Capitolo 7

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-E dopo questa riunione?- domandò Tobio con tono lievemente irritato, stringendo le mani attorno alle braccia, con Noya affianco che agitava la coda a ripetizione, sbattendola contro il pavimento nel mentre -Dopo la riunione con tutti i componenti... Cosa ha intenzione di fare esattamente? Chiuderci in questa stanza a marcire per settimane per caso?- si udí un lieve sussulto a tale commento da parte di Eleonor, la quale si ricompose quasi all'istante, mordendosi il labbro - O fare comunque una cosa del genere?-
-Assolutamente no- il preside portò una mano alla parete in vetro alle sue spalle, sfiorandola con i polpastrelli, neppure la stesse accarezzando -Se provassi a chiudervi in una stanza, dubito che qualsiasi tentativo di sbocciatura possa andare a buon fine. E la vostra amicizia, nel caso in cui potesse nascere, sarebbe dovuta ad una forzatura orrenda, o poco lontano da lì. Poi probabilmente a stare ventiquattr'ore su ventiquattro tra di voi per settimane, finireste con il litigare e basta o perfino scatenare una rissa o due... Se non di più. Piuttosto, ho fatto una scelta molto migliore che può essere di vostro gradimento come può non piacervi-
-Quale sarebbe?- fu subito la domanda di Sadie, mentre ella stringeva la stoffa della propria maglia con la mano.
- Ho deciso di fare una classe composta da voi quattordici.-
-Eh?- molte bocche si spalancarono dalla sorpresa, un po' come gli occhi in generale, mentre cercavano di capire se avevano sentito bene.
- Sì. Due giorni su sette andrete alla vostra classe regolare. E solo con determinate condizioni. Gli altri cinque dovrete frequentare GreenGarden insieme. Ma non in una maniera regolare. La tabella schematica del ritmo delle vostre nuove lezioni vi verrà data tra tre giorni. -
-Hah. Cosa crede che possa cambiare da una classe normale ad un altra? Non credo che, qualsiasi programma abbia in mente, possa essere utile- sbottó ridendo Somnium, dondolandosi ancora sul bordo della sedia - Vuole rieducarci, lo ammetta. Per lei siamo tutti sbagliati...- fece per aggiungere qualcosa, ma prima che ci riuscisse, ricevette una gomitata da parte di Rem, il quale lo stava guardando alquanto storto - Ouch!-
-Lo scusi, preside- disse infatti il corvino, accennando un sorriso educato, buttando un occhiata addosso all'altro che diceva "rispetta i più grandi!".
Tutto il contrario di ciò che fece il protetto, però, il quale era scoppiato in un ennesima risatina, dondolandosi ancora.
-Magari non sarà davvero utile- rispose il preside senza dare segno di essere infastidito dai commenti del ragazzo del Papavero -Ma questo non vuol dire che non ci avremo provato. Preferisco fare tutto quello che mi è possibile pur di non permettere all'Annullamento di prendervi. Siete i miei studenti, e come tali, non c'è strazio peggiore che vedervi davanti al burrone senza potervi costruire un ponte o senza fermarvi comunque prima- fece una pausa -Non c'é cosa più orribile di vedere qualcuno uscire dall'umano, sapendo alla perfezione di non aver fatto abbastanza per impedirlo-
Diamante si avvicinò al preside, andando a strusciare la testa contro la sua spalla, come una gatta pronta a fare le fusa, ma con un espressione desolata.
Lui le accennò un mezzo sorriso, poi annuì,cosa che la fece allontanare.
Vi fu silenzio per qualche istante, poi Aya intervenne, tossicchiando appena.
-Scusi, preside... Ma vorrei chiederle una cosa- gli occhi ambrati della quindicenne luccicarono appena dalla tensione, qualcosa che Ai probabilmente sentì, al punto tale che l'azzurra le porse la mano.
-Dica pure- l'uomo la incitò a parlare ancora perfino con un cenno di testa e un movimento di mano.
-Bhe. Io... Volevo sapere se potevamo vedere Bāra... Cioè... La ragazza colpita dall'Annullamento. Come sta? Dove la avete portata?-
-Teoricamente potreste vederla, sì. Ma non potete stare nella sua stessa stanza per più di cinque minuti. E dovrete indossare delle mascherine e aver pronti i tappi per le orecchie da dare agli Hakali.- fece una pausa -Riguardo a come sta... Penso che potrai vederlo tu stessa tra poco. Vi porto da lei. Chi non vuole venire lo dica, non verrà obbligato-

***

Avevano preso a scendere scalini su scalini, disposti a chiocciola, in una delle parti di GreenGarden che nessuno aveva mai avuto il permesso di poter raggiungere prima - Non avevano mai avuto il permesso, già... soprattutto perché non la avevano mai notata, tantomeno avevano creduto che ci fosse, se dovevano essere sinceri. Nessuno si sarebbe immaginato che sotto quella bellissima scultura, posizionata nel corridoio affianco alla biblioteca, vi fosse un passaggio segreto che si apriva solo se andavi a premere uno degli occhi della figura scolpita, facendo sollevare una parte del pavimento e mostrando una botola da cui si vedevano subito le scale scendere -.
Strano ma vero, nessuno fiatava del gruppo, semplicemente scendevano, alcuni curiosi di vedere la ragazza colpita dalla malattia a cui loro stessi avrebbero potuto essere affetti, altri spaventati dalla cosa, tanto che si chiedevano perché non avessero chiesto di tornare nelle proprie stanze pur di evitare tale situazione, proprio come Hubert ed Elias.
Sì, perché loro due erano stati gli unici a rimanere nella stanza, uno dicendo che era cieco e che quindi non aveva senso andare a "vedere" una ragazza affetta da malattia se tanto non gli era possibile - anche se all'inizio era rimasto alquanto incerto dalla cosa, siccome detestava rimanere da solo - , l'altro perché palesemente non aveva voglia di andare lì e basta, nonostante gli ennesimi tentativi di Seth di convincerlo.

Avevano già tutti le mascherine sul volto e gli Hakali, nel mentre che scendevano, ben stretti ai protetti, si infilavano i tappi nelle orecchie, chiedendosi il motivo per cui farlo, ma per responsabilità e soprattutto per evitare il rischio, ubbidendo comunque alla cosa.
Non seppero esattamente per quanto tempo scesero scalini; ogni volta che vedevano una porta davanti a loro, il preside la ignorava, continuando a percorrere i gradini verso quello che sembrava il fondo di GreenGarden... E che a quanto pareva, lo era.
Raggiunta la totale conclusione della scala a chiocciola, i dodici ragazzi con i loro Hakali si ritrovarono a fronteggiare un unica porta, chiusa da quello che sembrava un lucchetto di sangue, il quale si sarebbe sbloccato solo con, appunto, il sangue di colui che lo aveva toccato per primo.
Il preside prese dalla tasca dei propri pantaloni un piccolo ago, andando a forarsi il pollice, cosa che portò lo sbiancare di Samuel.
Una volta dopo aver svolto l'azione, l'adulto fece scontrare il polpastrello con il lucchetto, sbloccandolo immediatamente ed aprendo così l'entrata.
La porta scricchiolò appena nel suo spalancarsi, mostrando ciò che nessuno mai si sarebbe aspettato.
Un giardino.
Un enorme giardino, in cui l'erba era di un verde così brillante da sembrare totalmente innaturale.
E al centro di quel giardino, totalmente privo di altre piante se non appunto l'erba del prato, vi erano la ragazza ed il suo Hakali, entrambe sdraiate a terra.
Si dimenavano leggermente, ma non sembravano capaci di alzarsi in piedi, quasi come se quell'erba le stesse intrappolando.
Cautamente, il gruppo si avvicinò.

I fiori di casa GreenGarden- Storia ad ocDove le storie prendono vita. Scoprilo ora