TAKE ME HOME WITH YOU

CAPITOLO 14

Cosa non è chiaro al ragazzo seduto davanti a me del "non sono interessata a te?". La prossima volta che mi fa il piedino sotto al tavolo gli tiro un calcio sul serio. Deve anche smetterla di ammiccare o fare battute a sfondo sessuale tutte le volte che metto in bocca qualcosa.

"Non ti calcolerei nemmeno se fossi l'ultimo uomo sulla faccia della terra" mi suggerisce di dire la mia testa, peccato che io e la finezza non andiamo sempre d'accordo. «Senti coso, la vuoi piantare di provarci con me? Tanto non te la do. Lasciami mangiare in pace» esclamo tornando poi al cibo nel mio piatto.

Lui si appoggia con i gomiti sul tavolo e si sporge verso di me. Il mio primo istinto è tirare indietro il piatto. Lui scuote la testa e mi fa l'occhiolino. Si avvicina la cameriera che inizia a mangiarlo con lo sguardo mentre prende l'ordinazione del suo dessert. «E per la sua ragazza?» domanda sorridendo verso di me la cameriera non appena finisce con l'ordinazione dell'individuo davanti a me che metà ascoltava e metà divorava con lo sguardo.

«Non sono la sua ragazza. Comunque appena finisco vengo io da voi ad ordinare, grazie comunque» le dico con tranquillità. Gli occhi della cameriera cambiano e fissano per pochi istanti, anzi mangiano nuovamente, il mio accompagnatore.

«Per ora non abbiamo ufficializzato nulla» mi prende la mano e ne bacia il dorso. Sento la cameriera sospirare mentre se ne va via come se volesse trovarsi al mio posto. Se solo sapesse che glielo cederei volentieri sarebbe già seduta al qui. Però ho promesso a papà di limitare le scenate ... quindi mi devo contenere. Ritraggo la mano da quella del mio accompagnatore.

«Perché continui a provarci? Puoi fregare gli altri, ma io so che il tuo non è lo sguardo di un ragazzo innamorato». Lui si mette subito dritto sulla sedia come se fosse stato colto in contropiede. «Ma cosa dici ?» si mette sulla difensiva.

«So riconoscere un ragazzo innamorato. La mia amica ne sta per sposare uno innamorato fino al midollo. Fidati che tu non sei innamorato, sei solo interessato ad unire il potere della mia famiglia alla tua. Non posso biasimarti perché avessi la tua stessa ottusa mentalità vorrei lo stesso, ma grazie a dio non sono come te» riprendo a mangiare con tranquillità mentre lui sembra colpito dal mio essere diretta.

Afferra con eleganza il calice con il vino che gli portano, ringraziando. Se lo porta alle labbra e ne annusa ad occhi chiusi il contenuto. «Se tu fossi un vino, sarebbe molto più semplice capirti».

«Peccato che io non sia un vino, perché sennò sarei un vino velenoso. Tralasciando questi tuoi paragoni interessanti non so se ti rendi conto della montatura che stai mettendo su da solo. Io non voglio sposarti ed è inutile che continui ad insistere. Non sei il mio tipo» «Io sono il tipo di tutte» dice in maniera spavalda.

Povero, è ancora convinto che ciò che gli raccontava la madre da piccolo, tipo che è il più bello, sia vero. Non è il più bello del mondo, come non può ottenere tutto così come gli pare.

«Premettendo che per conquistare me ci vuole un miracolo, tu non sei la persona con cui vorrei stare tutta la vita. Non durerei nemmeno trenta secondi con te».

Alzo lo sguardo e mi lancia uno sguardo malizioso. «Modestamente tutte le donne sono brave con me» si da delle aree come se si fosse appena fatto un complimento da oscar, mentre invece si è offeso da solo.

«Senti, Piter io non voglio ne sposarmi, ne venire a letto con te ne qualsiasi altra proposta potresti avere in riservo per me» dico in maniera seria.

Lui si mette comodo con la schiena appoggiata alla sedia e le mani congiunte in grembo. Rimane in silenzio, forse riflettendo sulle mie parole appena esclamate.

«Sei innamorata».

«Cosa?».

Mi riserva un veloce sguardo tornando poi a guardare fuori dalla finestra la sera che cala. «C'è un altro che nonostante la tua faccia tosta ti ha fatto perdere la testa».