CAP 39

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Sette giorni passarono in un batter d'occhio. Tornammo alle nostre vite normali, io e Fabrizio ci amavamo tanto e le cose fra di noi andavano molto bene, ero finalmente felice. Almeno Luce e Nicodemo si erano divertiti quella sera a casa di Niccolò. Avevano giocato a lungo e avevano fatto entrambi amicizia con tutti e due i figli di Niccolò. Ero contenta per loro. Io invece da quella sera non avevo più sentito né Federica né Niccolò e non sapevo cosa fosse successo fra di loro, se Federica gli avesse perdonato il terribile affronto che gli aveva fatto Niccolò dando ragione a me. Comunque, oggi li avrei rivisti tutti e due. Infatti era arrivato il giorno più bello della vita della mia migliore amica: il suo matrimonio con Adriano. Io ero la testimone insieme a Niccolò, quindi ovviamente avrei dovuto passare del tempo con lui. Era presto ancora, le 8.30 di mattina, ma mi ero già alzata e con me i miei figli. Dovevo sbrigarmi, Stella ci aspettava a casa sua. L'avrei aiutata a prepararsi e lei avrebbe aiutato noi. Aveva scelto lei gli abiti per i paggetti e le damigelle (che erano Tommaso, Luce, Nicodemo ed Elettra) e quindi li aveva a casa sua.

"Forza ragazzi, sbrigatevi che siamo già in ritardo!"

Urlai in camera dei miei figli per esortarli a darsi una mossa.
Successivamente scesi le scale e aprii la porta per andare a scaldare la macchina.
Appena aprii, un urletto strozzato uscì dalla mia bocca.
Sgranai gli occhi.

" Oh, mi hai addirittura anticipato. Mi aspettavi?"


Un ghigno terribile era sulle sue labbra. Traslii dopo aver sentito la sua voce. Mi faceva sempre lo stesso effetto: paura, terrore.

Uscii di casa e chiusi velocemente la porta dietro di me. Non volevo che i miei figli rivedessero quello spregevole uomo.


"Che cosa vuoi Manuel? Vattene subito."

Dissi categorica.

"Quanta fretta. Dove andate di bello?"


Disse lui, mantenendo il suo sguardo divertito.

"Non sono fatti che ti riguardano. Lasciaci in pace. Vattene, non voglio che ti vedano."


Gli ripetei di andarsene.



"Non è per niente carino da parte tua scacciarmi così. Comunque, sono qui solo per darti questa."


Disse porgendomi una lettera.


"I miei figli li rivedró presto. Ci vediamo in tribunale, Marghe."


Detto questo si allontanó.
Cosa intendeva con ci vediamo in tribunale? Capii soltanto quando lessi le parole in lettere nere e cubitali scritte sulla busta che mi aveva consegnato il mio ex marito.

Il tribunale dei minori invita la signorina Ruggeri Margherita a presentarsi nella nostra sede il giorno 12/10/2019 alle ore 8.30.
Oggetto: affido dei figli tali Luce Paolini e Nicodemo Paolini.

Il mio cuore perse battiti. L'aveva fatto davvero. Era andato al tribunale dei minori. Voleva l'affido dei miei figli. Non potevo crederci. Come poteva anche solo pensare di riuscire a crescerli da solo? Gli avrebbe rovinato la vita e io non potevo permetterglielo.
Non ebbi tanto tempo per riuscire a riflettere su quello che era appena accaduto, perché la porta si spalancó rivelando le figure esili dei miei due figli. Erano così indifesi... Non dovevano soffrire ancora per colpa di quell'uomo.
Nascosi velocemente la lettera nella borsa. Loro non avrebbero dovuto sapere niente del mio appuntamento al Tribunale dei minori della settimana prossima.


"Allora, siete pronti?"


Dissi mascherando il mio tono preoccupato e soffocato dall'ansia.
Non sarei riuscita a vivermi quella giornata al meglio e questo mi dispiaceva un sacco, perché avrei dovuto partecipare anche emotivamente alla felicità della mia migliore amica. Sfortunatamente la mia mente sarebbe stata da un'altra parte. Quanti problemi continuavano ad affliggerci...


"Noi si. Ma Fabrizio non viene?"

Chiese Luce.
Nonostante avessero avuto poco tempo, i miei figli e Fabrizio avevano creato uno splendido rapporto. Scherzavano e parlavano normalmente. Quando eravamo tutti insieme mi illudevo di avere una famiglia perfetta, quella che avevo sempre desiderato. Dei bambini, un uomo premuroso, attento e protettivo, una madre serena.

"Lui ci raggiunge in chiesa. Ha un bellissimo frack da indossare a casa sua. I nostri vestiti invece sono tutti a casa di Stella. Poi io e te abbiamo bisogno anche di un po' di trucco e parrucco no?"

Dissi con tono allegro.
Certe volte stupivo addirittura me stessa di quanto fossi brava a mentire. Ero abituata a mascherare i miei veri sentimenti ai miei figli, ma oggi sarebbe stata ancora più dura, perché oltre che a nasconderlo ai miei figli avrei dovuto nasconderlo anche alla mia migliore amica, alla quale di solito dicevo tutto. Non avrei mai potuto rovinare il suo clima di gioia con i miei stupidi problemi che la torturavano ogni giorno. Stella sarebbe dovuta diventare una santa. Mi sopprtava e ascoltava sempre le mie paranoie, sostenendole e capendo i miei disagi interni. Le volevo un mondo di bene.


"Hai proprio ragione. Dobbiamo essere perfette oggi!"


Disse Luce molto eccitata.
Era il primo matrimonio a cui partecipava nella sua vita e voleva essere perfetta, anche se già lo era, anche senza trucco e vestito perfetto. Lei era sempre bellissima.

Mi misi al volante e guidai fino a casa di Stella. Appena aprii la porta con le chiavi che mi aveva dato lei, uno spettacolo esilerante ci si paró davanti.

Stella, con addosso ancora il pigiama, correva da una parte all'altra della casa, probabilmente in ansia ed emozionata per il matrimonio imminente. Ma la cosa più divertente era vedere cosa aveva in faccia. Innanzitutto, in testa aveva un asviugamano che le ricopriva i capelli bagnati che aveva probabilmente appena lavato. Sul viso aveva una crema idratante bianca, sparsa anche a macchie sulle braccia e sui vestiti, dove si era probabilmente sporcata. Negli occhi aveva due fette di cetrioli con sue buchi al centro per permetterle di vedere. Per riuscire a non farli cadere, camminava con la testa all'indietro, andando a sbattere ogni due per tre contro qualsiasi mobile della casa: nelle gambe del tavolo, nelle sedie, nel divano.

Proprio quando stava per dirigersi in bagno, una piega nel tappeto le fece perdere l'equilibrio e lei cadde a peso morto per terra, facendo rotolare i suoi cetrioli sul pavimento.
Luce e Nico scoppiarono a ridere e lei si accorse della nostra presenza.

"Sei per caso agitata?"

Chiesi sarcastica.

 IL CAPOLAVORO CHE È IN ME 2 // ULTIMO Onde histórias criam vida. Descubra agora