ABIGAIL

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ABIGAIL

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ABIGAIL

La giornata comincia male: mi sveglio con un mal di testa terribile e gli arti doloranti quindi, piuttosto che fare colazione con brioche e caffè, opto per due pasticche di ibuprofene. Non il massimo per cominciare la giornata con l'energia giusta ma pazienza, ho l'umore sottozero e nessuna voglia di ascoltare le persone parlare. Lancio uno sguardo al mio zaino e accenno un veloce sorriso. Sabato.Quando raggiungo l'università e saluto Carol, la mora mi domanda subito cosa non va così le spiego brevemente la situazione. Compriamo due muffin e due cappuccini da consumare durante le prossime due ore. Guarderemo non so quale film e io ringrazio il cielo per non dover sentire parlare ininterrottamente il professore su teorie e cospirazioni contro l'Inghilterra. Certo, la maggior parte delle volte le lezioni di Mr. Benson sono abbastanza interessanti ma quando becca quel particolare argomento con cui si trova in disaccordo passano giorni prima di mollarlo e poter andare avanti col programma.
"Ci mettiamo nelle ultime file così l'audio non ti disturberà troppo." Mi informa Carol facendomi strada dentro la grande aula. Le sorrido riconoscente e prendo posto. Ben presto le luci si spengono e il film comincia. Passa un'ora prima che il mio stomaco reclami qualcosa, afferro il muffin e lo avvolgo in un tovagliolo per non sporcare, poi do il primo morso e non mi sono mai sentita più soddisfatta di così. Il gusto del cioccolato è magnifico e non discuterò mai sul fatto che è il rimedio più veloce ed efficace per riprendere una persona e restituirle il buon umore.

"Sono così felice che tu venga da me oggi!" trilla Carol. "Potremo vedere un film e ordinare una pizza oppure farci la manicure o la pedicure o entrambe, voglio dire-" "Carol!" la interrompo con una risata. La mora smette di gesticolare e prende un bel respiro. "Scusa... è solo che sono davvero felice di passare del tempo con te fuori da questo posto." Arrossisce. "Anche io, lo sai. Non tutti i fine settimana ma almeno due su quattro, è un gran traguardo." Scrollo le spalle. "Hai ragione. Cosa gli hai detto per convincerlo?" domanda mentre raggiungiamo la sua macchina. "Gli ho solo fatto notare che sarebbe strano e sospettoso se la nipote di un imprenditore famoso come lui non uscisse mai di casa o avesse degli hobby. Abbiamo concordato sulla palestra e l'uscire con te. Ma niente feste, droghe e ragazzi." Sospiro. "Ci faremo andare bene le non feste e ovviamente le droghe ma per i ragazzi è un no categorico. Non può impedirti di stare sola a vita!" esclama. Riesco a riconoscere casa sua dopo dieci minuti di viaggio in macchina. "Sai come stanno le cose e cosa succederebbe." Mormoro. "Lo so ma cacchio! Credo che se ci fosse la possibilità di verificare la tua verginità lo farebbe. È assurdo." Sbatte le mani sul volante. "Probabilmente pensa che sia così." Commento. "Beh, sono contenta che non sia così. Mi sembra quasi un simbolo di ribellione. Stona con la tua persona." Mi sorride soddisfatta. "Ma se è successo prima che andassi a vivere con lui, come fa ad essere una cosa ribelle?" sbuffo una risata. "Lo è e basta. È come se... se non fossi sotto il suo totale controllo." "Okay, ho capito cosa intendi dire e approvo. Adesso pranzo? Sto morendo di fame." La guardo e poi scendo dalla macchina. "Zucchine e gamberetti. Sono o non sono la migliore amica del mondo?" ammicca nella mia direzione mentre si fa strada verso la porta di casa. "Assolutamente." Concordo. Il mio cellulare squilla e mi affretto a recuperarlo dalla borsa. Carol mi lancia un'occhiata preoccupata ma io la esorto ad entrare.
"Pronto?" "Abigail. Dove sei?" "Appena arrivata da Carol. Stavamo per pranzare." Faccio presente. "Bene. Ti richiamo." E attacca. Meglio per me.

Sono le quattro, Carol poggia una fetta di cetriolo sul mio occhio e poi prende posto accanto a me. "La palestra? Ho dimenticato di chiederti. I miei pensieri volano al misterioso ragazzo alto di nome Heath che ho persino sognato. Riesco ancora a vedere i suoi occhi verdi... "Abby?" "Scusa. Sì, va tutto bene. Gli esercizi sono tosti ma mi piace." Ammetto. "Mi dispiace lasciarti sola ma lo sai che io e quello stupido passatempo non andiamo d'accordo." Borbotta. "È okay, a me piace." La rassicuro. "Ci sono bei ragazzi?" chiede. "Non lo so, non mi sono guardata in giro e poi vado solo da ieri. "Se vuoi andare anche stasera va bene per me." Mi ricorda. "No. Voglio sfruttare tutto il tempo a disposizione, la palestra non scappa di certo." "Vero. Appena senti il timer gira i cetrioli." E con questo mi lascio andare ad un po' di relax. A dire il vero è parecchio strano sentirmi così rilassata e... in pace. È strano non sentire la paura raggomitolarsi dietro la nuca o la pelle d'oca e l'ansia di sapere che da un momento all'altro potrei finire sul pavimento. Questa casa potrebbe effettivamente diventare il mio secondo rifugio perché in fondo qui non c'è lui che mi marchia, non c'è lui che mi tocca, non c'è lui che mi strattona per i capelli e soprattutto non ci sono io in lacrime, riversa in una pozza del mio stesso sangue. Rabbrividisco e mi impongo di mettere i pensieri da parte. Lui non c'è e non mi farà del male. Ci sono solo io, Carol al mio fianco e una manciata di cetrioli dentro una tazza e le nostre facce. 

𝑊𝘩𝑎𝑡 𝐼𝑓 [𝐵𝑟𝑜𝑘𝑒𝑛 𝐺𝑖𝑟𝑙𝑠 𝐷𝑢𝑜𝑙𝑜𝑔𝑦 𝑉𝑜𝑙.𝟣]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora