2° CAPITOLO

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E:" Dobbiamo andare a fare compere... Questo frigo è vuoto!"
Disse rivolgendosi a Marco che stava giocando da più di due ore alla play

M:" Ok, prendi anche dello yogurt che è finito... quello con i pezzi al cioccolato. Grazie."

E: "È no caro, tu vieni con me."
Si mise davanti alla TV.

M: "Ermal, spostati non vedo lo schermo. Sto facendo una partita importantissima!"

E: "Sai quanto me ne frega della tua partita? Alza il culo e vieni."

M: "Aspetta almeno che finisco"

E: "Ho detto ora!"

M: "N-no..aspe..Cazzo! Ho perso! Tutta colpa tua"

E: "Dai muoviti"

M: "Bastardo!"

Quella giornata iniziò così. Era da un bel po' che non si rilassavano e finalmente giunte le vacanze estive riuscivano a passare più tempo insieme, mangiando anche più sano e non ordinando del cibo solo su Just-eat!

La sera arrivò in fretta.

Ermal adorava stare fuori nel suo terrazzo a guardare le stelle. Passava ore a guardare quei puntini luminosi, non riusciva a capacitarsi del fatto perché ogni notte il cielo regalava quella bellezza al mondo intero, invece di tenersela per se.

M:" Che fai?"
Marco spezzo quell'armonia che si era creata tra lui e il silenzio.
"Niente di che, stavo pensando... magari riuscivo a buttare giù qualche frase per la nuova canzone che sto scrivendo"

"Stai scrivendo una nuova canzone e non mi dici nulla?!"

"Te l'avrei detto... forse" fece una piccola risata.

"Posso avere l'onore di sentirla?"

"Mmh... la devo ancora finire... appena l'avrò conclusa sarai il primo a sentirla"

"Promesso?"

"Lo sai che non credo alle promesse..."

"Che barba che sei"

Dopo quell'affermazione i due scoppiarono in una dolce e vera risata.

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Quella notte Ermal si svegliò presto.
È già, un altro incubo invase il suo sonno, non permettendogli più di chiudere occhio.
Erano le 5:38 quando toccò con i piedi il pavimento, subito un brivido gli appare lungo tutta la schiena per quel contatto troppo freddo.
Si avvicinò alla sua terrazza ma prima di farlo decise di mettersi una felpa.
Andare fuori a petto nudo con solo pantaloncini corti non gli sembrava il massimo.

Quel giorno nonostante fosse a metà giugno faceva molto freddo. Le nuvole stavano ricoprendo il cielo dandogli una tinta grigiastra, da lì a poco avrebbe fatto un bell'acquazzone.

Si dirige verso il bagno.
Specchiandosi allo specchio si rese conto che le sue occhiaie si stavano impossessandosi di lui, per non parlare dei suoi capelli.
Decise, di andare a farsi una bella doccia per scollare la stanchezza dalla notte appena passata.

Sentì bussare alla porta.
"Marco sei tu?" Silenzio, nessuno rispose.
Era appena uscito dalla doccia, si mise un'accappatoio e poi uscì dal bagno.
"Marco? Sei tu?"
Ancora nulla.
Si stava dirigendo verso la camera del suo coinquilino, ma all'improvviso non vide più nulla. Era svenuto, qualcuno l'aveva fatto svenire.
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Si svegliò dopo qualche oretta, era turbato e gli girava la testa.
Cercò di alzarsi ma nulla da fare, era bloccato.
Poco dopo si accorse di avere sia le mani e le gambe bloccate.
Cos'era successo?
Si guardò intorno, e vide Marco nelle stesse condizioni alla sua sinistra, soltanto che lui attorno alla bocca aveva una fascia, per impedirgli di parlare.

Pezzi Di ParadisoWhere stories live. Discover now