C.3:||StrangeFeeling

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SIERRA

Pascal abbaia felicemente. «Shh, buono bello. Sai le regole.» Sussurro a voce bassa.

Ormai è sera. Le sette precisamente. Gli altri sono tutti a mensa a cenare, ma io ho deciso di saltare il pasto per portare questo poveretto a fare una passeggiata al parco del campus.

Un pò di buona aria fresca non guasta mai e mi dispiace tanto vederlo chiuso in stanza, anche perché all'ora di lezione non potrà fare altro che stare a dormire, mangiare e giocherellare con Ti-Pex. Non è che abbia tutta questa vita di merda in effetti.

Domani inizieranno le prime lezioni, sono molto speranzosa. Non vedo l'ora di iniziare, di risentire il buonissimo profumo delle matite nuove, dei nuovi quaderni bianchi, bianchi da riempire di ordinati appunti con le penne colorate, di attaccare post-it fosforescenti in ogni angolo delle pagine e di evidenziare con gli evidenziatori ogni frase che compare sul libro.

Si, detta così sembro drogata, ma iniziare una nuova scuola, molto più grande e prestigiosa, mi rallegra e non poco.

Pascal viene verso di me con un ramo in bocca pronto per rincorrerlo dopo il mio lancio. Me lo posa vicino alle converse alte che mi sono messa per non sporcarmi i piedi di terra o fango. Pas si siede di fronte a me con la lingua di fuori e la coda scodinzolante.

Sorrido accarezzandoli la testolina candida sorridendo dolcemente. «Va bene, amore.» Li lascio un bacio tra le orecchie.

Afferro il bastoncino mettendomi in posizione per lanciarlo. Subito Pascal si alza guardando la direzione in cui sto per lanciare.

Lo tiro facendolo atterrare più lontano che posso. Pas parte in quinta correndo come un pazzo per riprenderlo facendomi ridacchiare.

Ritorna da me in un batter d'occhio. «Bravissimo!» Abbaia felicemente.

Riprendo il bastoncino lanciandolo di nuovo e nel mentre che Pascal corre ancora dietro a degli alberi, mi dirigo alla ricerca di un  cespuglio che ricordo avesse delle rose che avevo avvistato prima.

Erano bellissime, di un rosso che ti incanta. In più, con la pioggia caduta poco prima, ora saranno più splendide che mai contornate da Lele lucide.

Mi aggiro guardandomi intorno alla ricerca del tanto bramato cespuglio, ma non vedo niente che sia rosso apparte la mia felpa.

Pascal torna da me trotterellando. Li lancio di nuovo il bastoncino seguendo camminando il mio cagnolino. Infilo le mani nelle tasche posteriori dei jeans.

«È un cespuglio di rose! Perché non si trova, dannazione!» Le voglio raccogliere, sono troppo belle e voglio farne un vaso per camera mia e di Mav. Poi sono rosse come i suoi capelli, di sicuro apprezzerà.

«Cerchi questa?» Mi volto al suono di quella voce.

Spalanco gli occhi. Un sorriso compare sulle mie labbra saltando addosso al mio amico.

«Quanto mi sei mancato!» Lo bacio sulla guancia. Sorpresa li passo una mano tra i capelli. «E ti sei pure tagliato i capelli!» Cos'è sta mania dell'acconciatura!?

Basta, li ho tagliati io ora gli tagliano tutti. Non è che ho creato una moda? Spero di no.

«Si, mi stavano crescendo troppo.» Dice lui sorridente.

Still United (S.2) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora