Capitolo uno - prima parte

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Nell'immagine sopra c'è il permesso dell'autrice


Gli * precederanno i flashback






Capitolo uno - Prologo.





"Che te ne pare del cibo Thailandese?"
Louis si girò sulla schiena, allungando le gambe. Si era quasi addormentato quando il suo telefono aveva iniziato a squillare. Come al solito, Niall arrivò dritto al punto.
"Il pollo fritto è un po' scadente, se devo dirti la verità."
Niall rise. "Ecco perché ti ho preso i noodles."
"Quelli si che mi piacciono," Louis si mise a sedere sul divano e silenziò la televisione. "Esattamente, perché mi vuoi comprare la cena?"
"Perché ho bisogno di un posto dove stare almeno stasera e guarda caso ero sulla strada per casa tua."
Come al solito.
"Hai litigato con..." Louis cercò di ricordare il suo nome, "Susan?"
"Cindy," lo corresse l'amico. "Mi ha buttato fuori di casa. "
"La mia stanza degli ospiti è tua disposizione, lo sai."
"Sarò lì tra cinque minuti." Niall sembrava molto allegro per essere uno che era appena stato buttato fuori dall'appartamento della fidanzata. Ma pensandoci, niente poteva abbattere quel ragazzo.
Louis mise il cellulare sul divano e si alzò per andare in cucina. Indossava ancora il completo elegante del lavoro, e la cravatta pendeva liberamente dal colletto della camicia, di cui aveva aperto i primi tre bottoni. Intravide il suo riflesso nell'ampia vetrata che occupava tutta la parete e che affacciava su una splendida Londra illuminata dalle luci.
A volte doveva dare una seconda occhiata, solo per essere sicuro che fosse davvero lui quello riflesso nel vetro. Abiti costosi, un loft spazioso a Londra con mobili di lusso, e una posizione come il più giovane partner di sempre alla Cowell Law LLP. Questo era ciò che era diventato Louis negli ultimi cinque anni.
Era diventato quello che le persone definivano un uomo di successo. Studiò il riflesso sfocato del suo viso, chiedendosi se quello era ciò che desiderava realmente. Voltandosi, si tolse la cravatta, lasciandola appesa ad una delle sedie in cucina e, mentre prendeva due birre dal frigo, decise di mettere da parte i suoi pensieri cupi.
Certo, aveva avuto successo nella vita e poteva definirsi felice. Aveva lavorato sodo per riuscire ad ottenere tutto ciò. Per tre anni, Louis era stato in grado di aiutare finanziariamente la sua famiglia e assicurarsi che tutti avessero un futuro sicuro. Aveva, inoltre, creato dei conti di risparmio per tutti i suoi fratelli per assicurarsi che potessero così andare al college o all'università un giorno o l'altro. Il mutuo della casa di sua madre era stato quasi pagato del tutto, e Louis era stato poi in grado di permettersi questo loft lussuoso, oltre che condurre uno stile di vita elegante.
Il duro lavoro lo aveva portato fino a qui. Il duro lavoro di cui aveva bisogno e a cui dedicare tutte le sue energie dopo che la sua vita era stata stravolta cinque anni prima. Aveva bisogno di distrarsi dal vuoto che sentiva dentro al petto quando si svegliava ogni mattina.
Aveva appena appoggiato le bottiglie sul tavolino vicino al divano e riattivato il volume della televisione quando suonò il campanello. Dovette porre immediatamente fine ai suoi pensieri e al ricordo di una notte di molto tempo fa; pelle lacerata e mani insanguinate scomparirono dalla sua vista in un batter d'occhio.
"Ti dico che quest'anno nevicherà per Natale," disse Niall entrando in casa. Aveva le braccia piene di buste della spesa e la custodia della chitarra appesa ad una spalla.
"Mi hai comprato del cibo anche per il resto della settimana?" Chiese Louis chiudendo la porta.
"Mi sono fermato da Tesco e ho comprato tutte le necessità primarie visto che il tuo frigo è sempre vuoto," disse Niall, posando le borse sul tavolo della sua cucina.
Louis scrutò curioso all'interno dei sacchetti. "Mi piace mangiare fuori casa."
Niall si spostò nella cucina come se fosse sua. Prese piatti e posate e aprì alcune scatole di cibo tailandese che rovesciò poi nei piatti. "Tu tendi sempre a mangiare poco a lavoro, è malsano te l'ho già detto."
Louis sollevò un sopracciglio dubbioso. "E non è malsano mangiare cibo thailandese e birra davanti alla televisione?"
"Lavorare ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette, non è salutare amico," Niall si lavò le mani e porse a Louis uno dei piatti. "Vai a sederti sul divano e rilassati."
"È quello che stavo facendo prima che tu mi chiamassi." Si diresse in soggiorno mentre il biondo si lasciò cadere stancamente su una poltrona prima di "Sei troppo pigro per cenare però," replicare.
"Sei mia madre o qualcosa del genere?" Chiese Louis con la bocca piena.
Niall fece spallucce e si concentrò sul programma che stavano trasmettendo in tv. Rimase in silenzio per un momento e Louis notò che i suoi vestiti sembrava molto spiegazzati. Anche i suoi jeans erano molto sporchi.
"Perché hai l'aspetto di uno che ha dormito sotto un ponte?" Chiese Louis, accigliandosi un po'.
"Ora sembri tu mia madre." Disse l'amico, alzando gli occhi al cielo.
Louis notò il modo in cui le guance di Niall diventarono rosse e soprattutto il modo in cui si stava agitando sulla poltrona. "Hai passato la notte fuori?"
"Beh, non sono morto, vero?" Niall tornò a concentrarsi sul suo cibo.
"Saresti dovuto venire qui," replicò Louis posando il suo piatto. "Perché non sei venuto qui?"
"Ho ceduto abbastanza velocemente, no?" Disse Niall, senza guardare Louis. "Non posso venire qui da te ogni volta che vengo cacciato di casa da un'altra ragazza."
"Ok basta," Louis prese il piatto vuoto di Niall e lo posò sul tavolino in soggiorno. "Ti troverò un appartamento."
"Smettila Tommo," disse nervoso, premendo le labbra insieme. "Sai che non posso permettermi un appartamento a Londra."
Non si sbagliava. Come cantautore che non aveva ancora firmato con nessuna etichetta discografica, non riusciva, con i suoi lavori saltuari, ad arrivare a fine mese in una città costosa come Londra.
"Allora starai con me," provò a proporre infine.
Niall scosse la testa. "Siamo amici, Lou. Non voglio usarti in questo modo."
"Non mi stai usando," protestò contrariato.
"Mi piacerebbe vivere con te." C'era un'inclinazione testarda nel tono di voce di Niall. "Ma non posso permettermi di pagarti nemmeno un decimo dell'affitto di questo posto."
Louis aspettò un momento, pensando tra sé e sé a come poterlo convincere. "Hai portato da mangiare stasera. Facciamo che potrai farlo quando vorrai al posto di pagarmi l'affitto. Cibo in cambio di un posto dove stare."
L'amico lo guardò sorridendo, "Sei davvero gentile, ma non posso farlo Lou."
"Ho capito." E capiva davvero. Era il suo orgoglio che gli impediva di entrare nella stanza degli ospiti di Louis e rimanerci in modo permanente. Voleva cavarsela da solo, farsi strada per conto suo e non fare affidamento su nessuno. Louis non avrebbe fatto diversamente.
Louis non aveva fatto in modo diverso, in effetti.
"Almeno lascia che ti aiuti a trovare un posto dove stare, okay?" Mise una mano sul ginocchio di Niall. "Non posso sopportare di saperti a dormire fuori per strada."
"Mi limiterò a-"
Sollevò una mano per impedirgli di continuare a parlare e aggiunse, "Sarai mio ospite per due settimane. Entro queste due settimane, ti troverò un appartamento."
"Lo sai che è impossibile Lou." L'amico abbassò la testa, un sorriso triste sulle labbra. "Non posso permettermi un appartamento con i lavori part time che faccio."
"Lascia fare a me, ti troverò qualcosa." Louis sapeva che le probabilità di trovare qualcosa adatto al suo amico non erano altissime, ma aveva alcune conoscenze. E soprattutto, era testardo.
"Se te lo lascio fare," disse Niall, indicandolo con un dito. "Allora devo fare qualcosa per sdebitarmi."
"Mi hai portato la cena, siamo pari." Sorrise, tornando a mangiare i suoi spaghetti.
"No, sul serio Lou," con una sola mossa, Niall allungò le gambe e si mise a sedere composto. "Devi cambiare qualcosa del tuo stile di vita."
Louis lo guardò confuso. "Devo?"
"Andrai ad un appuntamento con quel ragazzo di cui mi hai parlato la scorsa settimana."
Facendo una smorfia, Louis scosse la testa. Pensò a Nathan. Ci aveva già provato più volte con lui, e gli aveva anche chiesto di uscire, ma Louis lo aveva sempre rifiutato. "Non penso sia una buona idea," rispose infatti, cauto.
"Maledizione, perché no?" Disse Niall, scuotendo la testa. "Sei single da quando ci conosciamo, e non sei mai andato ad un appuntamento. Sono passati più di tre anni, Lou."
Louis fece spallucce, fissando il pavimento.
"È solo un appuntamento. Potrai dirmi che non ha funzionato, ma dopo aver passato una serata con lui." Niall allungò una mano per posarla così sul suo ginocchio. "Datti una possibilità."
"Te l'ho già detto Niall. Con il mio lavoro non ho il tempo materiale per avere una relazione."
Il biondo gli pizzicò il ginocchio. "Chi ha detto che dovrai arrivare così lontano? Esci solo per un appuntamento. Divertiti. Fatti scopare."
Louis rise seccato. "Non sto davvero cercando-"
"Zitto Tommo," replicò l'amico, alzando gli occhi al cielo. "Se vuoi che cambi il mio modo di vivere, allora anche tu devi cambiare il tuo."
Sospirando, Louis fissò Niall, cercando di capire come dirgli che era già andato all'inferno e ritorno per un uomo nella sua vita. Non riusciva ad immaginare nessun altro al suo fianco che non fosse quell'uomo. Niall, tuttavia, non conosceva il suo passato.
"Affare fatto?" Chiese Niall sogghignando e inclinando la testa verso di lui.
Louis sospirò profondamente. Avrebbe accettato l'offerta finché non sarebbe riuscito a trovare un appartamento all'amico.
Annuì e "Affare fatto."









For As Long As I Can Remember (It's Been December) - Italian Translation Where stories live. Discover now