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Il Re Fenrys mi fissava insistentemente, mentre inforchettava la cena che era nel suo piatto, come un rapace sul punto di attaccare il corpo, ormai, deceduto del povero malcapitato

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Il Re Fenrys mi fissava insistentemente, mentre inforchettava la cena che era nel suo piatto, come un rapace sul punto di attaccare il corpo, ormai, deceduto del povero malcapitato.

Continuava a fissarmi nonostante io lo stessi facendo a mia volta, una volta scoperto che mi stava osservando.

Era una gara di sguardi rabbiosi e carichi d'odio.

Il suo, tuttavia, mi metteva leggermente a disagio e, non potevo nascondere a me stessa o a chi ci stava intorno, che mi infastidiva e non poco.

Considerato che di lì a breve sarei divenuta una potente Dea, e dunque una creatura superiore alla sua natura Semidea, trovavo inopportuno il modo in cui mi lanciava occhiatacce e il desiderio che leggevo nei suoi occhi di vedermi morta, magari servita come portata principale di uno dei suoi pasti giornalieri, al posto della selvaggina cacciata in giornata solo per servirgli carne fresca.

Mossi la mano, nel quale impugnava la forchetta, e tentai di agguantare una delle patate presenti nel mio piatto, senza afferrarle.

La Regina Crysalide si mosse leggermente imbarazzata dal modo in cui io e suo marito ci stavamo osservando, proprio come due nemici sul punto di attaccarsi l'un l'altro e intraprendere una battaglia all'ultimo sangue e senza esclusione di colpi.

«Fenrys, credo che dovresti guardare ciò che è nel tuo piatto.» bisbigliò al marito ma, nonostante il basso tono di voce, riuscii comunque a sentirla.

«Taci donna.» rispose il Re, continuando a guardarmi in cagnesco.

Lei tossí in modo da attirare la sua attenzione. «Caro, non credo sia conveniente che tu la guardi in questo modo dato che sai cosa è destinata ad essere questa giovane fanciulla.»

Finalmente il Re spostò il suo sguardo da me alla sua consorte. «È appunto per questo che non posso fare a meno di guardarla con astio. È uno scherzo della natura questa umana.» disse, riportando di nuovo lo sguardo su di me. Il modo in cui aveva pronunciato la mia attuale condizione, stava ad indicare che aveva davvero intenzione di farmi perdere la pazienza, che già avevo sul filo di un rasoio.

«Fenrys...» continuò a dire sua moglie, ma il Re bloccò ciò che voleva dire ancor prima che iniziasse la frase.

«Non voglio sentire ciò che hai da dire.» affermò brusco. Per tutti gli Dei, quest'uomo mi sembrava un cavernicolo. «Ti consiglio di tacere se non vuoi incorrere nella mia...»

«Avete annoiato tutti noi con le vostre stupide chiacchiere a vuoto.» intervenni, stanca di sentirlo parlare alla regina con quel tono di voce così autoritario. «Fareste meglio a stare zitto e a mangiare ciò che avete nel piatto prima che si raffreddi.»

Le sue iridi si illuminarono ancora di più di una rabbia sempre più crescente. Si alzò, sbattendo le mani sul tavolo e facendo sollevare tutti gli oggetti presenti su di esso, procurando un gran fracasso nel momento in cui tornarono a posarsi sulla tavola imbandita. «Tu non mi dai degli ordini, lurido insetto. Non dovresti nemmeno esistere. Non capisco come gli Dei ti lascino ancora respirare la stessa aria che respiriamo noi.»

HIPNÔSE  "Il sangue della dea"Where stories live. Discover now