Capitolo 5

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Stanco morto. Odia fare da autista alledonne del boss, anche se sa che questa volta era un'occasioneparticolarmente importante. Fornire le ragazze alla festa privata delcommissario della polizia della città è un'occasione davvero tropposucculenta per lasciarsela sfuggire, farsi tutti kilometri avanti eindietro per scarrozzarle un po' meno. Un lavoro noioso ma facile.Sbadigliando entra così nella sala caffè e ristoro del localeprincipale di Graves. Ancora un paio di ore poi potrà tornare a casaa dormire per 8 ore di fila. Pochi saluti e cenni del capo aicolleghi presenti, tre o quattro, che chiacchierano seduti suldivanetto. Una scena quasi normale, se si esclude che sono tuttiinvischiati con la malavita. Non è dell'umore per parlare. In realtànon lo è praticamente mai. Solo un caffè bollente americano perriprendersi e basta. Proprio mentre aspetta, la risata di uno di lorone attira l'attenzione, portandolo ad ascoltare i discorsi.

<Lo hai visto? Piangeva eppuregodeva da impazzire. Quante volte sarà venuto? Tre, quattro? Gliomega sono fantastici. Non ne avevo mai provato uno prima, ma credonon me lo scorderò facilmente. Nonostante fossi....credo il quartoche se lo scopava? Bhe era stretto al punto giusto. Peccato cheprobabilmente domani finirà tra le mani di Graves. Addomesticato adovere> un brivido che lo attraversa a quelle parole, mentre a unarisata sguaiata scoppia nuovamente. Una pessima sensazione, mentreignora il caffè ormai pronto e si dirige dai colleghi. Un farefintamente calmo.

<Serata divertente pare> un modocome un altro per far sbottonare gli altri, decisamente di ottimoumore. Infatti uno di loro ecco che lo guarda, sorridendo contento. Iprimi due bottoni della camicia slacciati e la cintura dei pantalonidei palesemente messa male.

<Ehi Connor! Vai in camera di la.Monta il giovane che il capo ci ha lasciato per stanotte.Un'occasione così non ti capita più, fidati. Solo non venirglidentro, tu. Da Alpha rischi di metterlo incinta. Poi chi lo sentemister Graves?> Una pratica comune quella di lasciare alcuniragazzi e ragazze tra le loro mani per alcune ore, così da esserepiegati poi ai desideri perversi del capo. Una pratica che a lui nonè mai piaciuta e a cui ha mai ha partecipato. Fino ad ora.

<Avevo bisogno di qualcosa persvegliarmi. Grazie della dritta. Per un'ora non cercatemi> quasiun ordine a quegli uomini che ridono complici, come solo tra maschisi fa in certe situazioni, mentre riesce anche lui a sorride con unafatica immensa.

<Si si vai! Dovrebbe esserci Evansche sta finendo. Te lo lascia caldo e pronto> un ultimo occhiolinoe battute spinte che lo seguono, prima di dirigersi nel corridoio.Una calma apparente che diviene fretta, camminando veloce lungo lastrada che lo conduce a quella stanza. In mano il cellulare mentrechiama il numero dell'albino <Cazzo Alex rispondi!> un sibilo adenti stretti mentre parte la voce elettronica che avverte che ilnumero non è raggiungibile <Cazzo!> la pessima sensazione chetramuta in paura mista a rabbia, ripetendosi che non si tratta dilui. Che è al sicuro a casa a dormire. Nessuno tranne lui è alcosciente che sia un Omega dopotutto. Darà qualche altro poverodisgraziato. I passi sono una corsa fino alla porta della stanza inquestione. Mugugni, gemiti, ringhi e un singhiozzo di sottofondomisto a versetti di piacere quasi costretti. Una pesantezza addossomentre apre la porta.

L'ErroreWhere stories live. Discover now