Capitolo 2: Kai no yokan

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Kai no yokan: Il sentimento che si prova nell'incontrare per la prima volta una persona di cui ci si innamorerà.

Quando Crowley si era svegliato, quella mattina, era stato preso dal panico. Era su una poltrona marrone sconosciuta, in una casa sconosciuta. Su di lui era stata appoggiata e rimboccata una morbida coperta gialla e la stanza era illuminata dalla luce del mattino.

Probabilmente era stato colpito, rapito e sarebbe stato presto venduto al mercato nero degli schiavi o degli organi. Si alzò di scatto e il suo stomaco si rigirò in modo molto poco simpatico. La sbronza del giorno prima non era stata proprio un toccasana.

Gli volle qualche secondo per ricordare.

Ci aveva provato con il ragazzo della band, era corso via, si era diretto a casa ed era stato accolto dal ragazzo dai capelli biondi. Quello carino con le guance morbide.

Vestito ancora con gli abiti della sera prima, si alzò e premette la lingua contro il palato, sentendo sulla bocca un sapore spiacevole.

Quel ragazzo, che forse non voleva rapirlo e venderlo, sembrava non esserci.

Crowley, prendendo un elastico che aveva al polso, si legò i capelli in un codino disordinato e si alzò in piedi. Quando avesse rivisto Aziraphale (così si chiamava, pensò tra sé e sé, giusto?), cosa gli avrebbe detto?

Grazie di avermi recuperato dalla strada, ma la spazzatura si butta nei bidoni, non la si riporta in casa.

Ok forse meglio di no. È che si sentiva scortese. Aveva invaso la casa di un ragazzo senza neanche sapere chi fosse, e un ragazzo con quel bel viso e quei begli occhi. Certo, forse non era quello il problema principale, ma si faceva un po' schifo. Un po' più del solito.

Le sue azioni da ubriaco potevano essere strane, ma non avrebbe mai pensato di accamparsi così in casa di qualcuno. Sospirò, guardandosi attorno. Che cosa avrebbe dovuto fare?

Si sentiva imbarazzato per cosa aveva fatto, molto imbarazzato. Come poteva pronunciare una parola davanti a quel ragazzo? Quel ragazzo che era stato così gentile e disponibile?

"Oh, Crowley, ti sei svegliato."

Parli del diavolo e spuntano le corna, Aziraphale nome-stranissimo Fell era emerso da quella che forse era una camera da letto. Con addosso dei pantaloni e un maglione molto semplici, era arrivato con un libro dall'aria vecchia sotto braccio e una tazza fumante che profumava di cioccolata calda stretta tra le dita. Crowley fece caso ai suoi gesti rilassati, alla sua espressione gentile e tranquilla, al modo in cui teneva la tazza. Ai suoi capelli ricci e ai tratti morbidi del suo viso. Era proprio un bel viso. In generale, un bel ragazzo. Forse non il tipo di tutti.

Però era carino. O forse Crowley era così represso da provare attrazione per chiunque respirasse. Aziraphale non somigliava molto al cantante della sera prima, però gli piacevano tutti e due, quindi anche quella teoria era valida.

Si rese conto di essere rimasto a fissarlo in silenzio mentre questi pensieri correvano selvaggi nella sua mente solo quando i suoi occhi corsero su quelli dell'altro, che lo stava fissando.

"Cosa? - chiese Crowley, rendendosi conto di star arrossendo fino alle orecchie - Eh?"

"Dicevo, ti sei svegliato."

"Uhm, sì. Grazie per oggi. Cioè per ieri sera. Grazie."

Era andato in panico e lo sapeva.

"Di nulla - rispose l'altro, appoggiando la tazza e il libro sul tavolino in legno e vetro che stava davanti alla poltrona - Anzi, mi spiace che tu abbia dormito sulla poltrona, avrai un torcicollo... Vuoi qualcosa per colazione? Ho dell'impasto per pancake. E della cioccolata, o del caffè. E marmellata, miele, biscotti, latte..."

Precious | Good OmensWhere stories live. Discover now