Capitolo 3

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Helda aveva svolto egregiamente il suo lavoro, andando ad informare Annarose che gli altri sette uomini si erano andati a riparare nella taverna Linx, dove la proprietaria, la signora Hollen, li aveva accolti con un caloroso sorriso.

«Per adesso limitiamoci a tenere un profilo basso.» Aveva raccomandato a Lucas e Chris, che tendevano spesso a vantarsi delle abilità del loro capo.

Annarose aprì la porta della taverna facendola cigolare in modo spettrale. Tutti i presenti si voltarono verso i tre sconosciuti, calando un sinistro silenzio.

«Quante camere avete ancora a vostra disposizione?» Fu la domanda che fece all'oste.

«Ce ne restano ancora due doppie. Le faremo un prezzo speciale.»

«Le prendo, tutt'e due. I miei uomini ed io rimarremo per un mese» Lanciò due monete d'oro all'uomo dietro il bancone che le raccolse con mani avide e con un luccichìo egoista negli occhi.

«Come desiderate. A quale nome devo riservarle?» la voce impastata da un falso cordialismo fin troppo sfacciato.

«Cappuccetto Rosso.» rispose per lei Lucas «Siamo in undici in totale.»

Un mormorio si levò tra i paesani, intenti ad ascoltare la conversazione tra i forestieri e l'oste. Probabilmente loro non erano a conoscenza del loro arrivo e questo fece guadagnare a Lucas un'occhiataccia da parte della mora.

«Quali sono le stanze?»

«Piano di sopra, le ultime due in fondo al corridoio a destra.» il poveretto balbettò quando rispose «Le vostre chiavi.» allungò loro due chiavi dall'aria trasandata almeno quanto il resto del locale.

«Grazie. Vi faremo sapere quando vorremmo mangiare.»

Ann si ritirò senza aggiungere altro, seguita dallo sguardo e i mormorii indiscreti dei villici.

«Cosa di "per adesso limitiamoci a tenere un profilo basso" non ti è chiara?» Stava sgridando al moro da parecchi minuti ormai «Possiamo mandare a quel paese qualsiasi azione sotto copertura adesso.»

«Ma Ann, probabilmente non avrebbero impiegato molto a scoprire che la grande cacciatrice era in paese. Non sarebbe servito a nulla nasconderglielo.»

«Manca solo un'altra notte alla luna piena e tu vai in giro a sbandierare che ci sono in giro dei cacciatori. Il lupo adesso sarà molto più prudente e non lascerà tracce.»

«Sai che non è detto che lo faccia.»

«Sai che ho ragione.» La ragazza incrociò le braccia sotto al seno prosperoso «Comunque sia non possiamo più tornare indietro. Dovremmo accontentarci degli indizi che ci lascerà per distrazione.» Uno sbuffò le uscì dalle labbra rosse «Io vado a riposare, dovreste farlo anche voi. Ricordatevi che domani dobbiamo lavorare.»

Imboccò l'uscita senza neppure salutarli. Era furiosa e aveva ragione d'esserlo. Come gli era saltato in mente di spifferare a tutti la sua identità? Lui era quello che lei avrebbe tranquillamente potuto catalogare come un perfetto idiota. E dire che aveva due anni più di lei e che avrebbe dovuto essere responsabile e maturo!

Con un movimento rapido fece girare la chiave nella toppa, producendo un rumore metallico. Gli altri uomini si erano distribuiti bene, a coppie, eccetto Helda che aveva preso, giustamente, una stanza singola.

Impiegò qualche istante ad analizzare la stanza: due vie di fuga.

La finestra sarebbe stata scomoda, dato che si affacciava direttamente ad una piazzola e saltare giù non sembrava essere totalmente sicuro per il suo osso del collo. L'altra uscita era la porta da cui era entrata, larga abbastanza per farci passare un uomo e troppo piccola per un lupo di taglia media. Nonostante tutto era una camera abbastanza accogliente, dai mobili in legno chiaro e una deliziosa cassettiera in mogano. Le tende di un viola scuro, incorniciavano la finestra dalle rifiniture di ferro.

Cappuccetto rosso (Wattys 2019)Where stories live. Discover now