Capitolo 13: I'm not answering his calls

1.1K 103 47
                                    

DANIELLE'S POV.

''Se n'è fottutamente andata. Non so cosa ho fatto, ma se n'è andata.'' Gridò Zayn, frustrato con se stesso. Probabilmente frustrato con il mondo. Stava avendo un esaurimento, proprio davanti ad Eleanor, i ragazzi e me.

Penelope, proprio come avevo sospettato quando Zayn era entrato dalla porta di Liam, non era qui. Liam aveva pensato che fosse una buona idea passare del tempo insieme, perchè molto presto sarei andata via per lavorare come ballerina ad X Factor e i ragazzi avrebbero dovuto registrare il nuovo album. Il tempo era limitato.

Ma Penelope non era qui, Perrie, davanti agli occhi di tutti. Questa mattina, in caffetteria, mi aveva detto che sarebbe andata via. Sarebbe tornata a casa e avrebbe dimenticato tutto ciò che era successo. Effettivamente non pensavo che l'avrebbe fatto, specialmente così presto.

Nessuno parlò. Nessuno disse una parola. Tutti noi tenevamo la bocca chiusa. Guardavamo Zayn, non sapendo cosa fare. Niall provò a dargli conforto, ma lui lo respinse, facendogli capire senza dire una parola di stare lontano. Fu una cena imbarazzante.

Tutto quello che potevi sentire era il continuo rumore del tintinnio delle forchette e dei coltelli contro i piatti, il masticare di Niall e i singhiozzi di Zayn.

I singhiozzi di Zayn non erano rumorosi e disperati come quelli delle ragazze, ma erano quasi silenziosi. Le sue spalle tremavano e i suoi occhi erano diretti solo verso il suo cibo. 

Volevo dirgli la ragione per cui Penelope l'aveva lasciato. Volevo dirgli che la ragazza di cui si era innamorato non era chi credeva fosse. Era una ragazza migliore, una ragazza che meritava davvero di essere chi fosse. 

Tuttavia, non era compito mio dirglielo. Spettava a Perrie e Penelope, una di loro avrebbe dovuto dirlo a Zayn.

''Zayn...'' provò Niall ancora una volta. Si avvicinò a lui per accarezzargli la schiena, ma Zayn su ritrasse. Indietreggiò come se Niall fosse un parassita e questo ovviamente ferì il ragazzo irlandese.

Niall si ritrasse e continuò a mangiare il suo cibo, silenziosamente.

Nessuno parlò.

Non c'erano parole da dire.

PENELOPE'S POV.

Casa.

Amai il modo in cui la parola scivolò fuori dalla mia bocca. Amavo il bagliore di casa mia che mi invitava ad entrare. Molto presto, sarei tornata di nuovo a casa, a bere cioccolata calda con i miei genitori.

Sarei stata libera dagli obblighi di Perrie. Sfortunatamente, ero libera anche dall'amore.

Un'altra cosa spiacevole era che anche in South Shields stava piovendo. Non era nemmeno pioggia leggera, ma di quella torrenziale che mi fece bagnare dalla testa ai piedi e tremare per il freddo. Dovetti percorrere tutta la strada a piedi dalla fermata dell'autobus e il tragitto era così lungo che rischiavo di prendere un raffreddore.

Non appena raggiunsi casa mia iniziai a starnutire e tossire. Nonostante le luci fossero fioche, riuscii a vedere l'ombra di mia madre dall'esterno. Strinsi la borsa più vicina al mio corpo e saltai non appena sentii un tuono, mentre altri tuoni lo susseguirono.

Casa, ero a secondi distanza. 

Mi feci strada lungo il sentiero di ciottoli e raggiunsi la porta principale. Il tappetino di benvenuto davanti la porta era vecchio e consumato. Lo avevamo da quando io e Perrie eravamo nate. La porta di legno era diventata di un marrone sbiadito nel corso degli anni e nessuno aveva fatto uno sforzo per rinnovare il suo colore naturale.

I'm Not Her (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora