• Capitolo due •

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'Rivivi tutto come, come fosse allora?'


• Jungkook's point of view •

Cerco di aprire la porta di casa con la mano sinistra, mentre con la destra reggo il cellulare contro l'orecchio, cercando di non farlo cadere come al solito al suolo.

"Si, certo papà non preoccuparti sto bene l'appartamento è spazioso e pulito"
Alzo gli occhi al cielo dopo averlo ripetuto più di una volta durante tutta l'intera telefonata, con il piede scalcio via lo zaino verso il divano per poi tuffarmici sopra massaggiandomi le tempie.

"Andrà tutto bene, sto bene e mi impegnerò, tu occupati della mamma ci vediamo il prossimo mercoledì"
Dopo svariate raccomandazioni finalmente posso interrompere la telefonata, che viene seguita da un sms di mio padre:

È una delle migliori terapeute nella zona, mi è stata anche raccomandata dal centro, ti prego di farle visita, ho già pagato un intero mese di sedute.
Comportati da persona matura Jungkook.

Sospiro, ci passerò nel fine settimana credo, al cento percento mio padre chiederà di me e se mi sono presentato per qualche seduta..
Due, tre massimo appuntamenti.
Ripeto a me stesso, per convincermi a presentarmi.

Mi alzo per prendere dalla credenza una confezione di biscotti e nel farlo osservo dalla grande vetrata presente in salone l'intenso traffico che man mano inizia a formarsi lungo la città illuminata già dalle prime luci notturne, mi ci devo ancora abituare, a tutto.

Al grande traffico, alle luci, ai grandi complessi edilizi.

Pian piano mi sto stabilizzando, durante questo primo mese qui a Seoul non ho avuto un attimo di tregua, portare la documentazione nella nuova università, ritirare gli orari delle lezioni all'ufficio studenti, occuparmi della sistemazione di tutte le mie cose nel nuovo appartamento e cercare di vedermi quanto più possibile con i ragazzi.

Ripenso ai due anni trascorsi lontani da loro, non poter essere stato anche io partecipe a tutta l'eccitazione di trasferirsi in una nuova città, vivere da soli e iniziare l'università, come da prassi.

Gli ultimi due anni sono stati un vero e proprio strazio, l'improvviso cambiamento di mia madre ed il mio anno passato al centro ,tra le numerose chiacchierate e i libri universitari, ripenso alle pareti celesti, alla solita routine giornaliera ripetuta per 365 giorni..ai numerosi tentativi di chiudermi in me stesso rifiutando la realtà che mi circondava, mi definivano continuamente, morbosamente malato e bisognoso di aiuto.

Ricordo gli sguardi compassionevoli dei miei familiari, dei miei conoscenti.
Di tutti.
Io non lo sono, so di non esserlo, mia madre è malata, quella si che è una malattia, ma un semplice piacere come il mio, non può definirsi malattia.



• Jimin's point of view •


Allaccio velocemente le scarpe e corro in cucina cercando qualcosa al volo con cui poter fare colazione, passo lo sguardo nella dispensa prendendo qualche biscotto alla mela.

"Ti ho sentito stanotte..."
Yun dolcemente mi passa una mano sulla schiena, poggiando poi una guancia contro di essa.
"È tutto ok?"
Continua sfregando la mano contro la mia schiena, ripenso all'incubo della scorsa notte, mi avrà sentito mentre mi rigiravo senza sosta tra le coperte.
"Si...era un semplice incubo tutto qui.."

Sbadigliando, verso nella mia solita tazza l'acqua fumante facendola scontrare contro l'infuso di tè nero, sorridendole con probabilmente due occhi stanchi, svuotati.
"Prenderò un appuntamento nel fine settimana, una chiacchierata non mi farà del male"
Aggiungo annotandomi mentalmente di chiamare, come d'abitudine nel pomeriggio la dottoressa Choi.

 • Electrical Storm • (Jikook•Kookmin)Where stories live. Discover now