IL CAPITANO DI GRIFONDORO - 10

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"Ehi, ciao Angelina!" disse mettendosi davanti a lei e muovendo energicamente la mano in segno di saluto per evitare di spaventarla come l'ultima volta.

"Ehi, ciao Oliver!" gli sorrise lei per niente spaventata interrompendo all'istante l'incantesimo Musicorum. Questa tattica aveva decisamente funzionato e potevano iniziare una conversazione normale finalmente senza dover sobbalzare e discutere per i successivi dieci minuti sulla mancanza di tatto dei ragazzi quando si avvicinano a ragazze assorte o concentrate.

"Posso?" Le chiese Oliver indicando la sedia accanto a lei. "Certo... e me lo chiedi pure?" rispose lei spostando la sua cartella bordeaux e oro a terra.

"Ti sembrerà assurdo quello che sto per chiederti ma... questo weekend ci sarà il primo fine settimana a Hogsmeade e pensavo...ti va di farci una passeggiata insieme?" le parole gli uscirono tutte d'un fiato come se fossero lì ad aspettare da giorni di poter vibrare nell'aria destinate alle orecchie di lei.

"Oh Oliver, che pensiero gentile!" rispose lei con un misto di stupore e curiosità indagatrice nel volto.

Lui non era sicuro che lei avesse inteso cosa c'era realmente dietro la sua richiesta ma non gli importava e ...

"...mi dispiace davvero molto ma sarà per la prossima volta Oliver. Ho già promesso a un mio amico che sarei andata con lui!" continuò distogliendo lo sguardo, improvvisamente attratto dal legno massiccio del tavolo.

Gli attimi che seguirono, la costatazione che era un completo sciocco e che ormai era arrivato troppo tardi sembrarono infiniti nella mente di Oliver; eppure come se le parole uscissero in automatico dalla sua bocca disse:

"Ah, ok. Non preoccuparti, lo capisco, c-certo. V-vai pure con il tuo amico se ormai gliel'hai promesso.... M-ma scusami chi sarebbe questo tuo amico?" cercò di indagare con fare noncurante e distogliendo anche lui lo sguardo improvvisamente attratto dal suo zaino lasciato sul tavolo dove si sarebbe dovuto sedere a studiare.

"Beh, eemm... è Thomas Gray, quel ragazzo di Corvonero che fa parte del gruppo di scacchi magici della scuola, non so se lo conosci" rispose Angelina con un filo di rossore che iniziava a intravedersi sul suo volto e sempre più concentrata a fissare il legno scuro del tavolo.

Poi d'improvviso alzò lo sguardo e fissò Oliver curiosa:

"Perché scusa vuoi saperlo mio... Capitano degli Stivali?" "Tranquillo non influenzerà in nessun modo con gli allenamenti della squadra se è questa la tua paura... né in nessun modo con le mie prestazioni alle partite visto che non fa parte della squadra di Corvonero e tra l'altro odia anche il Quidditch"

"Un po' troppe giustificazioni bella la mia Cacciatrice per avere tutta questa coscienza a posto... e poi, davvero odia il Quidditch questo Tommy Ray? Ma che razza di ragazzo è?" continuò con nonchalance Oliver senza lasciare trapelare nessuna emozione a colpo d'occhio.

"Thomas Gray prego! E poi... ma come siamo finiti in questa conversazione? Non penso siano affari tuoi con chi esco io, intesi?" alquanto contrariata Angelina si alzò dalla sedia, sbatté il libro e lo ripose nell'apposito scaffale. Si sentiva un po' troppo infastidita per essere una semplice conversazione con il capitano della sua squadra ma non sapeva spiegare il perché. Non sapeva dire perché di colpo si era sentita avvampare e salire un nervoso e una stizza incredibile nei suoi confronti.

"No, no. Ehi, calma Angelina! Riprendi pure il tuo libro tanto sono super indietro con i miei compiti e mi sposterò su quel tavolo lì così da evitare distrazioni, ok? Ah, e divertiti a Hogsmeade con il tuo amico Tommy Ray."

Più velocemente che poté raggiunse il suo zaino, tirò fuori i libri e si chinò su di essi ignorando del tutto quello che succedeva intorno a lui, specie dalla parte di Angelina.

Ma durò ben poco visto che, appena dieci secondi dopo, lei passò al suo fianco e, con un sussurro carico di rabbia, gli disse:

"Ma che problema hai? Tu non sei normale, lo sai questo?" si volatilizzò senza lasciare al giovane capitano né il tempo di formulare una qualche risposta né quello di spiegarsi, di provare a descrivere a parole quanto l'amava, quanto teneva a lei, quanto lo faceva impazzire il solo pensiero di lei accanto a un altro.

Ma come troppe volte l'esperienza ci insegna i momenti vanno colti al volo, senza pensarci troppo e agendo il prima possibile e, ahimè, questo è esattamente ciò che succede a chi si lascia fermare dai mille dubbi, dalle paure o dalle incertezze nell'agire.

Oliver lo sapeva, aveva imparato la lezione ormai e, mentre era lì per una volta con la testa completamente vuota, segno di certo non positivo dopo quanto accaduto, fece una promessa a se stesso...

Mai più starò in disparte ad aspettare. Mai più lascerò altri agire e farsi avanti, viversi la vita appieno rimanendo paralizzato dalle incertezze, giurò silenziosamente premendo la sua mano destra sul cuore più forte del necessario.

Questo era vero per lui, questa era una decisione presa e il suo onore di capitano, la sua tenacia e la sua grinta gli imponevano di rispettarla veramente d'ora in avanti, a qualunque costo.

AMORI NASCOSTI A HOGWARTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora