Cap.3

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Il moro sembrava molto più sciolto rispetto a quando era entrato nel bar, si era levato la giacca che aveva addosso e ogni tanto muoveva la testa a ritmo di musica quando c'era qualche canzone che lo aggradava alla radio.

<< Continua a raccontare, voglio sapere com'è Uther Pendragon! >> gli dissi << Lo descrivono tutti come un uomo di carattere, un po' burbero e soprattutto fin troppo irritabile ed orgoglioso. >>

<< Oh no, non è così >> rispose quello, per poi prendere un sorso dal suo succo (io e la barista avevamo concordato che non fosse il caso di dargli altro alcol, seppur leggero) << Semplicemente quando lo guardi in faccia ti viene voglia di sparire dalla faccia della terra. Ma è anche un uomo saggio e si vede che vuole un bene dell'anima alla sua famiglia. Il problema sta nel fatto che è molto, molto, molto protettivo, e al minimo sospetto che qualcuno possa fargli del male, scatta sulla difensiva. E attacca. >>

<< Come un cane da guardia insomma >>

Il ragazzo scoppiò a ridere a crepapelle.

<< Non l'avevo mai pensato ma si, hai perfettamente ragione! Fortunatamente però, ha sua moglie Ygraine che riesce a tenere a bada il suo carattere a tratti iracondo. >>

Villa Pendragon era almeno quattro volte l'appartamento di Merlin.
Circondata da un meraviglioso prato verde, con alberi da frutto e cespugli di vari fiori dai bellissimi colori ed illuminata da dei faretti che la facevano sembrare quasi un'apparizione divina, faceva bella mostra di sé con muri bianco perla, terrazzine ornate di ringhiere in ferro battuto modellato in ghirigori, finestre dalle vetrate dai mille colori, e addirittura degli eleganti gargoyle che dal tetto sembravano ghignare a chi li guardava.
Sembrava uscita da un catalogo di sale da ricevimento per matrimoni.
Ma matrimoni reali, dove la presenza della regina Elisabetta era quantomeno plausibile.
Nel solo tragitto tra il cancello d'entrata (neanche a dirlo maestoso) ed il portone d'ingresso, Merlin vide tre statue in stile greco, una fontana zampillante di acqua fresca resa dorata dalle luci e un roseto enorme che diffondeva del suo dolce profumo l'aria attorno.

Merlin seduto sulla macchina di Arthur si sentì intimidito da tutto quello e, quando un maggiordomo (probabilmente della sua stessa età) gli aprì la portiera, lo trovò sprofondato nel sedile e con gli occhi sbarrati.
<< Benvenuto a casa Pendragon, signorino Emrys >> gli disse sorridendogli.
<< Grazie. Può chiamarmi semplicemente Merlin e soprattutto darmi del tu.>>
<< Se mi sentisse il signor Pendragon mi sgriderebbe severamente >>
<< E noi non facciamoglielo sentire, no? >> gli rispose il moro senza poter evitare di scherzare nonostante l'imbarazzo. << Come ti chiami? >>
<< Lancelot Goodman, al tuo servizio >>
<< Piacere di conoscerti. >>
Il tutto avvenne sotto lo sguardo divertito di Arthur, che si avvicinò dando una pacca al maggiordomo.
<< Lancelot, con lui puoi essere te stesso, è un tipo che delle formalità non sa che farsene. >>
<< La persona perfetta da presentare a tuo padre, insomma >> disse ridendo il maggiordomo.
Il biondo si unì alle sue risate, mentre Merlin sentiva l'ansia tornare a farsi sentire prepotentemente.
I due se ne accorsero e cercarono di darsi almeno un contegno e non peggiorare la situazione.
<< Tuo padre non è ancora arrivato, pomeriggio aveva una riunione in ufficio ed evidentemente è durata più a lungo del previsto. >> li informò Lancelot.
<< Meglio per noi, così posso far vedere la casa a Merlin con più tranquillità. Prima però vado a salutare mia madre, immagino sia in cucina con Hunith come al suo solito. Merlin, ti lascio solo un attimo con lui, tanto penso che vi troverete bene >> rispose il biondo allontanandosi.
Merlin sentì una strana sensazione sentendo il nome "Hunith" che, come gli aveva rivelato Gaius, era il nome di sua madre. Si chiese se fosse lei, prima che Lancelot gli iniziasse a parlare.
<< Mio padre ha servito i Pendragon per anni, per cui sono cresciuto qui con Arthur. Quando mio padre è morto, Arthur ha insistito perché prendessi il suo posto e continuassi a vivere qui, come segno di riconoscenza verso mio padre che, poco prima di morire, gli aveva chiesto di prendersi cura di me. Sono sicuro però che anche senza che glielo chiedesse lui, Arthur l'avrebbe fatto. Mi ha pure perdonato di essermi innamorato della stessa ragazza che piaceva a lui, quando avevamo appena quindici anni, e si è messo da parte. Adesso quella ragazza è mia moglie, per cui gli devo anche questo. Arthur ha un cuore d'oro, ma sono sicuro che tu più di tutti lo sai. >>
<< Beh si, è un buon amico. Ma è anche un tale... >> stava per rispondere, quando l'oggetto del loro discorso lo interruppe.
<< Cosa Merlin? Cosa sono? >>
<< Una testa di fagiolo, ma già lo sai! >>
Arthur gli diede uno scappellotto in testa, per poi accompagnarlo dentro casa congedando Lancelot.

Little Talks (Merthur)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora