「Capitolo 5」:Rumori Sospetti

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I suoi occhi non si chiudevano, rimaneva nel letto immobile a riflettere, guardando il soffitto. Non riusciva proprio a dormire, si sentiva soffocato, come se fosse sprofondato di nuovo in quel mare di dubbi e di insicurezze.

Quel bacio non lo avrebbe voluto avere da Todoroki, perché aveva capito di non amarlo. Ma, non sarebbe riuscito a dirglielo. Voleva far passare un altro po' di tempo, non sa quando, per dirglielo, e magari poteva anche nascere qualcosa, pensandoci su'. Ma l'amore non era quello, anche se Midoriya non aveva mai provato tale emozione.

Da piccolo, chiese alla propria madre cosa fosse, ma ella rispose che non era pronto per sapere, anzi, disse che ognuno ha la propria versione dell'amore, perché può essere anche quello che si prova per un amico, oppure per il proprio animale domestico. Amare è il voler bene qualcuno.

O almeno, era quello che lui aveva capito. Quella, era la sua versione. Anche se era bravo a scuola ed era intelligente, non sapeva il valore di alcuni sentimenti, non sapeva leggerli come faceva con i libri nella biblioteca. Todoroki amava lui, poteva chiedergli cosa provava nei suoi confronti nello specifico. Ma era ancora troppo scosso dagli avvenimenti avvenuti prima è dopo il bacio, e non voleva combinare casini, nonostante la sua curiosità.

Era stressato, ansioso e nervoso, e non sapeva come controllare quella furia che montava dentro di sé, come quando vide il padre morire dinanzi i propri occhi e quelli della madre, anche lei in lacrime. Il suo abbandono improvviso aveva scatenato un'ira in lui, così grande da non riuscire a chiudere occhio per la quantità eccessiva di eccitazione che circolava nelle sue vene. Chiuse solo per un istante i suoi occhi, per poi aprirli violentemente.

Quel silenzio avvolgente che avvolgeva tutto, e che, prima, stava circondano il castello, senza però calmare il Principe, venne rotto come lame di vetro tagliente, e lui le sentiva penetrarlo nel profondo. Era stato improvviso, un suono ovattato e forte. Era caduto qualcosa sul pavimento. Poi si sentì un imprecazione. Era caduto qualcuno. Pensò fosse una delle guardie, che magari era inciampata, ma non era un suono metallico, quello che era stato prodotto e che aveva sentito chiaro come la luna bianca nel cielo nero.

Si alzò di scatto, vestendosi il più velocemente possibile dei suoi abiti, ed uscì, vedendo due guardie vestite delle loro armature argentate e lucenti alla luce delle stelle che rifletteva dalle vetrate color dell'arcobaleno dopo una tempesta. I loro sguardi erano inpanicati, i loro respiro affannati, e subito Izuku fece loro delle domande:«Che cosa è successo? Chi è?»

«A-a quanto pare c'è un infiltrato, ma non sappiamo chi sia! È stato mandato un gruppo di guardie a cercare l'individuo. Noi siamo venuti per portarla nei sotteranei, non si sa-» ma vennero interrotti dal Principe, che li precedette. «No, non rimarrò nascosto nelle segrete. Non più. Ora che non c'è mio padre, sono io colui che deve difendere il proprio regno. Potrebbe essere chiunque, e forse è qui per prendere informazioni segrete. Voi andate ad avvisare la Regina, portatela al sicuro. Io vado dal gruppo incaricato di cercare il bandito. Dov'è?!» Il suo sguardo era determinato e forte. «Nella sala da Pranzo.» Le guardie non fecero null'altro, se non annuire guardandosi convinti e correndo verso la camera della Regina.

Izuku corse come il vento dove gli era starò indicato, e lì, vide il capo delle guardie reali a girare per la sala. «Principe! Dovreste essere con sua madre-» il capo lo notò, richiamandosi severo, ma lui lo interruppe le sue parole, guardandolo di rimando. «Non c'è tempo. Avevate mandato un gruppo ai cancelli? Non si sa mai, potrebbe entrare chiunque.»; «Sì, Sire. L'altro è andato a correre dietro il bandito, sono partiti da poco.»

"Non saranno lontani." Pensò speranzoso Izuku, ringraziando il capo delle guardie per l'aiuto e correndo dalle altre guardie. Non appena arrivò, iniziarono insime le ricerche, fino a quando non si sentirono dei passi veloci. Qualcuno stava correndo nei corridoi affianco, e tutti i presenti lo capirono. «Cosa dobbiamo fare?» Chiese Aoyama, guardando con i propri occhi blu il Principe, che borbottava qualcosa fra sé e sé. «Di là!» Gridò Tenya, seguito a ruota dagli altri. Aveva ragione, perché appena svoltarono l'angolo, una figura muscolosa dai jeans aderenti che gli coprivano le gambe, un mantello rosso, così come i suoi occhi appuntiti. Un sorriso sadico ed il busto scoperto.

Izuku, appena lo vide, pensò fosse l'uomo più bello che avesse mai visto, ed al diavolo Shouto Todoroki. Il nuovo mare dove affondava era quello degli occhi del biondo grano, che lo guardava. Era rosso, rosso come il sangue, caldo ed accogliente. Questa era la descrizione perfetta per descrivere il liquido in cui stava affondando. Ma era comunque un bandito, ma se non lo fosse stato, ci avrebbe fatto un bel pensierino.

«Cosa vuoi?!» Di nuovo, la voce di Iida Tenya rimbombó per tutta l'ala destra del castello che, ed il biondo dal lungo matello continuò a sorridere, furbo com'era. Non fece tardare la sua rsposta, ed indicò il Principe, che si irrigidí dalla paura. «Voglio lui!»

Nessun Dorma ※ -BakuDeku/KatsuDeku-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora