• Capitolo 20

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"Con il tempo capisci chi conta e chi no, chi merita i tuoi sorrisi e chi la tua indifferenza, chi può avere il privilegio di camminare al tuo fianco e chi, invece, deve andare alla parte opposta."

Mai c'era stato un momento nel il quale i Ghosters erano stati tanto freddi tra di loro.
Il motivo era ben chiaro.
Quello, però, non era il momento giusto per stare distaccati.
Nonostante avessero avuto milioni di incarichi e appuntamenti, ormai, non potevamo perdere il controllo e la loro sintonia.
Cheryl si sentiva ancora più estranea in quel momento, con le lacrime coperte dai capelli ed il resto del viso dalla consona maschera che tutti indossavano.
Quella discarica era così sfocata ai suoi occhi, e aveva intenzione di non guardare niente e di agire solo se le fosse stato chiesto.
Come sempre, seguiva i passi di Filippo, che non aveva perso il suo passo autoritario.
Dietro di lei, Kyle e Jade camminavano vicini, stringendosi nelle loro giacche a causa del vento freddo, che non gli sfiorava le labbra ed il naso grazie alla maschera.
Silenzio, popolava il silenzio, nonostante ci fosse il vento che muoveva i rifiuti, spezzando il suono sordo di quella fredda serata.
Filippo si fermò, e di conseguenza anche gli altri.
Cheryl si muoveva sconsolata qualunque cosa facesse, non teneva neanche la mano appoggiata sulla pistola nella sua tasca posteriore dei jeans come suo solito.
Non alzò lo sguardo dalla sue sneakers neanche una volta, ma poi
« Nome. »
« Paul Jonny. »
Gli occhi della ragazza saettarono in avanti e, per quanto potessero farlo, si riempirono ancor di più di lacrime.
Non poté resistere, la sua maschera si ritrovò a coprire il collo, mentre lei cercava di dire il suo nome, invano per la voce rotta dal pianto.
Il ragazzo la guardò stupefatto, con gli stessi occhi chiari inondati di lacrime.
« Cheryl?! »
La ragazza corse verso di lui, che la strinse a se, come se fosse la cosa più fragile ma allo stesso tempo forte del mondo.
Solo dopo alcuni secondi, lui si allontanò di poco per prenderle il viso tra le mani e baciarle la fronte, mentre lei piangeva.
Gli guardava gli occhi chiari, illuminati dalla luna appena apparsa in cielo.
« Stavo cercando un'auto per venirti a cercare, ed invece eccoti qui. »
Le disse, abbracciandola ancora.
Solo dopo la sua affermazione lei realizzò, così si voltò verso Filippo, che li guardava con sguardo confuso.
Si liberò dall'abbraccio protettivo di quello che sarebbe dovuto essere suo cognato, ma era ormai un fratello, e si rivolse ai Ghosters.
« Lui è mio cognato, vedovo di mia sorella Lydia. »
Solo Filippo capì, così si lasciò andare ad un cenno del capo
« Lieto, Paul. »
Il ragazzo, per quanto fosse stato cortese e civile, sembrava spaventato.
« Tu- guardò Cheryl- sei una Ghoster? »
Cheryl si sentì in difetto, ma poi capì che non doveva sentirsi tale, doveva esserne fiera.
« Si. »
Paul guardò tutti, spaventato, poi le disse
« Pensavo fossi venuta a Chicago come specializzanda nell'ospedale, non credevo fossi diventata una gangster. »
Le sue parole furono dirette, ma queste le riuscì a digerire.
« È successo, ma non per colpa mia.
Paul, non è male come sembra.
Sto bene, ma tu? »
« Ora non mi importa di come sto io, mi importa di te! Cosa direbbe Lydia?
Non credi sia esagerato e pericoloso?»
Lei sorrise, poi disse
« Mi direbbe che se sto bene posso restare. Ti aiuteremo, di cosa hai bisogno? »
Paul la guardò stupefatto ed il suo sorriso scomparve, come quello di Cheryl dopo aver visto la sua espressione.
« Ora non ho bisogno di niente, ti ho detto che mi serviva una macchina per trovarti. »
Cheryl annuì, ma poi ascoltò ciò che Filippo disse
« Allora va', abbiamo questioni più importanti da sbrigare. »
Cheryl lo guardò male, poi si voltò verso ciò di cui non aveva mai avuto paura fino ad allora.
Luci rosse e blu si avvicinavano, insieme al suono inconfondibile delle sirene della polizia.
Filippo sbarrò gli occhi e prese la ragazza per un fianco, tirandole su la maschera.
Tirò fuori la pistola e la puntò verso Paul, che alzò le mani terrorizzato.
« Prova a dire qualcosa su di lei e questa pistola che ti sto puntando contro sparerà prima a te e poi a lei.
So come trovarti. »
Cheryl cominciò a ribellarsi, ma Filippo era nettamente più forte di lei, così tanto che la riuscì a trattenere anche solo premendo la mano sulla sua maschera, spegnendola, nel tentativo che il suo urlo straziante potesse essere coperto solo dalla sua mano.
Gli faceva male, tanto male, vedendola così, in lacrime, sofferente.
Cercava di liberarsi in tutte le maniere, piangendo, urlando, nella speranza di porter prendere Paul per mano e portarlo con lei.
« K! »
Filippo urlò, lasciando che Kyle la prendesse a mo' di sposa.
« Sta' attento a quel che fai! Lei sarà al sicuro! »
Fu l'ultima cosa che disse a Paul, poi corse via, insieme agli altri, seguendo il pianto straziante di Cheryl.

Mai, in tutta la sua vita, aveva sofferto così tanto per una persona.
La guardava così, dall'alto, con la voglia di piangere ed urlare come stava facendo lei, con gli occhi di tutti puntati addosso.
« Sei solo uno stronzo! Lui è l'unico membro della mia famiglia che mi rimane! »
Urlò verso di lui, con le lacrime che le bagnavano il viso.
« Cheryl, calmati. »
Mormorò lui, sapendo che sarebbe scoppiato.
« No! Non mi calmo! Sono stanca di soffrire, volevo che lui rimanesse con me! Invece tu, bastardo, l'hai lasciato lì! »
Cominciò a prenderlo a pugni nel petto, non spostandolo nemmeno di un centimetro.
Lui la guardava, con aria triste e dispiaciuta, e avrebbe fatto di tutto pur di rivederla sorridere.
« Potevamo portarlo con noi!
Poteva far parte della gang!
No, ovviamente, perché il capo non fa nulla che non sia per fini lavorativi. »
Filippo continuava a ricevere sul torace pugni, insignificanti per lui, dalla ragazza, mentre tutti gli altri erano seri e tristi.
« Sei- un pugno- un - un altro pugno- bastardo »  e l'ultimo.
Si fermò, lo guardò negli occhi, piangendo a dirotto.
Filippo avrebbe voluto piangere con lei, ma l'unica cosa che fece è prenderle la nuca e farla stringere al suo petto.
« Mi dispiace, Cheryl, ma non potevo rischiare di farti soffrire vedendolo morire qui con noi. »
Nonostante quello che disse fosse sgradevole, lei si rilassò, lasciandosi andare ad un pianto lungo e rumoroso, e lasciò scorrere le sue braccia attorno al bacino di Filippo.
Lorenzo guardava di tanto in tanto i due, stretti l'uno all'altra, e poi continuava a guardarsi le mani.
Jade aveva gli occhi lucidi mentre li vedeva così in sintonia, nonostante Cheryl gliene avesse dette di tutti i colori.
Kyle lo guardava felice, ma allo stesso tempo triste per tutta quella faccenda.
Cheryl, improvvisamente, si staccò dall'abbraccio, divenuta consapevole che si stava abituando troppo a quelle braccia che la stavano proteggendo.
Si passò le mani sotto gli occhi bagnati, poi si schiarì la voce.
« A dopo. » Cercò di dire, con voce rotta e bassa, a tutti i presenti.
Scomparve dietro la porta, lasciando che lo sguardo di Filippo l'accompagnasse.
« Fil. »
La voce di Jade lo fece voltare verso di loro.
« Hai fatto la cosa giusta. »
Gli disse per poi ricevere uno dei sorrisi più sinceri, nati solo dopo che lei arrivasse tra loro.

Criminals  { Irama Plume }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora