|Capitolo 2|

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"Che credi di fare eh?!" Urlò Taehyung, strattonando il minore dalla felpa. Lo spinse di forza contro la parete a lato della porta di camera sua e lo fronteggiò.
"I-io scusa, stavo solo guard-" si scusò Jungkook, impaurito per l'estrema vicinanza del corpo del maggiore.
"Fatti i cazzi tuoi, è chiaro? Convivere non vuol dire andare d'accordo, perciò sparisci" disse a pochi centimetri dal volto del moro.
Taehyung lasciò la presa sul minore, rimise il proprio quaderno sulla scrivania e riordinò alcune cose nell'armadio.
"Sei ancora qua? Che vuoi?" chiese scocciato, notando che il moro stava ancora in piedi vicino al muro.
"O mi rispondi, o te ne vai. Non voglio seccature" disse sprezzante, non curandosi minimamente dei sentimenti del più piccolo.
"Senti potresti essere un po' più gentile, dal momento che io non c'entro nulla con la tua rabbia" sbuffò il minore, sentendo le lacrime pronte per uscire. Odiava essere così sensibile, tanto da piangere anche solo per delle discussioni minime. Si sentiva un debole.
"Esci" mormorò atono il maggiore, voltando lo sguardo verso la finestra, ignorando così il ragazzo.
Jungkook ne rimase sorpreso, non pensava che la discussione si sarebbe conclusa così.
Uscì di corsa dalla camera del maggiore e si diresse verso la propria. Si infilò il pigiama e preparò lo zaino per il giorno dopo, il primo nella nuova scuola.
Si lavò i denti e si distese sul letto, con lo sguardo rivolto verso il soffitto. Ripensò alle parole del castano e piccole lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi.
Quindi sono una seccatura anche per lui, pensò, abbracciando il cuscino mentre il suo sguardo vagava per quella camera ancora spoglia.

Giovedì

Il giorno seguente non iniziò nel migliore dei modi. Fu svegliato dalle urla provenienti dal piano inferiore.
Ma che diavolo, già di prima mattina?
Si alzò dal letto e scese le scale, per raggiungere la sala da pranzo da cui provenivano le urla. Entrò e la scena che gli si parò davanti, lo lasciò a bocca aperta.
Taehyung e suo padre stava litigando, da lati opposti del tavolo, mentre la madre di Jungkook ed Elliot restavano in silenzio, con lo sguardo basso.
"Buongiorno Jungkook, perdonami per questo risveglio spiacevole" disse il padre, appena si accorse della sua presenza.
"Buongiorno" rispose lui, sedendosi in una sedia lontana da tutti, essendo il tavolo parecchio grande.
"Lo vedi? Manco lui vuole stare qui, perché cazzo devi fare storie a me?!" Urlò il maggiore, stringendo i pugni con rabbia.
"Ti avverto, usa ancora questo linguaggio e vedi cosa ti faccio. Pensa piuttosto a fare qualcosa di produttivo, invece di lamentarti costantemente" concluse il padre.
Jungkook ci rimase un po' male per il ragazzo che, da quel che aveva capito, non accettava questa convivenza. Lo capiva, anche lui era stato costretto, ma almeno sua madre lo aveva avvertito in anticipo, mentre il padre di Taehyung non ne aveva fatto parola con il ragazzo, se non nel momento stesso in cui i due ospiti entrarono in casa.
"Non ci posso credere" sbuffò il maggiore, prima di alzarsi dalla sedia senza sparecchiare.
"Allora Jungkook, oggi è il tuo primo giorno di scuola vero?" Chiese Mark, non preoccupandosi minimamente per il figlio.
"Ehm sì" rispose ancora intimidito per la situazione nella quale si era ritrovato.
"Sono sicuro che andrà benissimo, ti accompagnerà Taehyung." Continuò l'uomo, rivolgendo un veloce sguardo a Jungkook.
"Cosa?! Nono vado da solo, non voglio disturbarlo." Si affrettò a dire, non volendo peggiorare il suo rapporto, se così si poteva chiamare, con il maggiore.
"Oh no, ti accompagnerà lui, così può portare anche Elliot. È deciso, anzi appena hai finito vai a dirglielo, per favore" disse l'uomo, prima di alzarsi da tavola e lasciare un bacio veloce sulla nuca della moglie.
"Tesoro andrà bene" lo incoraggiò lei, accarezzandogli l'avambraccio sinistro.
"Cosa esattamente? La scuola oppure questa nuova vita che neanche ho chiesto?" Ribatté duro, spostandosi dal tocco della madre e dirigendosi verso il piano superiore.
Camminò verso la camera del maggiore e bussò debolmente alla porta, che fu aperta dopo pochi secondi.
"Mi sembrava strano che mio padre bussasse prima di entrare" sbuffò divertito, anche se si poteva leggere la tristezza e la rabbia nei suoi occhi.
"Cosa vuoi?" Chiese pochi secondi dopo, vedendo il ragazzo rimanere fermo, senza spiccicare parola.
"T-tuo padre ha detto che devi accompagnarmi a scuola" mormorò in risposta.
"Cosa?!" Alzò il tono l'altro, spalancando la porta, che fin'ora era rimasta parzialmente chiusa.
Jungkook poté vedere il disordine nella sua camera, probabilmente causato proprio dallo scatto di rabbia del castano.
"I-io vado da solo" concluse il più piccolo, sorprendendo Taehyung, il quale si sentì un po' in colpa. Aveva capito di far paura al ragazzo, perché non lo guardava mai negli occhi e utilizzava un tono sommesso.
"No, vengo con te. Altrimenti sarà peggio" concluse, prima di chiudere la porta, lasciando il ragazzo fuori.

𝐄𝐬𝐜𝐚𝐩𝐞 - 𝐭𝐚𝐞𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora