Capitolo X - Passato

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Rimanesti terrorizzata dall'intera famiglia, che pareva essere tutto, tranne che normale. Non riuscisti a comprendere come e perché in passato avesti avuto a che fare con gente simile. Che ti avessero rapita e costretta ad unirti a loro? Non lo potevi sapere.

"Se qui è tutto, ritorno nella mia regione: ho parecchie faccende da sbrigare." Spiegò Jacob, alzandosi dalla sedia e sospirando, dirigendosi alla porta, che aprì, voltando di poco la testa alle sue spalle, riuscendo ad inquadrare i tre fratelli, passando poi a te. "Ci rivedremo." Disse con voce rauca e profonda, uscendo e chiudendosi la porta alle spalle.

Chi diamine era veramente Jacob Seed? Che cosa voleva da te? Ti passarono immediatamente a mente le parole sulla sua diffidenza nei tuoi confronti e sul tuo tentativo fallito di eliminare John. Che fossero quelli i problemi?

"Non badare alla sua freddezza... Lui è fatto così." Ti rassicurò Faith, carezzando il dorso della tua mano sinistra, che era poggiata sulla superficie dell'enorme tavolo in legno massiccio.

"Faith." La voce di Joseph catturò l'attenzione della ragazza, che si girò di scatto nella sua direzione. "Ti accompagno io, andiamo." La informò, facendola annuire. Prima di andarsene, ti rivolse un ultimo sorriso, raggiungendo successivamente il fratello, che, dopo aver salutato te e John, era uscito dal Ranch seguito da Faith, che chiuse la porta, il cui rumore rimbombò nell'enorme sala, disperdendosi nella sua vastità.

Ormai eravate rimasti solo voi due.

Sentisti l'atmosfera farsi sempre più opprimente, poiché beccasti gli occhi cadenti dell'uomo a fissarti incessantemente, mentre quest'ultimo si era alzato dal posto, camminando verso la tua direzione. Seguisti con gli occhi ogni singolo movimento del suo corpo, fino a quando, finalmente, non te lo trovasti davanti a poco meno di un metro, intento a disprezzarti con il suo sguardo il più possibile. Non potevi permetterti che una situazione simile durasse ancora per molto.

"Chi è stato a colpirmi con quella pala?" Domandasti, senza peli sulla lingua.

"E me lo chiedi pure con tanta superbia?" Ti rispose immediatamente, nervoso, intensificando la posizione delle sopracciglia, che si corrugavano sempre di più verso il basso.

"Ho il diritto di saperlo!" Insistesti.

"Ed io ho il diritto di sapere perché hai cercato di fuggire, uccidendo pure un uomo!" Ribadì, alzando il tono di voce e sbattendo la mano destra sul tavolo, guardandoti, ancora una volta, negli occhi. Riuscivi a scorgere la rabbia che fuoriusciva dalle sue splendidi iridi azzurre, che lo rendevano più chiaro di un libro aperto.

Passaste al silenzio per un breve periodo, ma poi John capì che non era il momento adatto per terminare la conversazione.

"Pensavo fossi cambiata." Confessò, calmando il tono di voce, osservandoti quasi malinconicamente ed attirando la tua attenzione. "Che la perdita della memoria avesse rimosso il male che ti vigeva dentro." Continuò, sospirando. Vederlo così calmo e quasi abbattuto ti fece venire un tuffo al cuore.

"Cos'ho fatto?" Domandasti curiosa.

"Hai fatto troppo, è questo il problema." Ti zittì improvvisamente, facendoti sussultare. "Joseph non avrebbe dovuto lasciarti in vita." Osservò, staccandosi dal tavolo e riprendendo a camminare alle tue spalle. Rimanesti zitta ed immobile ad ascoltare la sua voce, che rimbombava all'interno della stanza, facendoti rabbrividire.

"Ci conoscemmo quattro mesi fa, la prima volta." Cominciò a raccontare. "Alcuni dei seguaci di Joseph ti rapirono, portandoti da lui." Aggrottasti le sopracciglia, sorpresa. "Anche allora eri terrorizzata e violenta, fu difficile placarti. Jacob ti tenne con sé per un paio di settimane. Il suo addestramento intenso quasi ti tolse la vita, ma, in compenso, per un breve periodo, diventasti più contenuta ed obbediente." Si fermò davanti al camino, osservando il piccolo orologio in legna riposto su esso, che segnava un quarto alle sette di sera. "Arrivò il momento di battezzarti e renderti una parte integrante della famiglia; fui io ad occuparmene. Tutto sembrò andare bene tra di noi: ognuno svolgeva i propri lavori e tu contribuivi anche parecchio..." Si fermò. "Ma quella pace non durò a lungo."

"Cos'è successo?" Domandasti, girandoti nella sua direzione, riuscendo finalmente a scorgere la sua splendida figura, illuminata dalla calda luce del fuoco, che ardeva imperterrito nel camino. Il suo sguardo si fece quasi malinconico e brillava a quella luce; poi, sospirando, riprese a parlare.

"Ci abbandonasti." Alzò il capo, incrociando il tuo sguardo. "Una mattina sparisti improvvisamente. Pensammo ti avessero rapita o uccisa, ma era impossibile, date le circostanze. Iniziammo a cercarti in lungo ed in largo, ma nessuno riusciva a trovare tue notizie... Nemmeno Faith, che aveva uno splendido rapporto, con te. Per lei sei sempre stata come una sorella maggiore." Osservò, guardandoti freddamente.

"E poi? Dove mi trovaste?" Domandasti, vogliosa di sapere il proseguimento del racconto.

"A Fall's End." Pronunciò amaramente, facendoti sussultare. Quel nome, quel posto... Dio, quanto avresti voluto ritornarci. "Fosti tu a chiamarmi, dandomi la tua posizione. Venni di persona a prenderti, ma mai mi sarei aspettato che si trattasse di una trappola." Confessò, deluso. "Mi sparasti alla spalla, quel giorno. Fu un miracolo, visto che avevi mirato alla mia testa." Ti bloccasti, sgranando gli occhi. "I rinforzi arrivarono in tempo e riuscii a salvarmi, ma la terribile sensazione di essere stato tradito..." Si fermò per qualche istante, mutando la sua quasi tristezza in rabbia, stringendo i denti. "Mi manda tutt'ora in bestia." Serrò la mano destra in un pugno.

Il silenzio calò nuovamente nella stanza e l'unico suono udibile fu il rumore della legna che ardeva incessantemente.

"Cominciasti ad attacare tutti i miei avamposti e a distruggere i numerosi silos sparsi per le campagne. Mi innervosii molto e cominciai a mandare un sacco di uomini per placarti, ma il peccato era già troppo forte e fu impossibile fermarti." Spiegò. "Catturai dei tuoi compagni e li tenni come ostaggi, spingendoti quindi ad arrivare ad un compromesso: se ti fossi consegnata a me, avrei garantito loro la libertà. Accettasti e li lasciai liberi non appena ti presentasti al mio Ranch, ma sbagliai." Terminò, cupo in viso. "Non immaginai minimanente che avresti potuto tendermi un altro assalto. Attaccasti così il mio Ranch, riducendolo quasi a brandelli. Ormai è sistemato, ma fu terribile." Sbuffò.

Abbassasti il capo, sentendoti terribilmente in colpa.

"Ma non mi arresi e ti cercai per tutta Holland Valley. Non appena mi accertai della tua posizione, ti tesi io un attacco, ma mai mi sarei aspettato che una cosa simile sarebbe accaduta. Da lì in poi, sai cosa ti è successo." Terminò.

Spazio Autrice
Finalmente il capitolo che stavamo aspettando! La storia è stata più o meno raccontata ed adesso iniziamo a vederci più chiaro! Cosa ne pensate delle azioni della protagonista?
Fatemelo sapere nei commenti!

Our Sin - John Seed x ReaderOù les histoires vivent. Découvrez maintenant