25-reunion

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BERENICE'S POV

Tutti erano presenti, o meglio, quasi tutti. Bellatrix Lestrange, Severus Piton, Fenrir Greyback, Mulciber, Augustus Rookwood, Il signor Crabbe e molti altri erano seduti sulle varie poltrone e divani del salotto di ricevimento. Il signore Oscuro mancava.

Appena entrammo, Bellatrix si alzò in modo disinvolto alla vista di suo nipote. Ghignò e poi aprì le braccia facendo segno al biondo di andare da lei. Lui camminò lentamente e con sguardo basso; si vedeva che non aveva alcuna voglia di andare da lei. Si abbracciarono, ma non era un vero abbraccio. Era senza empatia e soprattutto era senza amore. Draco si staccò con forza e ritornò accanto a me lanciandomi un'occhiata triste e preoccupata.

"Il grande Signore Oscuro arriverà domani, alla Vigilia e terremmo una cena in suo onore." annunciò Bellatrix, poi ridendo istericamente.

C'era molta tensione nella stanza e si poteva tranquillamente palpare. Tutti gli occhi erano puntanti sulla donna riccia che camminava con fare tenebroso per la stanza. I Mangiamorte seduti sbuffavano e sospiravano.

A minuti si sarebbe tenuta la cena e un silenzio intorpidiva la stanza. L'unica cosa che si sentiva erano le due signore Black parlare sottovoce in un angolo della stanza. Mia madre sorseggiava un calice di qualche vino raffinato proveniente dalle cantine Malfoy accanto a Menkar, la quale stava leggendo un libro. Praticamente l'unica cosa che faceva oltre a fare da dama di compagnia a Narcissa.

Draco ed io eravamo ancora in piedi e ci eravamo spostati vicino ad una finestra. Stavo osservando e toccando un drappeggio della tenda quando mi accorsi che egli mi stava fissando.
Alzai un sopracciglio ma lui non si mosse.
"Cosa c'è?" sussurrai impercettibilmente.
"Siamo nella merda." alla sua risposta, corrucciai le sopracciglia.
"Scommetto che mia zia non sa riguardo al fallimento della Grifoschifo, altrimenti non mi avrebbe abbracciato." guardò fuori per poco e poi continuò.
"Quel verme di Piton laggiù non gliel'ha detto. Adesso dobbiamo affrontarla noi, o meglio, io. Preferisco che non ti faccia male. Quando s'infuria può diventare letale."
Provai a rispondere, ma mi bloccò. Mi guardò dritto negli occhi.
"Mi prometti che starai zitta quando succederà? Non provare a difendermi o a ribattere."
"Perché non dovrei? Siamo qua insieme e abbiamo sbagliato in due."
"Ti prego, non rendere le cose più difficili di quanto lo siano già." rimasi zitta. Stavo cominciando a temere cosa sarebbe successo dopo cena.

Passarono alcuni attimi e la cameriera aprì le porte della sala da pranzo tutta apparecchiata e abbellita con centri tavola di fiori bianchi e viola.
Tutte le persone sedute si alzarono ed entrarono ordinatamente nella stanza, seguiti poi da me e Draco, che decidemmo di entrare per ultimi.
Ci sedemmo uno accanto all'altro, davanti alle nostre madri e a Bellatrix e iniziammo a mangiare silenziosamente cercando di evitare di portare l'attenzione su di noi, anche se chiaramente, prima o poi saremmo diventati l'argomento più atteso della serata.
Ad un certo punto alzai lo sguardo per osservare la posizione dei commensali e per cercare Piton. Lo trovai dall'altra parte della tavola che dialogava tranquillamente con Rookwood e Yaxley. Sembrava troppo tranquilla come cena e nessuno stava ancora parlando del fantastico piano di Lord Voldemort. Mi sembrava di essere in un limbo, in una bolla, sul fondo di un oceano. Tutto mi sembrava così normale ma allo stesso tempo così strano. Forse avevo troppe aspettative? Forse mi immaginavo che appena sarebbero arrivati i Mangiamorte, avremmo parlato solo del piano per finalmente sconfiggere Harry Potter e riuscire ad imporre la supremazia dei Purosangue?

Mi sembrava così tutto facile e imprevedibile. L'ansia stava entrando nel mio sangue come veleno. Se Draco aveva ragione, prima o poi avremmo dovuto confrontarci con la portavoce del Signore Oscuro. Ma la vera domanda era: quando?
Mia madre mi distrasse dal ragionamento che stavo sviluppando.

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