🌧️Thirtyone🌧️

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Improvvisamente mi arrivò una chiamata.
-Scusami un attimo Bonhwa- dissi. Non guardai chi fosse, ma di fretta mi alzai dal divano ed andai verso il bagno, dove mi chiusi a chiave, per poi rispondere alla chiamata.
-Yo, sono Mark- sentii dall'altra parte del telefono.
Il mio cuore si riempì di gioia al suono della sua voce, mi aveva chiamato.
-Hey, perché mi hai chiamato?- chiesi al corvino al telefono.
-Taeyong voleva sapere se tornavi per cena- rispose velocemente.
-Potevi scrivermi per questo- dissi ridendo in risposta alla sua affermazione.
-Volevo sapere come stavi, mi dispiace che ultimamente mi stia comportando in modo strano, ma avevo bisogno di mettere in chiaro le idee e di capire un po' di cose, Taeyong Hyung mi ha un po' aiutato oggi, ecco perché ho trovato la forza di chiamarti, sa essere uno psicologo fantastico- quasi mi interruppe.
Ero veramente molto felice, finalmente era tornato il vecchio e caro Mark che amavo alla follia, ne ero certo.
-Sto bene, sono da un amico- risposi ripensando allo sguardo inquietante di Bonhwa, mi faceva sul serio paura quando faceva così. Ebbi i brividi.
-Nome?- chiese lui.
-Choi Bonhwa- scoppiò il silenzio nella chiamata.
-No no no no no! Choi Bonhwa?! Sei serio?! O mio Dio, cazzo cazzo cazzo!- iniziò ad urlare al telefono.
-Hey- provai a richiamarlo.
-È canedese?- cercò di calmarsi.
-S-sì, perché?- risposi un po' diffidente, c'era sicuramente qualcosa che non quadrava.
-Vengo a prenderti, non muoverti da casa sua- disse serio, sentivo dei rumori di sottofondo ma non capivo cosa stesse facendo.
-Ma p- cercai di chiedergli perché, ma mi interruppe prima.
-Non me ne frega un cazzo se non vuoi, ti vengo a prendere, non voglio sentire ma- continuò, sentii la voce di Taeyong, ma non capii cosa stesse dicendo, sentii anche una porta sbattere.
-Cosa gli dico?- dissi a bassa voce.
-Digli che oggi devi lavorare, semplicemente te ne sei dimenticato- rispose Mark.
-Dio santo, sto arrivando. Fai attenzione fino a quando io non arrivo, ti prego, stai attento- continuò il corvino prima di chiudere la chiamata. In quel momento non sapevo cosa fare, non capivo il comportamento di Mark, ma non potevo dargli tutti i torti, Bonhwa era strano, troppo strano, così strano dall'essere inquietante. Mi sciaquai la faccia velocemente, bagnandomi completamente obbligandomi ad asciugarmi il volto.
Uscii dal bagno tornando in salone, Bonhwa si era acceso la tv.
-Bonhwa, tra poco viene un mio amico a prendermi, mi ero dimenticato del fatto che oggi avrei dovuto lavorare, scusa per l'imprevisto- dissi avvicinandomi a lui.
Lui si giro verso di me per poi spalancare gli occhi.
Si alzò di scatto per poi saltarmi addosso.
-Cosa cazzo è questo?!- urlò tirandomi il collo di lato mettendoci troppa forza.

Il succhiotto.

-Mi fai male! Bonhwa!- cercai di dimenarmi inutilmente.
-Chi cazzo te l'ha fatto?!- continuò ad urlare.
-Bonhwa! Ti prego! Fa male!- urlai cercando ancora di liberarmi, il dolore era immenso, il mio collo era in una posizione innaturale e il fatto che lui premesse con la mano sul livido non aiutava.
-Rispondi cazzo! Chi te l'ha fatto?!- urlò ancora facendomi sempre più paura, ero terrorizzato.
Riuscii a strattonarlo e a farlo cadere sul divano, peccato però che lui si fosse aggrappato alla mia maglietta tirandomi giù con lui e strappandomi quel povero tessuto che mi ricopriva il corpo.
Ero sopra di lui, ma le posizioni presto si invertirono. Urlai ancora.
-Bonhwa! Smettila! Ti prego smettila!- continuai.
Improvvisamente il citofono suonò, ci girammo di scatto verso la porta entrambi.

"Mark!"

Riuscii a dargli un calcio in mezzo alle gambe facendolo spostare, mi alzai di corsa per poi cercare il tasto del citofono per aprire il portone.
Non riuscivo a trovare quel maledettissimo tasto.
-È lì- disse il maggiore indicando un aggeggio attaccato alla porta.
Si leccò le labbra per poi corrermi addosso.
Scattai verso il tasto andando a sbattere sul muro su cui era a causa della forza con cui Bonhwa mi ci aveva spinto.
Ero in piedi, ma lui mi teneva i polsi fermi, ero di schiena rispetto a lui, la mia faccia era schiacciata sul muro bianco.
Il citofono suonò ancora ed ancora.
Non riuscivo a muovere le mani, ero a meno di due centimetri dal tasto con un dito, ma non riuscivo a muovermi.
Mark non smetteva di suonare al citofono.
In un attimo sentii stringermi violentemente il collo, in corrispondenza del succhiotto che mi aveva fatto Mark.
I denti di Bonhwa mi si conficcarono nella pelle così violentemente da farmi urlare come un pazzo.
Non voleva mollare la presa sul mio collo, ma ad occhi chiusi, mentre le mie urla non abbandonavano ancora la mia gola, riuscii ad allungarmi fino al tasto, premendolo.
-Mark! MARK! MARK SONO QUI!-

ꜰxᴄᴋ ɪᴛ | ᴍᴀʀᴋʜʏᴜᴄᴋWo Geschichten leben. Entdecke jetzt