1 - Ritorno a Comendeen

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Profilo Instagram dell'autrice: mf.autrice

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Eloise

So perfettamente in quale girone dantesco mi farebbero finire dopo la morte: in quello degli ignavi. Mi eleggerebbero come capogruppo, perché è impensabile che qualcuno possa non decretarmi il prototipo più estremo di questa condizione.

Puntualizzo: non sono codarda o vile. Neppure pigra. Non è facile per me scegliere, tutto qui.

Esempio?

Le stagioni.
Amo il petricore della pioggia autunnale, lo stillicidio dell'acqua che si infrange sugli infissi della finestra della mia camera, le foglie d'acero che fluttuano leggere nei venti freddi, ma anche il sole d'estate che mi arroventa la pelle. I ghiaccioli all'amarena, la sabbia, il mare.

Il cibo.
Amo le costolette di maiale intinte in litri di salsa bbq, ma non disdegno nigiri e sashimi passati a dovere in secchi di salsa di soia senza glutine.

Insomma, tra le cose belle e buone, come si fa a effettuare una cernita? Se tutto è gradevole ai cinque sensi perché siamo portati a doverne legittimare soltanto una?

È convenzione sociale, la decisività, a mio avviso. La fermezza è sopravvalutata. Il discorso vale anche per l'orientamento sessuale. Sono etero, ma se un domani mi scoprissi innamorata di una donna, – mia madre morirebbe di infarto, ovvio – per me... ehi, calma, sarebbe okay!

Così per il sesso. Anche se ho vent'anni, beh, non l'ho mai fatto. Ma leggo molti libri romance, dark romance ed erotici, e avrei problemi a scegliere la mia posizione preferita. Ci scommetto.

"Non pensa che potrei amarlo? Non so spiegare il perché, so solo che lo amo." Hardin Scott potrebbe mettermi come vuole. Anche in improponibili posizioni yoga.

I colori.
Amo le sfumature brillanti, ma il nero mi dona e lo uso in più di un'occasione, anche se qui al Regno, tra nobili, è consentito solo ai funerali e nei tempi di lutto.

È il colore che stiamo utilizzandoli adesso, per dire. Qui, in Dassex, nella tenuta di campagna dove abitavo da bambina, il nero si rende protagonista ovunque si posi il mio sguardo. È nei nostri abiti. È chiuso in fiocchi di raso sul tovagliato, nei nodi che avvolgono le tende. È sulle lenzuola appese ai balconi in pietra, nei fasci cuciti sopra i nostri stendardi.

Qualcuno, nella mia famiglia, è morto improvvisamente due settimane fa. E ha lasciato un vuoto incolmabile nei nostri cuori.

Ma cerco di sorridere, di scherzare, di studiare come sempre. Tento di occuparmi della tenuta, di respirare a pieni polmoni, e lo faccio perché so che papà avrebbe voluto così. Lui diceva che ero la sua bimba forte, una perla forgiata nella roccia sedimentaria.

Tuttavia, non è sempre facile.

La verità è che a volte non riesco a gestire la faccenda. Quando apro gli occhi al canto del gallo, mi sembra ancora di captare la sua presenza viva e... piango sotto cuscini di piume.

Mi illudo, credendo che sia in sala da pranzo a leggere il suo quotidiano, e invece no... invece lui se l'è preso un ictus celebrale.

Io sono regina  Where stories live. Discover now