Capitolo 3

73 29 14
                                    

Era una mattinata fredda, nonostante il sole fosse alto nel cielo. Quando Monica riprese conoscenza, era avvolta in coperte di lana. Aveva dormito in una tenda, a terra, e la sua schiena ne risentiva.
Le immagini della notte passata intorpidirono i suoi pensieri. Agitata, diede un’occhiata furtiva all’esterno:
si trovava in riva al lago.
Rammentava ben poco, e il nome del lago non era tra quello.
"Ma come ci sono arrivata? Perfetto, adesso sono anche sonnambula"
Respirava aria fresca, spostandosi incerta sui massi scivolosi, preoccupata di chi potesse incontrare.

Percepì dei passi e si accovacciò dietro alcuni arbusti rinsecchiti.
Un ragazzo: indossava un cappotto nero, un paio di pantaloni larghi e un berretto verde dei Falcons, la squadra di football della scuola. Aveva il tipico fisico da lottatore, ben palestrato, con le spalle larghe.
Un ciuffo rosso completava i suoi lineamenti.

-Jack?-
Vedendolo, le si strinse il cuore,  e si diresse ad abbracciarlo di corsa.
Lo serrò in una stretta soffocante, per accertarsi che non svanisse nel nulla, come nella casa.
Lui le accarezzava i capelli ricci castani, dai riflessi rossi, visibili alla luce.
-Dove siete andati tutti? Che cosa è successo stanotte? Io...-
-Hey bestiolina, tranquilla. Non ti lascerò sola-
Rimasero così immobili per qualche istante.
-E tu, come giustifichi otto mesi di assenza, mia cara?-

Passeggiavano nel bosco per raccogliere della legna da ardere.
-Allora? Non hai intenzione di dire una parola?-
-Sono tutti in Europa… mamma, papà, Emma e Chris?-
-Si, a Parigi. Dopo mesi di tormento, i nostri genitori hanno deciso di riprendere a vivere-
Era irritato dall’argomento. Lui non aveva mai litigato con Rose e Luciel, eppure malcelava del risentimento.

-Devi credermi: io non so dove sia stata. Non ricordo nulla-
-Correggimi se sbaglio: ti sei risvegliata in un taxi e ti sei precipitata alla festa di Emma, in realtà avvenuta otto mesi prima?- la guardò divertito.
Monica voleva raccontargli il resto…la signora White...la luce...
Lui notò il suo sguardo spaventato e aggiunse:
-Ovviamente ti credo. Però comprendi che è una situazione davvero assurda?-

Vide sua sorella molto turbata, allora si fermò, le cinse le spalle con le mani, e disse:-Non ti preoccupare, ne usciremo. Siamo già fortunati a vederti viva-
Le diede un bacio sulla fronte e continuò il cammino.
Non era stato sempre affettuoso. Di sicuro amava la sua famiglia, ma a modo suo e con i suoi tempi.
Gli piaceva giocare con le persone.
Era l’idolo di tutti gli studenti e sfruttava tutto a suo vantaggio.
Ogni settimana usciva con una cheerleader diversa.
Era ossessionato dal proprio aspetto e dalla propria carriera sportiva.
"Ecco, questo è mio fratello".

-Hey Monica, hai sentito?-
-Cosa?-
Jack cambiò bruscamente direzione.
-Torniamo alla tenda. Non voltarti per nessun motivo-

MemoriaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora