Capitolo 34

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Liam's pov

Finalmente posso uscire da scuola. Ci hanno tenuti tutti li per forza per i controlli. Quello che è successo è un disastro e sicuramente c'è una spiegazione.  Holly non è un' assassina -Liam! Fermati aspetta!- la voce di Aby mi ferma -Aby sono di fretta, non ho visto Sarah- la sento battere i piedi per terra -Fermati ho detto!!- mi blocco sbuffando e mi volto -Che c'è?!-,-Voglio venire da Holly!- scuoto la testa -No Aby, ti prego mi rallenti e basta. Appena saprò cosa è successo di porto da lei- Sanza aggiungere parola me ne vado. Entro velocemente in macchina e metto in moto verso la centrale di polizia. È lontana dal paese, un po' fuori. Ci metto circa mezz'ora per arrivare. Parcheggio e esco velocemente. Una volta entrato, vado al banco dove dietro posso parlare con un poliziotto -Mi dica- dice cordialmente -Salve, mia... sorella è stata portata via da scuola questa mattina. Holly Steven, è stata... arrestata. Dove posso trovarla?- il poliziotto si rivolge al computer e attendo ansioso. -È in questura signore, non può ancora vederla. Sarà interrogata e vedremo quello che è successo. Non può vederla- Mi sento mancare il respiro -Come non posso vederla?! Ha bisogno di me! Non può affrontare tutto questo da sola! Lei è innocente!- la mia voce è uscita un po' troppo alta e ha richiamato l'attenzione di altri due poliziotti che si stanno avvicinando. Quello con cui sto parlando fa segno di stare tranquilli agli altri -Mi dispiace ma non può ancora vederla. Sono regole e soprattutto in questi casi vanno rispettati. Non stiamo parlando di una mela rubata ma di omicidio- mi sento ribollire il sangue -Quando potrò vederla?!-,-Prima deve essere interrogata e poi vedremo il da farsi- batto il pugno sul banco e sbuffando e imprecando esco.

Holly's pov

Mi sento sporca e buttata nella spazzatura. Mi tremano le mani e le ginocchia. Sono seduta per terra, su un pavimento in pietra. Mi stringo le ginocchia al petto come se potesse infondermi sicurezza. Sono sudata e sulle guance non so se c'è più sudore o più lacrime. E i capelli sono leggermente bagnati. La porta è fatta con le sbarre e c'è una tavola di legno attaccata al muro. Mi hanno permesso di lavarmi le mani dal sangue di Ashley solo dopo aver preso le impronte digitali, mi hanno detto che starò qui per poco ma non so quanto sia vero. Ho paura. E sono traumatizzata. Quello che ho visto non dovrebbe vederlo mai nessuno. Non dimenticherò mai quella visione: i suoi occhi sgranati, i lividi violacei sul collo e il sangue. Ho il fiato pesante a pensarci. Poteva essere tutto quello che voglio, una stronza e una puttanella ma non meritava di morire. Era troppo giovane. Sento ancora le lacrime riformarsi nei miei occhi e desidero solo avere qualcuno vicino. Ma non chiunque. Lui. Sobbalzo a un cigolio. Un poliziotto sta aprendo la "porta" -Venga signorina- continuando a tremare mi alzo alzo a fatica e quando mi avvicino, il poliziotto mi prende per il braccio e mi tira. Allungo il passo per non cadere e dopo aver camminato qualche minuto arriviamo davanti a una porta vera. C'è un grande specchio, l'ho visto nei film. Io non vedo al di là dello specchio ma le persone fuori lo vedono come un vetro. E mj osservano. C'è un tavolo bianco come le pareti e due sedie -Siediti- senza dire niente vado e mi siedo su una delle due sedie mentre il poliziotto richiude la porta.

Passa solo qualche minuto quando la porta si riapre. Entra un uomo in giacca e cravatta, ma non i completi di quelli eleganti da matrimonio, come quelli che si mettono al lavoro. Ha i capelli grigi e gliene mancano un po'. Si avvicina e si siete sulla sedia difronte a me. -Buongiorno signorina Steven, io sono il signor Jackson, sono qui per farle qualche domanda su quello che è accaduto questa mattina- Annuisco -Mi dia la sua versione dei fatti. Stia tranquilla va bene? Dobbiamo ancora analizzare il corpo della ragazza morta- a queste parole mi vengono i brividi. La ragazza morta. Faccio un respiro profondo e cerco di collaborare. -Era la terza ora di questa mattina signor Jackson, Ashley è uscita per andare in bagno circa mezz'ora dopo l'inizio dell'ora. È passato un quarto d'ora e Ashley non tornava, dovevo andare in bagno anche io, così ho chiesto di uscire.  La professoressa mi ha dato il permesso aggiungendo di chiamare Ashley o l'avrebbe mandata dal preside. Quando ho aperto la porta del bagno ho trovato il corpo esattamente come l'avete trovato voi. Forse ho fatto una stupidata ad avvicinarmi, adesso pensate che l'abbia uccisa io. Volevo capire se era viva signore... ero terrorizzata. Ho lasciato la porta aperta e ho sentito il polso, non c'era battito. Non mi sono nemmeno accorta di essermi sporcata con il sangue.  È passato un ragazzo che conosco solo... di vista diciamo. Ha gridato aiuto e mi ha chiamata assassina. È arrivata la polizia e mi hanno portata qui- il signor Jackson annuisce annotandosi tutto quello che dico. Sento lacrime salire e devo avere gli occhi lucidi credo -Stia tranquilla signorina Steven. Io le credo, davvero. Non credo che lei sia un'assassina. Adesso la riportiamo dov'era, interrogheremo i testimoni. Nel frattempo potranno anche venire a trovarla quindi non sarà più sola- Annuisco -Quanto devo restare?- scuote la testa -Anallizzeremo il corpo subito domani e appena dichiarata innocente verrà liberata senza alcun problema- Annuisco incerta mentre il signor Jackson bussa alla porta, gli aprono e un poliziotto mi riporta dov'ero.

-Aspettate...- fermo il poliziotto e il signor Jackson prima che richiudano -Quando mi avete portata qui mi avete preso il cellulare. Avete detto che possono venire a trovarmi... cercate il nome di Har... di Liam e fatelo venire. Vi prego ho bisogno di non restare sola...- il signor Jackson e il poliziotto si guardano in faccia -Okay- detto questo se ne vanno chiudendo a chiave la porta fatta di sbarre. Sono di nuovo sola. Mi rimetto nel mio angolino e cerco di non piangere ancora.

-Signorina Steven?- Alzo lo sguardo. Alle spalle del poliziotto c'è Liam. Scatto in piedi e appena aperto, Liam corre e mi prende tra le braccia. -Liam...- comincio a singhiozzare e Liam mi accarezza la testa -Sssh, sono qui non preoccuparti- Annuisco contro la sua spalla -Se avesse problemi signor Steven, prema il pulsante- signor Steven? Liam annuisce e ringrazia. La guardia va via. -Signor Steven?- Liam ridacchia -Ho detto di essere tuo fratello...Credevo che mi avrebbero lasciato entrare prima- sorrido -Che cosa è successo Holly?- il mio sorriso scompare all'istante e abbasso lo sguardo -Non puoi evitarlo... guarda dove siamo- sospiro. Liam mi prende per mano e ci sediamo sulla tavola di legno abbracciati, la mia testa sulla sua spalla e gli racconto l'accaduto.

-Fa accapponare la pelle Hol...mi dispiace- sospiro -Mi credi Liam, vero?-,-Certo! Holly ti conosco e tu conosci la morte e il dolore meglio di altri...non lo avresti mai fatto- ha ragione. La porta della cella cigola ancora -Mi dispiace signor Steven ma per oggi l'orario delle visite è finito... può tornare domani mattina. Apre alle nove- Liam sbuffa insieme a me e mi lascia un bacio sulla fronte -Torno domani mattina. Okay?- Annuisco e lo lascio andare. Guardo la cella richiudersi e il buio più totale avvolgermi. Sola.

Mi sdraio sulla tavola e cerco di dormire. Le mie palpebre sono pesanti, spero solo di non avere incubi. Non ci sarà nessuno a svegliarmi.

Apro gli occhi di scatto. Fa un freddo pazzesco. Tiro le ginocchia al petto per cercare di infondere calore. Inutilmente. Mi sporgo, riesco a vedere un orologio. Sono le otto e mezza. Ho dormito senza svegliarmi e senza incubi. Strano. Mi metto seduta è cerco di mettere un po' in ordine i capelli con le mani. Noto nell'angolo per terra un panino e un bicchiere d'acqua in un vassoio. C'è anche un piattino con della brodaglia. Mi avvicino e prendo il pane. Mi rimetto nel mio angolino e lo addento.

Guardo ancora l'ora. Sono le nove adesso. Tra poco arriverà Liam. Spero. Sento dei passi venire verso di me e mi alzo in piedi. La guardia compare e dietro di lui... un ragazzo, non è Liam. Il biondo che mi ha baciata e chiamata assassina. Direi che non è una bella compagnia. Che cosa ci fa qui? I suoi occhi sono troppo azzurri.  Fanno davvero paura, eppure li ho già visti, come in un incubo lontano. -Chi sei?- mi azzardo a dire -Luke. Sono Luke- lo squadro -Mi ricordo vagamente di te- ridacchia e si appoggia a una sbarra -Io invece  ti conosco così bene...- incrocio le sopracciglia -...mi...conosci?- annuisce sorridendo. Che faccia da sberle che ha -Povera bambina... non posso mandarti messaggi mentre sei qui dentro- il suo sorriso diventa un ghigno malefico. Mi si ghiaccia il sangue. Quegli occhi, quel fisico, quella bocca... lo sconosciuto. È lui -Sei tu lo sconosciuto?!- ridacchia ancora -Risposta esatta- mi sento mancare -mi sono divertito con te- Cammina avanti e indietro -Ma che cosa vuoi da me?!- sputo fuori -Vendetta- vendetta? Ma che cosa sta dicendo? -Ma io non ti ho fatto niente...- abbassa lo sguardo ed è diventato pieno di odio e disprezzo...per me -Ti dice qualcosa il nome... Jake?- mi sento soffocare. L'aria è diventata troppo poca qui dentro -Che cosa c'entra lui?!- alza lo sguardo su di me -...c'entra. Lui era mio cugino-,-Jake non mi ha mai parlato di te- mi difendo -Ci sono molte cose che non sai di lui e non ho intenzione di dirtele. L'hai ucciso. E adesso voglio vendetta.  Ma la otterrò a modo mio. Se dici qualcosa a qualcuno, non giocherò solo con te, ma anche con il tuo amichetto...- si guarda le unghie -Devi lasciare stare Liam- torna a guardare me -Oh... ma io non sto parlando di Payne- oh...Harry -Voglio che te ne vai subito-,-Ohoh...il tasto dolente-,-Ti ho detto di andartene!!- ridacchia -Ai suoi ordini, maestà- rumori di passi fuori dalla cella. La guardia -Avete finito? C'è un'altra visita- Luke mi lancia un'ultima occhiata -Certo. Me ne stavo andando- mi manda un bacio volante con la mano e esce dalla cella. Da dietro il muro sbuca Liam che entra a sua volta. Appena viene rinchiusa la porta gli butto le braccia al collo -Stai bene Holly?- Annuisco. Non posso dirglielo o gli farà del male -Sì. È tutto okay- lo prendo per mano e ci sediamo sulla tavola dove ho passato la notte. Mi stringo a lui sperando che il freddo passi. La mia vita è un incubo.

È un po' che Liam mi racconta dei ragazzi e di Aby, Sarah. Prova a convincermi a parlare con Louis ma non ne ho voglia. -Signorina Steven?- Alzo la testa dal petto di Liam -c'è un' altra visita per lei. Suo fratello può restare dato che c'è più sorveglianza- Annuisco e sento un rumore di passi avvicinarci -Prego signore...- la guardia si sposta e compare. Mi alzo in piedi, credo che mi giri la testa. Non può essere lui...

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