Capitolo 3

4.4K 162 36
                                    

Un'altra ora passò tra chiacchiere, risate e scherzi qua e là. La sua compagnia cominciava seriamente a piacermi. Anche se insopportabile, era simpatico, amichevole e abbastanza divertente. Dopo un'altro po'di chiacchiere, però, il sonno si fece sentire e mi addormentai.

**

Mi sentii strana. Mentre tenevo gli occhi chiusi, qualcosa mi strappó via dalle braccia di Morfeo. Aprii gli occhi lentamente e respirai a fatica. Sentivo un senso di nausea invadermi completamente e un mal di stomaco terribile. Feci un enorme respiro e sentii mancarmi l'aria. Cominciavo ad agitarmi. Guardai alla mia destra e vidi Niccolò dormire profondamente. Inizialmente decisi di lasciarlo dormire, non volevo infastidirlo per me. Sentii la testa girarmi e cominciai a soffrire di vertigini. Un senso di vomito portò al mio più totale malessere. Ormai respiravo talmente a fatica e rumorosamente che riuscii a svegliare Niccolò. Lo vidi aprire gli occhi e balzó dal sedile.

-"Aurora che te succede??"- mi domandò preoccupato e nervoso porgendosi verso di me.

-"M-mi sento mancare l'a-aria.."-

-"Soffri di mal d'aereo? Forza alzati e vieni con me"- mi ordinò prendendomi la mano. Annuii e mi fece alzare lentamente. Mise una mano dietro la mia schiena e con l'altra mi stringeva la mano per cercare di calmarmi. Sentire il suo tocco, infatti, sembrava mi aiutasse anche per un minimo. Camminai lentamente, sorretta da lui, e capii che mi stava portando al bagno. Nel tragitto mi accorsi che tutti ancora dormivano e che fuori era ancora buio pesto. Capii che era notte fonda. Poi mi voltai verso di Niccolò che aveva lo sguardo preoccupato e perso. In quel momento mi sembró infinitamente tenero.

-"Ecco siamo arrivati"- mi informó dopo avermi condotto in bagno. Mi fece sedere su un muretto e mi mise una mano in fronte.

-"Sei calda"- si fermó un attimo a pensare e mi guardò. Poi gli si accese una lampadina in testa.

-"Aspettami qua, non ti muovere"- mi ordinó ed io annuii. Uscì di fretta ed io rimasi sola tra le piastrelle bianche del bagno. In quel momento, nonostante non stessi per niente bene, apprezzai tantissimo il suo aiuto. Mi conosceva da pochissimo eppure mi stava aiutando come se fossi la persona più importante della sua vita. A invadere i miei pensieri fu lui che entrò nuovamente nella stanza. Si chiuse la porta alle spalle e tra le sue mani vidi un panno bianco, o meglio un asciugamano, ed una scatola. Appoggiò la scatola da qualche parte, e in tutta fretta inzuppó l'asciugamano d'acqua fredda. Lo strinse tra le mani, lo piegó e lo posó delicatamente sulla mia fronte.

-"Questa ti aiuterà"- mi rassicuró sorridendo. Poi prese la scatola misteriosa da cui ne afferrò una macchina, che sembrò essere quella per misurare la pressione.

-"Da buon ipocondriaco che sono, questa me la porto ovunque. Per fortuna avevo la valigia vicina"- mi informó. Era ipocondriaco? Ora di lui sapevo qualcosa in più. Io non spiccicavo parola, sia perché non ne  sentivo particolarmente la necessità e sia perché preferivo ammirare tutta la scena. Era così premuroso che mi lasciò spiazzata. Mi fece alzare il braccio destro e strinse la fascia per la pressione attorno ad esso. Aspettò qualche istante e lesse qualcosa dalla macchina.

-"Hai la pressione bassa. Appena torniamo lì ti do del succo di frutta"- annuii. Era l'unica cosa che ero capace di fare in quel momento. Ripose via la macchina e richiuse la scatola. Poi tornó da me, mi tolse il panno dalla fronte e ci mise la mano. Era così calda, che in contrapposizione col freddo precedente, mi fece sussultare. Preferivo più sentire il suo calore che il freddo di un asciugamano. Mi guardó ancora tenendo le sue iridi dritte nelle mie. Nei suoi occhi leggevo una nota di preoccupazione.

È davvero preoccupato per me..

Osservai nuovamente i suoi lineamenti e i suoi occhi, erano così belli. Anche nel bel mezzo della notte. Anche dopo essersi appena svegliato. Aveva i capelli leggermente scombinati e ancora la leggera forma della mano sul suo volto, a causa del fatto che poggiava su quella mentre dormiva. Mi ispirava tanta tenerezza, ma anche tanta di quella sicurezza che era da tempo che non sentivo.

La Mia Àncora⚓Where stories live. Discover now