Capitolo 45

3.8K 166 23
                                    

DOMINIC

Mi avvicino come farei con un animale ferito e la prendo fra le braccia con la paura di romperla ulteriormente.

Le mie mani l'avvolgono prima sotto le gambe e poi le circondano la schiena per portarla a me.

Mi siedo sul suo letto, solo per tenermela addosso.

Non parlo finché non sento nuovamente il suo respiro con più regolarità.

La osservo senza fiatare, i suoi occhi sono rossi, il viso rigato e a chiazze. Le labbra aride nonostante siano solcate dalle sue lacrime salate.

Non c'è nulla di bello in ciò che vedo. Nulla di attraente.

Eppure anche in questo momento mi chiedo che sapore abbia la sua pelle, come reagirebbe ai miei baci e quanto durerebbero i suoi ansiti se fossi dentro di lei.

Ho dei seri problemi

« Mi dispiace davvero per quello che è successo » gracchia lei mentre le ultime lacrime silenziose le solcano il viso. Con entrambe le mani cerca di ripulirsi e l'aiuto accarezzandole con il pollice le guance.

« Cos'è successo Leika? » chiedo speranzoso.

Scuote la testa e si appoggia al mio petto stanca.

« Devi parlarmi, almeno provaci ».

« Perché? » si domanda più a se stessa che a me.

« Perché ci tengo a te » confesso incerto senza saper esprimere ciò che in realtà vorrei.

« No, perché sento sempre di poterti parlare ma alla fine non lo faccio? » mi domanda innocente e esposta.

La stringo di più a me « Riproviamoci Leika ».

« Da dove comincio? » si mette le mani sul viso persa.

« Per esempio potresti dirmi come mai ti trovavi davanti a casa di mio padre oggi ».

« Stavo tornando a casa. Ho sbagliato fermata. Ero appena stata da Anna.. »ammette lei vaga.

« E Anna sarebbe? » .

« La mia psicologa. Da tre anni » .

Ci siamo Dominic. Ci siamo

Le scosto la frangia dalla fronte e aspetto che continui.

« Stavo, ricordando, e quando ho visto tuo fratello. Così. Mi è tornato in mente Alex ».

Alex.

« Chi è Alex Leika? » le chiedo con una punta di fastidio nel petto.

« Era importante per me ».

Era

« Lui litigava spesso con suo padre e questo lo faceva stare male. Molto male. Non volevo che Darren soffrisse. Capisci? » mi chiede speranzosa.

Io annuisco ma lei inaspettatamente continua « Alex c'era sempre. Lui c'era sempre per me e io. Non ci sono stata quando mi ha chiamata. Quando mi ha detto chiaro e tondo di aver bisogno d'aiuto. E lui » dice lei nervosa e agitata.

« Calma, respira » l'aiuto massaggiandole la schiena con il palmo, lasciandolo scorrere su e giù.

« Ho lasciato morire la persona che amavo ».

« Leika sono sicuro che tu non abbia nessuna colpa per qualunque cosa sia successa ».

« No Dominic. Lui ha chiesto aiuto. Mi ha chiesto aiuto. E io, ero cosi stupida, cosi stupida.. non l'ho capito ».

Resto in silenzio sperando che un po' del suo dolore, possa lasciare il suo corpicino e trasferirsi nel mio, un po' più forte.

« Non l'ho mai capito. Mai abbastanza. Pensavo di essergli vicina, di essere tutto come lui lo era per me. E invece era tutta una facciata. Tutto un obbligo per lui » continua straziata.

« Un obbligo? » domando.

« Stava con me per proteggersi dalle ideologie di suo padre. Finché un giorno non lo vidi con i miei occhi. Ti rendi conto? Ero cosi stupida da non capirlo finché non lo vidi baciare il suo vicino di casa! » racconta dolorosamente mentre si tormenta le mani stringendole fra loro « E nemmeno in quel momento ho capito quanto stesse soffrendo ».

« Leika » la chiamo e lei s'interrompe mordendosi le labbra come pentita di quel fiume di parole.

« Mi dispiace tanto » ammetto.

La teoria dei due amoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora