18. Pittsburgh

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Sapete quando per un motivo o per un altro vi ritrovate a non parlare con una persona per un po'? Il motivo non è assolutamente ben chiaro, ma semplicemente le cose vanno così.

Magari non ti capita di incontrarla, quella persona, e allora finisci per non parlarle, o magari perché c'è stata una situazione imbarazzante: una di quelle che anche solo a pensarci ti fanno diventare tutta rossa e nervosa.

E allora non si parla più.
Oppure si parla, ma solo per lo stretto indispensabile.

Tra me e Shawn le cose vanno così. Da circa tre giorni.

'Mi passi il sale?'
'Hai visto che dolce quella ragazza che ti ha portato i biscotti?'
'Non senti caldo?'

Ci parliamo pochissimo.

Come se fossimo estranei.

E quello che fa davvero male è che non ci siamo mai parlati così. Neanche durante le prime tappe del tour.

Il motivo è ovvio.

Nessuno dei due sa come comportarsi con l'altro. Perché entrambi siamo incerti e dubbiosi su tutto quello che succede.

E non so quando tutto questo si aggiusterà.

Ma devo dire che è una situazione che mi fa davvero male.

Shawn è prima di tutto una delle persone con cui io più abbia legato nella mia vita.

E vederci così distaccati è solo doloroso.

Mi domando se anche lui si senta così. Se anche lui si senta chiuso in questo vortice di confusione e dispiacere.

Oggi Pittsburgh, in Pennsylvania offre un tempo variabile.
Prima sole e temperature calde e poi nuvole e vento forte.

Un po' come è cambiato il mio umore negli ultimi giorni.

«No, Arthur, non mi sono ammalata» affermo

Il mio fratellino oggi ha deciso di chiamarmi per assicurarsi che la mia salute sia ancora ottimale.

Ascolto la vocina del bambino ricordarmi che è importante che io stia attenta al sole per evitare malattie della pelle o insolazioni.

«Si, non preoccuparti, metto la crema ed indosso sempre il cappello quando sono in giro» affermo mentre faccio cenno ai ragazzi di cominciare ad entrare dentro gli studi televisivi

Oggi Shawn fa l'ennesima intervista televisiva.

Per fortuna queste cose non mi preoccupano più perché non mi sono più trovata al centro di nessuno scandalo e questa è una cosa molto positiva.

Non sono più stata presa di mira.

«Non è vero tu mi dici le bugie» comincia a dirmi Arthur «I tuoi cappelli sono tutti qui, quindi a meno che tu non li abbia presi da Adam o a meno che tu non ne abbia comprato uno in viaggio sei davvero una bugiarda»

Beh, è tenero il mio fratellino di otto anni che mi da della bugiarda.

Sbuffo leggermente: mi sento un po' offesa sopratutto perché tra l'altro oggi ce l'ho davvero un cappello.

Uno con la visiera della Nike che mi sono presa da Geoff proprio quando eravamo in albergo.

Ho poi indosso dei pantaloncini di jeans, degli stivaletti grigi ed un toppino stretto dell'adidas dello stesso colore delle scarpe.

Questo toppino l'ho comprato a Los Angeles per 10$ in un negozio di vestiti usati.

I 10$ meglio ben spesi della mia vita.

Take me on tour || Shawn MendesOnde histórias criam vida. Descubra agora