Pazzia

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Rimaniamo per un periodo interminabile abbracciati l'uno all'altra.
Non me la sento di lasciarla, e a quanto pare nemmeno lei lo vuole.
Sentire il suo viso contro al mio petto mi fa sentire... invincibile. Ho tra le mie braccia la dea che veneravo, la donna che mi tormentava con i suoi occhi malefici.
Quel che riesce a provocare è davvero inspiegabile... ma finalmente sono riuscito ad averla con me, non potrei essere più felice di così.
Senza dire nulla, la prendo in braccio e la porto in camera.
La faccio distendere sul letto per poi andare a prendere qualcosa dell'armadio.
Appena quella cosa sfiora la pelle di Lenore, lei capisce subito, ma non dice niente.
Dolcemente, le lego i polsi alla testiera del letto.
Il suo respiro diventa sempre più veloce, è già così eccitata?
Non pensavo avrebbe avuto un effetto così immediato...
Le sfioro la coscia col la mia gamba, invitandola a lasciare uno spazio in mezzo alle sue gambe.
Nuovamente, sento il suo respiro diventare ancora più veloce.
Questo mi riporta alla mente ad una cosa che avevo sentito tempo fa...

Ero andato a letto con una ragazza che si soffocava da sola mentre faceva sesso... diceva che era molto più eccitante. E in effetti, tra tutte i rapporti che ho avuto, quello con lei è stato il più insolito, ma anche il più piacevole.
-Ti fidi di me?- le sussurro dandole dei piccoli baci in tutto il corpo.
Non risponde, ma annuisce debolmente.
Prendo un altro pezzo di corda e gliela lego intorno al collo. Con dei pezzi di stoffa le tappo la bocca e le copro leggermente il naso.
-Riesci a respirare ancora un po'? Almeno quanto basta per permetterti di vivere?- le dico iniziando ad esplorare la zona sotto l'ombelico.
Lei si ostina a non rispondere, ma penso che sia un sì, penso che mi avrebbe già avvisato altrimenti.
Intanto le mie dita accarezzano la sua zona più sensibile.
Eseguo gli stessi movimenti dell'ultima volta, e ogni tanto mi permetto di andare anche un pochino più in basso.
Questo sembra piacerle molto, così decido di aumentare leggermente la velocità.
Sento il suo respiro affaticarsi, il suo corpo comincia ad agitarsi.
Tutta questa sua agitazione è contagiosa, così tanto che persino io mi sento travolto da questa eccitazione.
La sua gamba, in mezzo alle mie, inizia a muoversi, sbattendo leggermente contro il mio amico. Non ho idea se sia una cosa voluta o meno... ma è fottutamente piacevole.
Intanto credo che lei stia per arrivare all'apice dell'eccitazione, i suoi gemiti me lo fanno intuire.
Muovo ancora più velocemente le mie dita, per poi vederla bloccarsi di colpo.
La slego lentamente mentre le chiedo -allora? Com'è stata quest'esperienza?-
Ancora una volta, niente risposta.
La cosa però inizia a non piacermi.
Le tolgo anche i pezzi di tessuto e persino la benda dagli occhi.

È svenuta.

Provo a svegliarla dandole dei colpetti leggeri, ma nulla da fare.
Che cazzo ho combinato?
Non penso di averla uccisa... respira ancora, anche se a fatica.
In preda al panico cerco di rianimarla, ma dubito che funzionerà.
Chiamo l'ambulanza, pregando a qualcuno lassù... sperando che mi ascolti.

L'ambulanza non ci ha messo molto ad arrivare, l'ospedale non è molto lontano da casa mia.
È davvero imbarazzante raccontare l'accaduto, ma al momento non può importarmene di meno.
Sto parlando della vita della mia Lenore... farò qualsiasi cosa pur di rivederla viva.
Per tutto questo tempo ho sognato il suo corpo senza vita, freddo e immobile come quello di una bambola.
Eppure... perché adesso non è così?
Ho paura, sto tremando... voglio solo che tutto questo finisca presto.
Avevo appena ottenuto ciò che desideravo... e me lo sono portato via da solo. Quanto posso essere rincoglionito?

Da lontano, vedo Fabrizio arrivare correndo. Si scaraventa contro di me, mi prende per il colletto e comincia ad urlare.
Dovevo chiamarlo per forza, era l'unico che poteva avvisare i genitori di Lenore.
-Tu sei pazzo! Cosa cazzo le hai fatto?-
Non ho le forze per difendermi, e poi non mi sento neanche in diritto di difendermi.
Odio ammetterlo, ma fa bene a trattarmi così.
Dietro di lui, ci sono i genitori di Lenore.
Sono il ritratto della confusione, sono un misto di rabbia e disperazione.
La madre, cercando di trattenersi, chiede a Fabrizio di calmarsi.
-Reagendo così non migliori la situazione- gli dice cercando di trattenere le lacrime -quindi, per favore, stai calmo.-
Fabrizio smette di urlare, ma non mi lascia andare.
Mi osserva con i suoi occhi colmi d'odio, ma quegli occhi non hanno effetto su di me.
Solo i suoi possono darmi qualche emozione...

Ovviamente anche quei tre vogliono avere una spiegazione.
Temendo che i dottori dicano loro la verità, evito di mentire e confesso la mia grande cazzata.
Mi sento fortemente in colpa per tutto quel che ho fatto, per questo sono obbligato a fare quel che non avrei mai pensato di dire in vita mia.
-Voglio chiedervi perdono- dico dopo aver fatto un grande respiro profondo -a causa di un mio capriccio ho messo in pericolo vostra figlia... sappiate che sarò disposto a fare qualsiasi cosa per ottenere il vostro perdono.-
I genitori di Lenore si guardano negli occhi per qualche secondo, credo che non si aspettassero qualcosa del genere.
Dopo qualche secondo, il padre inizia a parlare senza nemmeno consultarsi con la sua donna.
-Se Lenore non dovesse sopravvivere, tu non continuerai a vivere.
Adesso vattene, Lenore ha bisogno della sua famiglia, non di sconosciuti.-
Questa reazione era prevedibile, non potevo aspettarmi qualcosa di meglio... dopotutto è la loro unica figlia.
Però mi sentivo in dovere di dirlo... ho troppe colpe dentro di me e devo cercare di togliermi questo peso.
Prima di andarmene, osservo un'ultima volta Fabrizio, è chiaramente preoccupato, eppure quel suo sguardo mi fa capire che è felice di vedermi andare via.

Tornando a casa vengo accolto amorevolmente da Cookie e Milk.
Nonostante sembrino felici di vedermi, sono chiaramente terrorizzati.
Quando sono arrivati i soccorsi si erano nascosti sotto al divano, si sentivano solo i loro deboli lamenti.
-Tranquilli- dico accarezzandoli -sono sicuro che sta bene.-
Più che per loro, lo dico per rassicurare me stesso.
Non potevo commettere una cazzata peggiore di questa.

Lovely Stalker 2: Lei Sa Tutto Di MeWhere stories live. Discover now