Cap. 3

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Il giorno dopo non feci colazione. E come avrei potuto con tutta quella tensione che provavo? Avrei sicuramente vomitato tutto il latte e anche le lasagne del cenone di Natale di tre anni fa.

Il motivo di tutta quella tensione era ancora la così detta Stacy. Speravo che la mia classe non avesse esagerato, e il messaggio che mi aveva mandato il giorno precedente non prometteva NULLA di buono. Speravo solo che non avesse nulla di grave, altrimenti al prossimo voto me l'avrebbe fatta pagare il triplo (se non di più).

Con gli auricolari nelle orecchie presi l'autobus: speravo che la musica potesse aiutarmi come distrazione da tutto. Ovviamente speranza vana. Passai tutto il tempo a mordermi le unghie.

Quando entrai in classe c'era un silenzio tombale. Tutti erano seduti ai loro posti e mi fissavano, come del resto fissavano tutti coloro che entravano dalla porta. Sembrava la scena di un perfetto film horror: muri grigi, alunni seri vestiti con abiti privi di colori vivaci e ambiente apparentemente morto.

Mi sedetti al mio posto e guardai dritto davanti a me. Mi pentii di non aver scelto un posto vicino alla finestra all'inizio dell'anno.

La tensione e l'angoscia che provavo in quel momento erano indescrivibili. Mi sentivo come una molla sul punto di saltare.

All'improvviso sentii un tossire nervoso. Mi girai di scatto verso l'entrata della classe. Lei era lì sulla soglia della porta... con un braccio ingessato.

Ero morta. Ero ufficialmente morta.

Fulminandomi con lo sguardo andò a sedersi al suo posto.

Iniziai a sudare freddo. Adesso c'erano due possibilità:

Uno: dato che i suoi genitori l'adorano, le hanno fatto il terzo grado per capire chi ha ridotto così la loro preziosa figlia e lei, ovviamente, ha risposto con il nome della sottoscritta.
Due: ha detto hai suoi genitori che è caduta dalle scale e che ha fatto tutto da sola. In realtà sta meditando su come farmela pagare più avanti.

Ad ogni modo, in entrambi i casi, il risultato è lo stesso: io a due metri sotto terra.

Abbassai lo sguardo sul banco continuando a sudare. Stavo impazzendo, giuro. Non volevo morire così, i miei compagni non si erano mai spinti fino a questo punto. Cosa avrei fatto? Sentivo come se il mondo mi fosse crollato addosso, come se il conto alla rovescia che portava al giorno della mia morte fosse iniziato.

Con tutti quei pensieri in testa mi vidi impallidire e, successivamente, svenire.

Mi risvegliai in uno dei letti dell'infermeria.

<<Come sta la nostra cara Emy che è svenuta sul banco con un rumorosissimo "tok" sul banco?>> mi chiese l'infermiera vedendo che mi ero svegliata.

<<Sono fottuta. Sono morta. Sono spacciata. Ti ho voluto bene.>> dissi con un filo di voce prima di girarmi sull'altro fianco per cercare di riaddormentarmi. Magari tutto quello era un orrendo sogno, no mi correggo, incubo.

<<Non dire così. È per il braccio rotto di Violetta?>> chiese sedendosi sul letto e guardandomi preoccupata. "Violetta" era il vero nome di Stacy.

Mugugnai una risposta incomprensibile prima di coprirmi completamente con le coperte. Volevo sparire da quella realtà odiosa.

<<Emy... Lei non può farti nulla.>>.

<<Ma davvero?>> chiesi ironicamente sedendomi di scatto. <<Sei sicura al cento per cento?>> le chiesi.

Ci fu un attimo di silenzio. Lei abbassò lo sguardo rabbuiandosi.

<<...non so cosa dire...>>.

<<Non importa, sopravviverò... Spero.>> feci un sorriso amareggiato.

<<È la seconda ora. Se vuoi rimanere qui dirò alla tua insegnante che stai veramente male e che non ritornerai in classe.>> disse alzandosi.

<<Sì... Grazie...>> mi sdraiai ancora e affondai la faccia nel cuscino cercando di soffocare i singhiozzi. Stavo piangendo. Odiavo piangere e far vedere le mie debolezze.

Proprio in quel momento, come se avesse sentito le mie lacrime scendere, Joonhong mi mandò un messaggio.


10:26

Come stai?

Uno schifo

?

Un braccio rotto. Le hanno rotto un fottuto braccio. Sono morta.

A Stacy?

Già, cazzo!

Verifiche programmate?

Matematica. Mese prossimo.

Merda.

Devo sbrigarmi

Per cosa?

Per il piano folle

Cosa stai tramando?

Nulla.

Ma tu non dovevi fare shopping con Minji?

Esatto. Infatti sto messaggiando con te anziché ascoltare le sue lamentele.

Ma allora ti lascio.

NON CI PROVARE. SO CHE STAI PIANGENDO E VOGLIO DARTI UNA MANO

E come, sentiamo

...non so... Pensa a qualcosa di bello, tipo... Al mare. Pensa al mare. Ai pesci, alla sabbia. Pensa a quanto sarebbe bello fare un bagno sotto ad un caldo sole. Poi ti accorgi che nell'acqua ci sono miliardi di alghe sporche e anche le meduse e allora pensi: "ah, no! Scherzetto del mare!"

Ma cos... Come rovinare un bel pensiero felice.

Ti ho fatto ridere! Lo so! L'ho sentito!

Adesso hai anche un super udito?

Mh... Forse.

Super Joonhong!

Sì! Ora posso far parte degli X men! Degli Avengers! Dei fantastici 4 (con me 5)! Dei power rangers! DELLE WINX!!

...quali problemi ti affliggono, ragazzo?

Me lo chiedo anch'io...

Ti adoro Choi Joonhong.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 01, 2019 ⏰

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A Korean guy who hate school  ||Zelo - B.A.P.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora