4° CAPITOLO

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Ormai era mezzogiorno, e di Fabrizio non ho più visto l'ombra da ormai un'ora e mezza se non anche due.

Non me ne preoccupavo, stavo seduto nel mio letto con la chitarra che tenevo sempre sopra la mia scrivania, stavo suonando.

Ad un tratto sentii la chiave nella serratura, segno che qualcuno stava entrando. E chi non poteva essere se non lui?!

"Sentivi la mia mancanza?"

"mmh... un po', me piace parlare con te sai... imparo sempre cose nuove. Me mancherai..."

Ero ancora girato di spalle fortunatamente. Se mi avrebbe visto con gli occhi rossi dalle lacrime che avevo versato neanche cinque minuti fa, avrebbe capito tutto, e non potevo lasciare che accadesse.

"Poi sempre mollare tutto..."

"Ermal... te ho già spiegato, lo sai che.." non fece in tempo a concludere la frase.

"Ci ho provato... comunque anche tu, anche tu mi mancherai..."

Fabrizio a quell'ultima affermazione sorrise.

"Cos'hai la? 'Na chitàrra? Suoni?"

"Ci provo.."

"Anche io suono; dai, famme sentì quarcòsa.."

"Non sono bravo... e poi ho soltanto due canzoni complete."

"Fammele sentì. Tutte e due intendo, famme questo regalo te prego!

"Se proprio insisti... che vuoi ascoltare per prima? Lettera a mio padre o Piccola Anima?"

"Decidi tu."

Ermal si sistemò meglio nel letto, mentre Fabrizio si accomodava su esso.

Il ricciolo chiuse gli occhi e inizia a muovere le dita nella tastiera di quella chitarra.

"Di bestie come te ce ne sono in giro e non è facile scoprirle e sai perché sono fabbricanti di maschere
Ti sputano nel mondo solo per avere un pasto facile
Io sono ancora qui, ho la pelle dura pure più di te
Non è mai semplice accettare di riconoscerti tra le mie rughe che assomigliano sempre di più alle tue
E questo sangue che sa un po' di mostro e anche un po' di me mi fa pensare che vorrei dirti grazie perché non ci sei.
Poche rughe di espressione più nient'altro di te sopravvive in me, un cognome da portare
solo questo sarai e mai più mi vedrai
Di mostri come te n'è pieno il mondo e non è facile scoprirli e sai perché hanno mani bianche e voce docile, ma se li guardi bene
dentro i loro occhi non vedi niente il cuore affittano ad una notte nera priva di ogni luce...
Poche rughe di espressione più nient'altro di te sopravvive in me, un cognome da portare
solo questo sarai ne mai più mi vedrai.
Ogni male è un bene quando serve ho imparato anche a incassare bene sono stato fuori tutto il tempo fuori da me stesso e dentro il mondo non c'è più paura e non c'è niente
quello che era gigante oggi non si vede, sulla schiena trovi cicatrici è lì che ci attacchi le ali...
Poche linee sulla pelle più nient'altro di te sopravvive in me un cognome da portare
solo questo sarai ne mai più mi vedrai
Ogni male è un bene quando serve ho imparato anche a incassare bene sono stato fuori tutto il tempo fuori da me stesso e dentro il mondo non c'è più paura non c'è niente
quello che era gigante oggi non si vede
sulla schiena trovi cicatrici
è lì che ci attacchi le ali
Ogni male è un bene quando serve ho imparato anche a incassare bene forse un giorno diventerò padre e gli dirò di cambiare le stelle e gli dirò che un cazzotto fa male
e che una parola a volte ti uccide e quando sulla schiena hai cicatrici è lì che ci attacchi le ali."

La cantò tutta di un fiato. Gli occhi erano ancora chiusi, molto probabilmente non voleva farsi vedere per la seconda volta debole per colpa d suo padre, se poteva ancora definirlo così.

Aprì gli occhi soltanto quando Fabrizio iniziò a parlare.

"È molto profonda."
"Ti è piaciuta, davvero?"

"Si. 'Sta canzòne è er confine della raggiòne che tocchi solo in condizioni estreme. In 'sta canzòne se capisce che nun ci sono state de certo carezze o  un bel finale. Sono istantanee de un' infanzia che qualcuno te ha rubato, e de sogni e speranze che vanno a fasse fottere. Sembra, anzi sei diventato grande quando ancora eri troppo piccolo... è stata lei a salvarte vero? È stata la musica. Te dico questo perché anche a me ha salvato molto nel periodo in cui avevo iniziato a farme... e poi anche con mio fìjio, con Libero. Già, è stata la mì salvezza."

Ermal rimase senza parole.
"Come fai?"
"Come faccio a far cosa?"

"È come se mi conoscessi da sempre, come hai fatto a capire tutto questo?"

"Te se lo lègge l'occhi Ermal, sei un sopravvissuto, come me."

Ermal lo guardo con gli occhi quasi lucidi.

"A seconda?"
"La seconda cosa?"
"Canzòne, scemotto!"
Scoppiò a ridere, e Ermal con lui. Il suo sorriso era  magnifico, come avrebbe fatto senza? Questo ancora non lo sapeva.

Iniziò così a cantare la seconda canzone, ma questa volta gli occhi non erano chiusi, guardavano solo e soltanto la sagoma che aveva davanti. Era così perfetto, così magnetico, così... non cerano parole adeguate per descrivere il suo fascino.

"Piccola anima
Che fuggi come se
Fossi un passero
Spaventato a morte
Qualcuno è qui per te
Se guardi bene, ce l'hai di fronte
Fugge anche lui per non dover scappare
Se guardi bene, ti sto di fronte
Se parli piano, ti sento forte
Quello che voglio io da te, non sarà facile spiegare
Non so nemmeno dove e perché hai perso le parole
Ma se tu vai via, porti i miei occhi con te
Piccola anima
La luce dei lampioni ti accompagna a casa
Innamorata e sola
Quell'uomo infame non ti ha mai capita
Sai che a respirare non si fa fatica
È l'amore che ti tiene in vita
Quello che voglio io da te, non sarà facile spiegare
Non so nemmeno dove e perché hai perso le parole
Ma se tu vai via, porti i miei occhi con te
Camminare fa passare ogni tristezza
Ti va di passeggiare insieme?
Meriti del mondo ogni sua bellezza
Dicono che non c'è niente di più fragile di una promessa
Ed io non te ne farò nemmeno una
Quello che voglio io da te, non lo so spiegare
Ma se tu vai via, porti i miei sogni con te
Piccola anima
Tu non sei per niente piccola."

"E meno male che non eri bòno ah oh! Mortacci tua, me hai fatto vènì pure i brividi."
"Hey, ma stai piangendo?"
Fabrizio aveva gli occhi rossi non si poteva negarlo, non avrebbe mai pensato che sotto a quella corazza così tanto dura e quel sguardo misterioso si nascondesse un anima così tanto fragile e dolce..."
"Nun 'sto piangendo... me è entrato qualcosa nell'occhi tutto qui.."
"Si vabbè e io sono un prete!."
Ermal abbandonò la chitarra appoggiandola nell'altra estremità del letto, poi prese le mani di Fabrizio e se le portò al cuore.
"Ti prego, liberati da tutto questo... lo faccio solo per il tuo bene. So di essere uno scassa maroni a livelli altissimi, però ti prego molla questo, fallo per tuo figlio..."
"Perché te comporti come se io nun te avessi fatto niente? Perché me costringi a mollare tutto? Perché vuoi salvarmi? Perché me parli invece de odiarmi? Perché... perché te comporti così bene con me?"
"L'hai detto tu Bizio... siamo due sopravvissuti. Anzi tu non lo sei ancora del tutto... per farlo devi lasciare tutta questa merda. E poi anche perché io penso di..."
A quel punto Ermal non seppe più che dire, si avvicinò con lentezza verso il volto di Fabrizio, per poi accarezzarli la guancia.
Lo guardò molto intensamente. Si vedeva. da lontano il luccichino dei loro occhi quando si parlavano, si vedeva che cercavano il contatto l'uno dall'altro, si vedeva. 

Tutti e due morivano dalla voglia di andare oltre, di andare oltre a quel confine non permesso da tutti.
Mancava davvero un filo di vento e poi le loro labbra si sarebbero toccate, ma Fabrizio si allontanò.
"Nun posso, nun possiamo Ermal." Detto questo si alzò andandosene da quella stanza che ormai aveva preso troppo il sapore dei loro profumi intrecciandoli insieme.
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🚀 SPAZIO AUTRICE🚀
Heyy belli, come state?
Daje che tra poco è finita la scuola, seeeeh!🤩
Comunque... vi sta piangendo la storia?

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 13, 2019 ⏰

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