Capitolo 27 ~ È troppo tardi per tornare indietro

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Evelyn

Caldo. Sento tremendamente caldo e non capisco se sia colpa dei riscaldamenti accesi al massimo, in questo sovraffollato locale del centro città, o del vestito a maniche lunghe che sono stata costretta a indossare per nascondere quel dannato cerotto bianco che ho sul braccio. Cristo, quello stupido taglio continua a bruciare come se fosse ricoperto di sale! Tenere nascosto il mio malessere agli occhi attenti di Angie ed Eric è stata una vera e propria sfida. Fortuna che quando sono rientrata in casa, ieri sera, mi sono rifugiata di corsa in bagno prima che potessero vedermi con addosso la maglietta di Cesare. Quella stessa stoffa di cotone che ho lasciato accanto al mio cuscino per tutta la notte, senza sapere bene che farmene. Avrei dovuto indossarla sotto al pigiama? Continuare ad annusarla e immaginare di avere il suo odore sulla mia pelle? No, tutto questo non è decisamente nel mio stile! Non sono una di quelle ragazze sdolcinate che si appiglia a queste smancerie adolescenziali. L'ho tenuta nel mio letto per ricordarmi della maniera in cui mi ha protetto e si è preso cura di me. L'ho tenuta lì come se fosse un cimelio magico che mi avrebbe dato le risposte che cercavo. Mi sono detta che forse, se avessi continuato a riflettere sulla prontezza con cui si era letteralmente spogliato pur di tenermi al caldo, e in un certo senso anche al sicuro, avrei capito che non c'era nulla di più da scoprire su di lui, che la verità era proprio sotto ai miei occhi, che Cesare un cuore ce l'ha ed è grande e buono al contrario di quanto voglia farmi credere. 

"No, non è per nessuna di queste ragioni che senti caldo e lo sai bene!" squittisce silenziosamente la mia coscienza, come se volesse riportarmi sulla strada principale dei miei pensieri e trascinarmi di forza al presente, per affrontare in faccia le sensazioni estranee che mi stanno stordendo come se avessi mandato giù cinque martini e non soltanto uno. "Stai avvampando. Le guance ti vanno a fuoco e il cuore ti sta battendo all'impazzata dentro al petto perché lui è qui, ti sta venendo incontro. E tu non riesci a smettere di pensare alle sue dita che si sono posate sulla tua pelle per disinfettare la ferita, al calore del suo petto quando ti ha stretta in un abbraccio, al suo addome muscoloso che si muoveva sotto al tuo sguardo eccitato, né ai suoi tatuaggi intriganti che hanno infestato i tuoi sogni. Hai paura che il tuo istinto possa fallire e stai riponendo la tua fiducia nelle mani sbagliate, eppure non riesci a ignorare quell'uragano di emozioni che ti ha appena sopraffatta".

Sbuffo sonoramente, arrendendomi alla realtà dei fatti. È inutile che io tenti di negarlo o che metta a tacere la mia stupida coscienza - che in questo momento somiglia molto a Jess quando mi fa la predica - tutte le volte che io e Cesare siamo nella stessa stanza, dentro di me prende vita un incendio più grande di quello che ha rischiato di radere al suolo la foresta amazzonica. Ogni mia singola cellula brucia di passione e desiderio. Ed è sbagliato che io provi tutte queste sensazioni. È sbagliato provare attrazione per chi, sai per certo, essere il tuo nemico. Ma più sento che sto per varcare la soglia di ciò che mi è proibito e più sono attratta da lui, da quella fiamma che arde nel mio corpo e manda in confusione le mie emozioni come nessuno nell'arco di ventitré anni è mai riuscito a fare.

"Non guardarlo. Smetti di farlo! Posa i tuoi occhi da qualsiasi altra parte e non lasciare che vengano catturati dal suo sguardo magnetico e adulatore. Non farti incantare. Non permettergli di pungerti con il suo veleno o sarà troppo tardi per trovare un antidoto. È un criminale. Rappresenta l'opposto di ogni tuo ideale. È l'incarnazione di ciò che combatti da una vita intera. È la persona da cui dovresti stare più lontana ma allo stesso tempo quella a cui vorresti stare più vicino".

«Sono Sebastian, un amico di Cesare. Piacere di conoscerti». Un tipo con le braccia interamente ricoperte di tatuaggi allunga una mano verso di me, reclamando la mia attenzione con il suo gesto inaspettato. Adorna la sua presentazione con un grande sorriso amichevole, che mette in risalto la folta barba scura che gli ricopre le labbra, ed io non posso fare a meno di chiedermi se anche lui faccia parte di quella banda di smidollati. Poso il mio sguardo curioso sulla sua intera figura in cerca di uno scorpione tatuato da qualche parte di pelle in vista, ma non individuo nessuna coda appuntita. Questo non esclude comunque la sua appartenenza a quel clan. Il suo abbigliamento da motociclista, la catena attaccata alla cintura dei pantaloni, il giubbotto di pelle nero e la maniera sicura di sé con cui si atteggia, lo rendono il perfetto esemplare di Scorpione. Quei due grandi occhini blu che risplendono sul suo viso, però, sembrano buoni e sinceri; così come quel sorriso cordiale che, se messo a confronto con l'espressione seria e tenebrosa di Cesare, lo fa sembrare un ragazzo dall'animo dolce e sensibile.

Death Stalker ~ L'ombra del PassatoWhere stories live. Discover now