➳Capitolo sei

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«Famiglia Griswold, qui Squadra dei Coni, mi ricevi?» Sento mio fratello che urla e non ho la minima idea di dove siamo o a chi stia parlando. «L'aquila calva attualmente si trova...» Si interrompe.

Dopo varie urla da parte di mio fratello vedo Steve correre verso la macchina dove sono, seguito da Robin.
«Lyssa sei sveglia.» Dice subito Steve entrando in macchina. «Si, dove stiamo andando?» «A salvare gli altri.» Risponde Robin al posto del ragazzo.
«Farò il possibile per aiutarli.»

Dopo poco tempo di viaggio ci schiantiamo contro una macchina.
«Tutto ok?» Domanda Steve. «Me lo chiedi domani?» Dice Robin sarcastica.
«Oh cazzo.» Dico invece io affacciandomi dalla macchina.
Jonathan arriva vicino a noi con la macchina che avevo precedentemente tirato ai russi con Undici.
«Forza, salite!» Urla Nancy.
Io e Steve saliamo nel bagagliaio dato che Robin ha occupato l'ultimo posto.
«Ti ricevo Suzie Pucci, ti sento meglio.» Sento mio fratello parlare dal walkie-talkie che ha Robin in mano.
Steve allunga una mano verso di me, io la afferro e intreccio le nostre dita.
«Sai cos'è la costante di Planck?» «Ok chiariamo una cosa: non ti sento da una settimana e la prima cosa che mi chiedi è un'equazione matematica che dovresti sapere per... Salvare il mondo?» «Ti prometto mi farò perdonare il prima possibile.» «Si, ma io la voglio sentire adesso Dustinuccio.» All'inizio non capisco di cosa stiano parlando ma poi mio fratello inizia a cantare Never Ending Story da "La Storia Infinita", seguito subito da Suzie.
Io e Steve ridiamo sotto i baffi. Appena hanno finito Suzie dice la costante di Planck e si dicono entrambi che si mancano un sacco, ma Erica li interrompe.
Io e il ragazzo davanti a me abbiamo una visuale perfetta del Mind Flayer che ci rincorre.
«Sta facendo inversione!» Urla Steve un paio di volte, quindi Jonathan fa inversione con la macchina e ora siamo noi ad inseguirlo. Riconosco la strada per lo Starcourt.

Arriviamo al Mall e vedo Undici in mezzo alla piazzetta con il mostro davanti.
«Porca puttana giuro che ti ammazzo!» Urlo, concentrando i miei poteri su di lui per farlo esplodere.
Gli altri mi aiutano tirandogli dei petardi. Io alzo entrambe le braccia e sento il sangue che mi cola dal naso, cosa che non accadeva da molto; mi sollevo da terra di qualche metro e Steve mi guarda.
«Non stare lì a guardarmi, tiragli i fuochi d'artificio cazzo!» Gli urlo mentre sono sospesa.
Quando i fuochi stanno per finire sento Undici che parla con Billy, ma non posso distrarmi altrimenti non riuscirò a distruggerlo.

Dopo poco i fuochi d'artificio sono tutti finiti quindi cerco di concentrarmi più che posso. Mi fermo quando vedo che sta cercando di prendere Undi con uno di quei tentacoli, ma il riccio lo blocca, venendo così ucciso dal Mind Flayer. Dai miei occhi scendono alcune lacrime, era uno stronzo si, ma pur sempre il fratello maggiore di Max e un essere umano.
Anche il mostro fatto di scorticati muore, forse perché in quel momento Joyce e Hopper hanno chiuso il portale.

Dopo un oretta arrivano delle ambulanze con delle coperte per noi, io mi stringo in una di quelle mentre Steve viene verso di me.
«Lyssa...» Non sa evidentemente cosa dire e nemmeno io.
«Ora posso fare una cosa?» Parlo dopo un po'.
«Dimmi tutto.» Mi avvicino a lui e la coperta mi cade dalle spalle, ma in questo momento è l'unica cosa di cui non mi importa nulla.
«Lyssa così prenderai freddo.» Fa per mettere la sua coperta sulle mie spalle, ma io lo blocco prendendola dai lati e tirandolo verso di me.
«Ecco cosa voglio fare.» Lo bacio.
Finalmente sto baciando il ragazzo di cui sono innamorata e che ricambia. All'inizio è un po' sorpreso ma poi mi circonda i fianchi con le mani e io metto le mie attorno al suo collo. Mi morde leggermente il labbro inferiore, come per chiedere l'accesso, che non gli nego.

Tre mesi dopo

Undici, Will e Jonathan si sono trasferiti con Joyce in un'altra città. In questo momento sono con Robin e Steve al Family Video per cercare un lavoro.
«Ehm, tanto per chiarire; non ci hanno licenziati, il Mall ha preso fuoco e ha ucciso delle persone.»
Il ragazzo strano ci ringrazia e assume me e Robin, ma, per qualche strana ragione, lo convinciamo ad assumere anche il mio ragazzo. Ebbene sì, io e Steve ci siamo messi insieme la sera stessa della chiusura della porta. Undici e tutti noi quella notte abbiamo perso una persona importante nella nostra vita: Hopper. Mancherà a tutti, ma soprattutto a lei, era come un padre che non ha mai avuto.
«Piccola, andiamo.» Sento Steve che mi risveglia dai miei pensieri.

Dopo aver riportato Robin a casa, il mio ragazzo mi chiede se voglio andare con lui a casa sua.
«Si, perché no.»

Appena arrivati mi siedo sul divano accanto a lui, che mi mette una mano sulla coscia.
«Steve...» Non mi fa finire la frase che si fionda sulle mie labbra, dando vita a un bacio passionale ma dolce.
Mi tira la coscia e io capisco subito dove vuole arrivare, così mi metto a cavalcioni su di lui. Il bacio si fa sempre più intenso e, mentre io ho le mani tra i suoi capelli, lui mi stringe il sedere con prepotenza. Mi lascio scappare un piccolo gemito, il che rende Steve... Allegro? Ha appena avuto un'erezione?
«Steve!» Mi stacco da lui, rossa per l'imbarazzo e perché sono a corto di fiato.
«Che c'è? Mi fai questo effetto piccola.» Se possibile, arrossisco ancora di più. «Vieni, andiamo in camera mia.» Mi prende una mano e saliamo le scale.
Sono in ansia, forse troppo; non l'ho mai fatto con nessuno e questa sarebbe la mia prima volta.
«Sei sicuro che non ci sono i tuoi? O che non tornino? O che...» Si avvicina a me. «O che...» Cerco di fine la frase ma lui mi prende per i fianchi e mi bacia, più lentamente rispetto a prima.
Data la mia altezza, lui è leggermente chinato, quindi gli salto in braccio e stringo le gambe attorno al suo bacino. Cadiamo sul suo letto, lui sopra di me; prende a sbottonarmi la camicia, per poi toglierla. Cerco di coprirmi con le braccia ma lui le toglie.
«Tranquilla, non è poi così male.» Questa frase mi ha fatto ridacchiare.
Lui si leva la maglia, mettendo in mostra i suoi addominali, anche i suoi pantaloni vanno via. Mi sfila i jeans molto lentamente, poi anche l'ultimo indumento che ho addosso finisce da qualche parte nella stanza. Lui si leva i boxer e prende una bustina argentata dal suo comodino.
Ok. Sono qui, nuda davanti al ragazzo che amo, e anche lui è nudo. Devo calmarmi
Lui mi sta fissando in attesa di un'approvazione, io annuisco, molto, troppo agitata. Mi lascia un bacio a stampo prima di entrare dentro di me, un gemito esce dalle mie labbra. Fa un po' male, ma pensavo di più. Lui si ferma, aspettando che mi abitui alla sua presenza.
«Ti ho fatto male?» Mi chiede con dolcezza. «Non così tanto. P-puoi andare.»
Pronunciare quelle parole davanti a lui è imbarazzante, ma lui, come fosse stato un ordine, inizia a muoversi. Prima piano e poi più forte, provocando dei gemiti da parte mia sempre più strozzati.
«A-aspetta.» Lo fermo. «Dimmi.» Non parlo ma mi muovo e basta.
Lo spingo sul materasso e salgo su di lui, iniziando a muovermi lentamente.
«A-Alyssa.» Geme lui tenendomi per i fianchi.
«St-eve.» Mi accascio su di lui, sfinita.
«Wow. Sei stata una bomba.» «Beh grazie.» Mi accoccolo sul suo petto e, poco dopo, mi addormento.
«Buonanotte piccola.» Sono le ultime parole che sento.


Allora scrivere questo capitolo è stata la cosa più imbarazzante che abbia mai fatto. Comunque... Siamo giunti alla fine di questa storia, mi dispiace davvero tanto, è stata la prima storia che abbia mai scritto che ho concluso. Detto questo vi mando un bacio e... Ci vediamo alla prossima storia
💓

I LOVE YOU||STEVE HARRINGTONWhere stories live. Discover now