C.75:||AtBurningLust

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Teeth- 5 Second Of Summer
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◀️⏸️▶️

CONNOR

Mi ero scordato com'era questo posto.
In questo momento è così triste che non capisco perché la gente lo trovasse divertente prima.
Mi rendo conto che io ero tra quella fauna, uno di quelli che si sedeva a questi tavoli sniffando la marijuana insieme ai suoi amici, che fumava una sigaretta insieme alla propria ragazza cercando di fare i cerchi di fumo con la bocca, quello che la trascinava in una di queste stanze per scoparla oppure per scopare quelle spogliarelliste che giravano con grazia felina attorno ai pali.
Ero un bastardo in tutto per tutto.

A quei tempi ero un ragazzino incosciente de pericoli e desideroso di darsi una sfida da affrontare, una che potesse darmi un nome di fama conosciuto e temuto ovunque.
Ora ce l'ho no? Esme è un nome sufficientemente temuto, forse anche più di quanto avessi desiderato tempo fa.
Dovrei esserne orgoglioso, ma ora mi fa solo ribrezzo.
La mia vita mi fa ribrezzo e la cosa divertente è che sono stato proprio io a costruirmela così.

Mi sono rovinato con le mie stesse mani solo per quell'infantile desiderio di avere tutti ai miei piedi, un capriccio che, ancora ora, nella mia parte più oscura, continua a tormentarmi rendendomi consenziente del potere che ho ora, di ciò che può portare anche solo una mia singola occhiata ad un inutile persona.
Sono ciò che sono e la cosa a volte mi infastidisce, altre volte mi compiace.
Non ho la minima idea di come prendermi.

Osservo il locale del tutto vuoto, pieno di polvere e ragnatele agli angoli.
Vuoto si dimostra più grande di ciò che è.
La poca luce che entra dalle tapparelle abbassate e rovinate illumina la polvere svolazzante facendomi fissare lo sguardo su quelle piccole scintille illuminate dal sole che fluttuano liberamente per aria.

I miei occhi fissano cupamente quel poco dell'arredamento rimanente guardando i piedistalli pieni di polvere con al centro alcuni pali non rimossi in cui mi ricordo ballassero le spogliarelliste nei loro costumini striminziti.
I divanetti e le poltrone rovinate dove io e i ragazzi ci sedevamo a sniffare solitamente la droga o a bere qualche birra ordinata di fretta fissando le prossime ragazze che ci saremo portati a letto.
Il bancone infondo al locale dove Dimaria mi invitava a sedermi per fumare e chiacchierare di ciò che succedeva nella banda.
Ogni cosa è ben impressa nella mia mente.

Fisso assente le scale dietro al muro che le divide dal lungo bancone in disuso da ormai due anni.
Mi ricordo di quando io e Dimaria, da ubriachi e incapaci di resistere l'uno all'altra, correvamo su per le scale spintonando la gente pur di prendere una stanza vuota invece di usare i bagni.
Adoravo quando a volte mi trascinava lei stessa guardandomi con quegli occhi talmente scuri da sembrarmi il richiamo dell'ombra in persona.
Mi fissava con sguardo felino, fin troppo passionale dove mi chiedeva di svuotare la mente almeno per quei minuti di totale sintonia.

Ma poi ripenso a quando una volta, in un momento di lieve lucidità, ho visto una volta Ethan venir trascinato via da una figura bassa quanto adorabile che lo rimproverava come una mamma con il proprio figlio nonostante fra i due, Moose sembrava fosse quello più grande.

Ricordo che stavo aspettando Sardonice la quale mi aveva chiesto di aspettarla per andare in bagno prima di andarcene nella casetta segreta.
Acconsentii sperando che facesse velocemente e mentre fumavo una sigaretta, vidi una ragazzina trascinare con forza Ethan che teneva la testa china per la vergogna.

Still United (S.2) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]Where stories live. Discover now