Capitolo tre - completo

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Capitolo tre.


*
"Stai facendo enormi progressi," commentò il dottor Bennett mentre Louis saltellava lungo il corridoio su una gamba sola.
Era stato ricoverato in ospedale per oltre due mesi e domani sarebbe stato finalmente dimesso. Il dottor Bennett stava facendo gli ultimi test prima di dargli l'ok definitivo. La gamba sinistra gli faceva ancora male, ma riusciva a compiere brevi distanze con le stampelle, i muscoli delle sue braccia, invece, erano cresciuti a dismisura nelle ultime settimane.
"Nel tuo appartamento ci sono degli ostacoli?" Chiese il dottore mentre Louis si sedeva su una panchina.
"Per il momento rimango a vivere con mia madre." Louis pensò all'appartamento che aveva condiviso fino a pochi mesi fa con Harry. Doveva convincere Liam ad aiutarlo a spostare tutte le sue cose prima che Harry venisse dimesso dall'ospedale.
Il dottor Bennett si sedette accanto a lui. "E che mi dici del tuo appartamento?"
Louis sapeva cosa gli stava davvero chiedendo. "Non tornerò a vivere lì. Ho consultato dei programmi di legge in diverse università di Londra, cercherò di entrare in una di quelle per finire di prendere la laurea."
"Quindi vuoi andare fino in fondo?" Mormorò il dottore. "Non ci proverai nemmeno?"
Louis alzò lo sguardo verso di lui. "Pensi che ci possa essere anche una minima possibilità che si ricordi di me quando mi vedrà?"
Il dotto Bennett scrollò le spalle, ma la sua espressione rivelava già tutto quanto. "Non possiamo prevedere nulla, ma-"
"Sii onesto con me, posso sopportarlo." Insistette Louis.
Per un attimo, il dottore rimase in silenzio. "Penso," iniziò lentamente a parlare, tenendo gli occhi fissi sul suo viso, "che non ricorderà nulla. Non ha mostrato ancora nessun segno di recupero. Anche se..."
Louis sostenne il suo sguardo, incitandolo a continuare. "Anche se?"
"Sono passati due mesi ormai, Louis," il dottor Bennett scrollò le spalle. "Se avessi voluto dirglielo, avresti dovuto farlo nei primi giorni dopo l'incidente, adesso causerebbe soltanto più danni."
A quelle parole il cuore di Louis perse un battito. Era abbastanza sicuro che quel muscolo pulsante non funzionasse correttamente dall'incidente, ma ora era diverso. Lo teneva solo in vita, tutto il resto era sparito. Non provava più nulla, non ci riusciva.
"Sta migliorando?" Chiese allora, la voce a malapena un sussurro.
Il dottore gli mise una mano sul braccio. "Sta facendo progressi. È un po' impaziente per quanto riguarda la parte fisica, ma è molto bravo in quella mentale. Il trattamento psicologico ha portato effetti positivi."
Louis annuì, inghiottendo il nodo che sentiva in gola. "Quindi starà bene?"
"Si riprenderà completamente." Il dottor Bennett si rese conto che la sua scelta di parole non era stata delle migliori mentre inclinava leggermente la testa e pensava a come rimediare. "Tranne per quei ricordi, mi sembra altamente improbabile che ritornino."
Non era la prima volta che glielo dicevano, e non era la prima volta che Louis provava a realizzare cosa significassero esattamente quelle parole. Era la prima volta, tuttavia, che si sentì sprofondare pensando alla realtà delle cose. Harry non si sarebbe ricordato di lui. Non c'era niente che potesse fare per cambiare la situazione, e tutto questo avrebbe influito sulla sua felicità e sulla sua vita per sempre. Il suo cuore ormai era fermo. Non stava battendo per amore come aveva fatto in passato. Non nello stesso modo, almeno.
"Sto facendo la cosa giusta," rispose Louis. Avrebbe voluto formulare la frase come una domanda, gli sarebbe piaciuto avere qualcuno che gli dicesse cosa fare e cosa non fare. Aveva bisogno di qualcuno che gli confermasse che il percorso che aveva scelto fosse l'unico possibile.
"Penso di sì," disse il dottor Bennett, appoggiandosi contro il muro. "E stai gestendo questa cosa davvero bene, Louis."
Se solo sapesse la verità. Louis fissò la cicatrice sul suo gomito, ancora fresca dopo che il gesso era stato tolto poche settimane prima. Tutto era ancora fresco e mostrava quanto l'incidente lo avesse sconfitto e abbattuto.
E sarebbe stato così per il resto della sua vita.






+++









*
Quella notte, Louis non riuscì a dormire.
Era steso nel suo letto, fissando il soffitto e chiedendosi in che direzione sarebbe andata la sua vita da quel momento. Domani sua madre e Lottie sarebbero passate a prenderlo e lo avrebbero riportato a casa. Avrebbe avuto bisogno di almeno altri due mesi per recuperare completamente la sua forma fisica prima di poter riprendere i suoi studi e finire di laurearsi.
A Londra sarebbe stato ancora più lontano da Harry.
Sapeva che l'idea era quella di trasferirsi là, ma solo il pensiero gli faceva venir voglia di morire. Non voleva essere lontano dal riccio. Anche se sapeva che era la scelta migliore e la cosa più responsabile e giusta da fare, Louis non voleva vivere senza di lui.
Inspirò profondamente, rendendosi conto che non aveva idea se Harry stesse bene sul serio. Non importava quante persone gli avessero detto che si stava riprendendo – non l'aveva mai visto con i suoi occhi. L'ultima immagine che aveva di Harry nella sua testa era quella dentro la macchina; l'ultimo ricordo che aveva del suo ragazzo era quando era incosciente e pieno di sangue.
Lo stomaco di Louis si rivoltò e si mise a sedere sul letto, spalancando gli occhi.
E se Harry in realtà non stava bene? E se tutti gli avessero mentito?
Il suo cuore batté veloce nel petto e faticò per scendere e mettersi in piedi. Afferrò le stampelle ed ebbe bisogno di un momento per ritrovare l'equilibrio, quindi si diresse lentamente verso la porta. Il corridoio era buio e l'unica stanza con una luce accesa era quella delle infermiere di turno. Si diresse tranquillamente verso la porta dall'altra parte della sala, lasciando il piano per prendere l'ascensore.
Uno sguardo sarebbe bastato. Non poteva vivere il resto della sua vita chiedendosi se Harry fosse davvero sopravvissuto. Louis aveva bisogno di vederlo con i suoi occhi, almeno una volta. Voleva che il suo ultimo ricordo di Harry fosse uno dove lui stesse bene, e non in fin di vita.
Se non poteva avere un ricordo di Harry mentre lo guardava come solo lui sapeva fare o mentre gli mormorava ti amo sulle labbra, quantomeno avrebbe voluto che fosse uno di Harry che stava bene.
Quando raggiunse finalmente la sua stanza si sentiva esausto. La gamba sinistra gli faceva un male cane, aveva sforzato parecchio i muscoli delle braccia e il petto si era irrigidito per la paura. Non avrebbe dovuto essere lì, si era ripromesso di non farlo.
Combattuto tra il desiderio di voler rivedere Harry e la paura di quello che avrebbe trovato, spinse silenziosamente la porta. C'era una luce nella stanza che gettava ombre sul viso del riccio. Sembrava più magro di quanto ricordasse, le sue guance erano un po' scavate. I suoi capelli erano stati rasati da un lato, ma stavano già ricrescendo. Non assomigliava al suo Harry.
Alzando gli occhi dal libro, Harry notò Louis sulla soglia della porta. I suoi occhi si posarono sul corpo del ragazzo e inclinò leggermente la testa, poi un sorriso apparve sulle sue labbra.
Un peso lasciò il petto di Louis quando vide di nuovo quel sorriso. Alzò a sua volta la bocca, accennando un sorriso in risposta. Dopotutto, era sempre il suo Harry quello di fronte a lui. Gli stava sorridendo in modo gentile e amichevole, come aveva sempre fatto.
"Posso aiutarti?" Domandò il riccio a bassa voce. "Stai cercando qualcuno?"
Il cuore di Louis affondò e il suo sorriso svanì all'istante.
Un cipiglio apparve sul viso di Harry. Louis voleva alleviarlo con il pollice, voleva baciare la rughetta tra le sue sopracciglia finché non fosse tornato a sorridere di nuovo. "Hai bisogno di un'infermiera?" Disse ancora il riccio.
"Io- mi dispiace, ho sbagliato camera." Disse Louis a bassa voce, soffocando un singhiozzo.
Diede un'ultima occhiata al volto confuso di Harry prima di voltarsi e lasciare che la porta si chiudesse dietro di lui. La sua gamba stava tremando e desiderava solo poter sprofondare sottoterra.
Sapeva cosa sarebbe successo. Sapeva che sarebbe andata a finire esattamente così. Harry non sapeva chi fosse, e non lo avrebbe mai più saputo. Aveva perso tutti i ricordi che aveva di Louis e tutto quello che avevano costruito insieme.
Facendosi un po' di forza, riuscì a tornare nella stanza e buttarsi sul letto. Nascose la faccia nel cuscino con le mani che stringevano forte il tessuto. Per la prima volta da quando aveva deciso di stare lontano da Harry, si concesse di piangere. Le lacrime uscirono prima ancora che potesse pensarci.
Ecco, la realtà delle cose gli era finalmente piombata addosso.
Doveva vivere il resto della sua vita senza Harry.






For As Long As I Can Remember (It's Been December) - Italian Translation Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora