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Il mio mondo sembra sul punto di sgretolarsi da un momento all'altro

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Il mio mondo sembra sul punto di sgretolarsi da un momento all'altro.

Cosa aveva detto Rodh?

Avevo davvero capito bene oppure era frutto della mia immaginazione contorta la percezione di ciò che era giunto alle mie orecchie riguardo a ciò che avesse pronunciato, in quel momento?

Lei è un'Eterna.

«Non possiamo permetterci di lasciarla vivere!» disse furiosa Velisy, mentre il "povero" Mokosh era a terra, completamente stravolto dal dolore.

Come ci si sente ad essere feriti in battaglia, Mokosh?, pensai. Non è una bella sensazione, vero?

«Sta zitta Velisy.» disse sorridente la Dea della lettura della mente, Devana, falcando la distanza che divideva me e Aedyon da lei. Si parò davanti a noi. «Ormai non puoi fare più niente per rendere inevitabile ciò che accadrà. Manca un mese esatto alla sua completa trasformazione. Questa ragazza vivrà, che tu lo voglia o no, e risveglierá quella pazza di Khione, evitando così che Aracieli imploda su sé stessa.»

La Dea dai lunghi capelli bianchi digrignò i denti. «Tu sapevi tutto questo eppure non ce l'hai detto. Perché sei così tanto sciocca da credere che la nostra razza non verrà annientata se Khione verrà risvegliata? Perché ti ostini ancora a credere a ciò che riesci a predire con i tuoi poteri? Ti ricordo che il destino può sempre essere cambiato e che nulla è dato per scontato.»

«Dici? Anche Sekhmet aveva affermato la stessa identica cosa e guarda ora dov'è finito. È morto, Velisy. Non mi ha voluto dare retta ed ora non è più qui tra noi.» disse la Dea dal lungo manto rosso sgargiante. Non potevo vederla in viso dato che mi dava le spalle, ma potevo giurarci che aveva una maschera cinica e fredda che camuffava qualsiasi espressione sul suo viso meraviglioso. Parlare di Sekhmet, per lei, non doveva essere affatto facile nonostante fossero passati ben 3000 anni stellari.

«Non puoi esserne...» iniziò la Dea delle tenebre, venendo bruscamente interrotta dal Dio Rodh.

«Devana ha ragione.» esordì, con un tono deciso ed autoritario. «Quella volta, noi non abbiamo voluto darle ascolto e ci siamo ritrovati con un'Eterna fuori controllo e assetata di vendetta. Questa volta, non possiamo ripetere lo stesso identico errore del passato ed ignorare ciò che lei predige. Se Khione è davvero in grado di assorbire l'energia vitale di questo pianeta, noi dobbiamo a tutti i costi evitare che la Stella, sul quale viviamo ormai da millenni, imploda.»

«Non possiamo lasciarla in vita!» continuò a ribadire la Dea della chioma bianca con l'intento di convincere tutti i suoi simili a non risparmiarmi la vita.

Veles, facendo un passo in avanti e avvicinandosi alla sorella, disse con un sorriso spavaldo: «Hai forse un'idea migliore al riguardo? Sai qual è la soluzione a tutti i nostri problemi, che in questo momento sembra sfuggirci?»

Velisy serrò le labbra. Era stata messa a tacere. Sapeva di non avere la risposta a quella domanda quindi aveva preferito il silenzio.

Vel allargò le braccia in gesto teatrale e, ridendo tra sé e sé, disse: «Bene, dunque non possiamo permetterci che questa giovane fanciulla venga uccisa prima dei suoi 17 anni stellari. Lei ci garantirà la sopravvivenza della nostra razza, così come per quella di tutti gli altri abitanti di questa Stella Pianeta.»

HIPNÔSE  "Il sangue della dea"Where stories live. Discover now