michiru al seguito.
Percorsi i circa duecento metri che le separavano dallo scudo energetico, Haruka vi sferrò il più deciso dei pugni, riducendo quella protezione in frantumi.
L'anello funzionava alla perfezione.
Ormai la prima parte era fatta: erano dentro.
Haruka accelerò il passo per attraversare la corte che ancora la separava dal templio.
Ma qualcosa la fece distrarre.
Questo era davvero strano.
Di tutte le persone che aveva incontrato, o di tutti i nemici che avesse affrontato, nessuno era mai riuscito a tenere il suo passo e starle dietro nella corsa.
Eppure... Michiru era lì, correva al suo fianco come fosse la cosa più naturale del mondo.
Improvvisamente davanti al tempio spuntarono uno ad uno i bambolotti contro i quali la volta scorsa Haruka aveva combattuto.
«Questi qui non mollano mai, eh?» il tono sarcastico di Haruka fece ridere solo la sua compagna.
«Se fosse troppo facile, ti divertiresti allo stesso modo?» Michiru sorrise con complicità alla guerriera di Urano.
«Effettivamente...» Haruka lasciò cadere il discorso lasciando che, ancora una volta, fosse Michiru ad averla vinta.
Le due ragazze si erano fermate a qualche metro dall'esercito di ominidi bianchi, in attesa della loro prima mossa che tardava ad arrivare.
«Submarine Reflection!» alla voce di Michiru seguì un bagliore anormale prodotto dal suo Specchio.
La ragazza con sangue freddo puntò il riflesso del suo Talismano contro ognuna delle creature che, man mano venivano colpite dalla luce, svanivano come svuotate, fino a che non ne rimase solo una.
Michiru lanciò ad Haruka un sorriso di conferma.
«World Shacking!» l'attacco della biondina fu sferrato senza pietà contro l'ultimo superstite, riducendolo a brandelli.
Le due ragazze si scambiarono rapide uno sguardo di approvazione, il loro gioco di squadra non era poi così male.
«Niente male il vostro gingillo.» ammise Haruka.
«Il colpo che avete sferrato voi non è certo da meno.» Michiru glielo concesse con un sorriso.
Quello scambio di battute però durò solo il tempo necessario ad essere interrotto dall'entrata in scena dello stregone.
«Sapevo che saresti stato così stolto da tornare, piccolo insolente...» la voce dell'uomo suonava provata, ma al contempo carica d'odio verso il ragazzino che gli aveva strappato l'arto.
«Oh, chi si rivede, certo che ce ne metti di tempo a morire nonno...»
Haruka aveva assunto la sua ormai consueta maschera ironica.
«Oh non temere, questa volta non riuscirai ad andartene da qui. Mi prenderò la tua vita e riavrò il mio anello.» ora lo stregone sembrava tornato sicuro di sé.
Michiru notò quest'improvviso cambiamento nel mago, e grazie al suo Specchio poté anticipare le sue intenzioni, giusto quel tanto che bastò per scagliarsi su Haruka con tutta la forza concessale, nel tentativo di spingerla più lontana possibile dalla traiettoria della sfera che colpì in pieno la ragazza di Nettuno.
A nulla valse lo sforzo di trattenere l'urlo che si ritrovò ad emettere prima di stramazzare a terra.
Ad Haruka ci volle qualche secondo per capire cosa fosse accaduto, e appena si voltò poté notare l'enorme squarcio che la schiena di Michiru presentava nel punto che aveva frapposto tra lei e l'attacco dello stregone.
L'uomo proruppe nella sua disgustosa risata di trionfo.
«A quanto pare sarà più facile del previsto.»
Haruka portò la sua mano in posizione per sferrare il suo attacco Sailor, ma la prontezza di risposta del vecchio stregone non le diede il tempo di completare la tecnica.
Un'altra sfera nera era partita ad incredibile velocità contro la guerriera di Urano, che venne scaraventata ancora una volta a terra.
Il mago sembrava non stare più nella pelle per la gioia, sentiva di avere la vittoria in pugno.
Haruka si sollevò a fissarlo carica d'ira, mentre cercava di elaborare la strategia da adottare.
I suoi pensieri però svanirono nel nulla alla vista di quanto il mago aveva preparato.
Tutt'intorno all'uomo stanziavano a mezz'aria una decina di sfere nere, pronte a essere sferrate. Ma ciò che fece realmente rabbrividire Haruka, fu la scossa che sollevò in pochi istanti il pavimento sul quale si trovavano, che ora fluttuava nel vuoto.
Sotto di loro un enorme vortice oscuro risucchiava con avidità tutto ciò che gli si avvicinava, allo stesso modo nel quale aveva appena risucchiato il satellite...
"Un buco nero!"
La situazione era peggiore di ogni previsione.
Haruka volse il suo sguardo a Michiru che, stesa a terra, era ancora priva di sensi.
«Maledizione...»
Il mago lanciò la prima sfera in direzione di Haruka che riuscì ad evitarla con un salto in aria ammirevole, portando la sfera a finire sulla traiettoria di risucchio del buco nero sottostante.
Irritato da tale risultato, lo stregone si apprestò a lanciarne altre tre, tutte in rapida successione.
Ancora una volta però fu proprio l'incredibile agilità di Haruka a salvarla, uno dopo l'altro evitò quegli attacchi che seguirono lo stesso destino del precedente.
La biondina ebbe giusto il tempo di toccare nuovamente terra, che il mago scatenò tutta la sua furia in direzione dell'ancora priva di coscienza Michiru.
Senza neanche pensarci, Haruka si lanciò in direzione della compagna.
Piantò saldamente i piedi sul terreno ed incassò la sfera lanciata contro la ragazza di Nettuno.
L'impatto non fu certo dei più dolci, ed il corpo della guerriera ne risentì immediatamente, facendola crollare in ginocchio.
«Ormai è la fine!»
Il mago, soddisfatto del colpo andato a segno, scaraventò tre dei restanti quattro attacchi direttamente su Haruka, che con la testa leggermente inclinata all'indietro, ed i sensi ormai devastati dal dolore, non osava staccare gli occhi dal corpo indifeso della ragazzina alle sue spalle che aveva dichiarato di non voler proteggere.
Morire in quel modo non era certo il futuro che si era prospettata, ma chi gliel'aveva fatto fare poi?...
Questo pensiero la fece sorridere nell'istante precedente al primo degli impatti che senza pietà le piombarono addosso.
Nonostante l'impeto di quei colpi, Haruka non arretrò, il suo corpo rimase immobile a difesa di Michiru fino all'ultimo.
Gli occhi della guerriera di Urano si stavano spegnendo, ed il suo respiro si stava affievolendo sempre più.
"Questa è la fine."
Il corpo della ragazza cadde a peso morto in avanti, facendole spiaccicare la guancia sul freddo marmo che componeva il poco pavimento ancora integro.
I suoi occhi stavano per chiudersi quando un bagliore improvviso sopra la sua testa la destò.
Haruka tentò di mettere quell'immagine a fuoco...
Sopra la sua testa fluttuava una radiosa spada, la cui elsa era tempestata di pietre preziose.
Come richiamata dall'oggetto, Haruka sollevò la mano in direzione della splendida arma e, dopo un piccolo spasmo della mano, dovuto al dolore delle ferite inferte, la impugnò.
In quello che sembrava un così semplice gesto, si nascondeva qualcosa di portentoso.
Appena entrata in contatto con il suo Talismano, recuperò tutte le energie spese fino a quel momento, e tutto le fu chiaro come l'avesse sempre saputo.
Sentì di conoscere quell'arma da sempre, sentì fosse sua.
La sfoderò.
Una lama di pura luce ed energia ora le vibrava in mano.
Alzatasi in piedi si posizionò pronta a fronteggiare nuovamente lo stregone che, rimasto a corto di armi, si apprestava a sprecare l'ultimo colpo che gli rimaneva.
«Space Sword Blaster!» la voce di Haruka suonò sicura, accompagnata dagli ampi fendenti che produsse con il movimento delle braccia, e che permisero alla spada di produrre il più letale dei suoi attacchi.
Il mago fu trafitto all'altezza della vita da uno di quei tagli, che lo divise in due parti nette.
Haruka per un momento si perse ad osservare l'oggetto che teneva in mano.
«Incredibile...»
Il suo momento di contemplazione però venne interrotto dal tentativo della parte superiore del mago, sopravvissuto all'attacco, di fuggire attraverso il portale che si era lasciato aperto dietro una delle colonne.
Haruka scattò senza esitazione in direzione dell'uomo che strisciava come un verme, nel disperato tentativo di aggrapparsi alla vita, e gli fu sopra in meno di due secondi.
«Dì le tue ultime preghiere nonno...»
Haruka sollevò la spada, con entrambe le mani, sopra la testa, pronta a terminare l'eliminazione di quel rifiuto.
«Se fossi in te, mi preoccuperei più della tua amica...»
Haruka si ricordò solo ora dell'ultima sfera che rimaneva al mago.
Si voltò di scatto in direzione di Michiru e vide che l'incantesimo si stava scagliando proprio in quel momento.
"Non farò in tempo..."
Haruka sapeva che non sarebbe mai riuscita a proteggerla anche da quel colpo, era umanamente impossibile.
Fortunatamente però la mira dello stregone risentì della ferita inflittagli: la sfera colpì il pavimento vicino a Michiru, evitando di toccare la ragazza.
Il mago scoppiò a ridere, questa volta tra le convulsioni che il sangue nei polmoni gli procurava.
«Ora che farai?»
Il terreno su cui era stesa la ragazza si frantumò in polvere, e lei cominciò la sua caduta verso il buco nero.
Lo scenario era chiaro: se avesse ucciso il mago, non avrebbe mai fatto in tempo a salvare Michiru.
Se invece avesse tentato di trarla in salvo, lo stregone sarebbe fuggito.
Haruka non attese nemmeno il tempo di fare il punto della situazione. Si era già lanciata all'inseguimento di Michiru, che fortunatamente riuscì a raggiungere, afferrandola per un braccio.
La presa di Haruka era salda durante la caduta, strinse le sue dita più forte che poté per non rischiare di perdere la ragazza, e la strattonò a sé, contrastando la gravità prodotta dal buco nero fino a stringerla tra le braccia.
Giusto il tempo di volgere lo sguardo all'ammasso di materia oscura sotto di loro che già ne furono inghiottite.
Il mago sorrise mostrando ancora una volta i suoi denti gialli.
«Che stupido, sacrificare così la propria esistenza...» un colpo di tosse lo interruppe, e del sangue nero si riversò sul pavimento.
Lo stregone prese fiato, era ridotto proprio male, era il caso di andarsene e tornare dal suo signore per farsi curare.
Fece per voltarsi verso il portale, quando una luce squartò uno spazio nell'aria a pochi passi da lui.
«N-non può essere...»
Queste furono le sue ultime parole.
La spada di Haruka ora gli trapassava il cranio.
La guerriera attraversò lo squarcio di luce l'istante dopo, tra le sue braccia sorreggeva una Michiru ancora stordita, ma che si stava riprendendo.
«Te lo dicevo io, mai abbassare la guardia... nonno.» La voce di Haruka fu la fusione tra un rantolo di rabbia, e la conclusione trionfale che attendeva.
Michiru, che ormai aveva ripreso coscienza, osservò la sua compagna confusa.
Le ci volle un po' a ricordare cosa fosse accaduto e ad immaginare come Haruka avesse potuto procurarsi le lesioni di cui era cosparsa.
«Cos'è successo?»
«Ho portato a termine la missione.» Haruka sorrise con la sua solita espressione sarcastica «vi dicevo che non avevo bisogno del vostro aiuto...»
Michiru inarcò il suo sopracciglio osservando le ferite dell'altra e i brandelli di vestiti che le erano rimasti.
«Ah no? A vederti direi che te la sei cavata per un pelo.» Michiru le sorrise innocente.
Haruka la guardò stupita.
«Ma come... prima mi fai tante storie sul non darti del 'tu' e, appena ti salvo la vita, cambi idea? Ti facevo più coerente, cara la mia principessa di Nettuno.» Haruka la stava canzonando.
Michiru non le rispose con una delle sue solite provocazioni, ma bensì con un sincero sorriso di ringraziamento.
«Avevo detto che non ti consideravo mia amica.» Haruka permise a Michiru di scendere e posare nuovamente i piedi a terra «Ora ho cambiato idea.»
Haruka si lasciò andare in una breve risata, al termine della quale avvicinò il viso all'orecchio dell'altra.
«Che ne dici...» la voce della bionda era profonda quanto penetrante «me lo merito ora quel bacio?»
Michiru di tutta risposta chiuse gli occhi e si strinse le mani sulle braccia, lasciando che un sorriso anticipasse la sua reazione.

I colori dell'anima [Spin-Off]Where stories live. Discover now