Qualcosa per il dolore

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-Trillian? Trillian!

La voce mi raggiunge ovattata, da qualche parte in alto, oltre la tomba di metallo in cui sono intrappolata, e mi fa lentamente tornare in me.

Non capisco se sono ancora viva o no. Non capisco qual è il sopra e qual è il sotto. Non riesco a respirare, ho i polmoni pieni di polvere. Non vedo nulla, è tutto buio. Credo di aver sentito una specie di crack provenire dal mio ginocchio sinistro. Cerco di capire se mi fa male, ma in realtà mi fa male dappertutto.

Cerco di soffocare il panico. La Forza deve aver creato uno scudo intorno a me, ed è il motivo per cui non sono morta. Devo aver ottenuto una specie di bolla d'aria, che però si sta rapidamente esaurendo, perché non sono in grado di mantenerla attiva. Mi brucia la gola. Vorrei spingere via i tubi che mi schiacciano a terra, ma non riesco a muovermi.

C'è il rumore di qualcosa che viene spostato e, intontita, percepisco un refolo d'aria. Un attimo dopo, un paio di grandi mani nere compaiono, mi prendono da sotto le braccia e mi trascinano fuori.

Appena non c'è più la pressione delle travi, il dolore aumenta di colpo, soprattutto al torace. Sento un bruciore al lato sinistro così intenso che mi salgono le lacrime agli occhi; dopo qualche attimo, il dolore diventa sordo e pulsante, come se qualcuno mi stesse schiacciando le costole contro i polmoni. Annaspo, cercando di inalare aria, ma ogni respiro è una tortura. Le mie braccia sono coperte di polvere mista a sangue. Mi accorgo di avere la maglia incollata al busto da qualcosa di viscido e appiccicoso, probabilmente sempre il mio sangue. In effetti, ho tutta la faccia e anche le mani coperte di sangue. Ne ho anche lasciata una scia per terra quando mi hanno tirato fuori. La gamba sinistra mi fa malissimo e non riesco a piegarla.

-Trillian? Trillian, mi senti? -. Vader è chino su di me e mi sta scuotendo per le spalle.

-Gli ho tagliato un braccio – farfuglio incoerente.

Senza rispondere, Vader infila un braccio sotto il mio torace e l'altro sotto le mie ginocchia e mi solleva da terra come se pesassi cinque chili. Solo che il movimento è troppo brusco, il dolore al fianco, alla gamba e all'addome mi trafigge il cervello con una stilettata e io urlo come se mi avessero pugnalato.

Vader esce a passo svelto e si affretta lungo il corridoio. Dice qualcosa a Phasma, ma non capisco cosa. Mi lampeggiano delle luci bianche davanti agli occhi e mi viene da vomitare. Spero di riuscire a trattenermi finché Vader non mi mette giù. Non penso che se gli vomitassi addosso gli riuscirei più simpatica. Anche se forse in questo momento mi perdonerebbe, dato che mi contorco tra le sue braccia urlando come una pazza, coperta di sangue dalla testa ai piedi.

Phasma corre via e torna poco dopo, dicendo a Vader: - In fondo al corridoio a sinistra.

Vader va in fondo al corridoio a sinistra, attraversa una porta ed entra in un'infermeria, una grande sala bianca, dove c'è un droide medico, un robot alto e sottile, grigio e azzurro.

In un attimo una barella viene sgomberata, buttando sul pavimento tutto quello che c'è sopra, e ricoperta da un telo, sopra il quale Vader mi scarica, stacca a forza la mia mano che si è serrata intorno al suo manto, e poi mi stringe le spalle per tenermi giù. Il droide mi dà un'occhiata, e si precipita a svuotare un armadietto. Fa bollire dell'acqua, la versa in un catino e tira fuori dai cassetti intrugli, medicinali, tinture, flaconi e asciugamani. Le sue appendici metalliche sbriciolano e versano qualcosa dentro il catino e poi ci immergono un secondo telo, mentre altre appendici s'impossessano di una siringa. Alla vista della siringa, non ce la faccio più. Phasma fa appena in tempo a cacciarmi sotto la bocca una bacinella prima che io ci dia di stomaco dentro.

Quando gli spasmi smettono di contorcermi, il droide mi gira di nuovo sulla schiena. – Sollevatele il busto – dice a Vader. – Devo toglierle la maglia.

Memorie di un'apprendista SithDove le storie prendono vita. Scoprilo ora