Capitolo 4: Wonderwall

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Wonderwall: Una persona alla quale ti trovi a pensare in continuazione, la persona di cui sei totalmente infatuato.

Aziraphale non era esattamente abituato a vedersi arrivare in casa suo cugino. Certo, dato che come buona parte dei giovani di Londra vivevano a Camden Town (famiglia ricca o no, gli studenti raramente potevano permettersi di vivere in quartieri più lussuosi di quello) non erano mai lontani l'uno dall'altro, ma non erano propriamente affiatati come duo.

Avevano passato gran parte dell'infanzia insieme, dato che le loro madri vivevano letteralmente nello stesso condominio, ma con infanzia passata insieme si intendeva principalmente Aziraphale che leggeva e Gabriel che lo prendeva per un braccio per costringerlo a fare qualche gioco.

In ogni caso, Gabriel aveva bussato alla sua porta ed era entrato, sistemandosi con cura l'elegante giacca grigia e facendosi accogliere da un Aziraphale reduce da un lungo paio d'ore di scrittura.

"Gabriel? Che cosa...?" chiese il più giovane, lasciando entrare l'altro.

Era da un paio di mesi che non si vedevano, da una qualche cena di famiglia, ma lui era sempre uguale. Stesso taglio ordinato di capelli (non senza una certa quantità di gel), stesso stile elegante nel vestire, stessi occhi quasi violacei che gli avevano sempre fatto guadagnare parecchi complimenti.

"Ho una proposta da farti - disse subito lui, senza lasciargli spazio per chiedere altro - È da un po' di tempo che esco con una ragazza."

"Oh, sono felice per-"

"Aspetta. Questa ragazza ha un coinquilino, un, sai... - fece una breve pausa prima di lasciarsi scivolare fuori dalla bocca quella parola - un omosessuale. Insomma, mi ha chiesto se tu fossi interessato a fare un'uscita a quattro."

Aziraphale sentì improvvisamente la bocca asciutta "A-aspetta... le hai detto di me?"

Gabriel parve allontanare le sue parole con un gesto indifferente "No, non le ho detto che sei gay. Ma lei ha pensato che tu è questo suo amico potreste andare d'accordo. Onestamente non è che io le abbia parlato un granché di te, ma poco importa. Vieni o no?"

Aziraphale faceva abbastanza fatica a immaginare Gabriel che parlava di lui alla sua fidanzata, ma in realtà faceva ancor più fatica a immaginarlo con una fidanzata e basta. Era strano dato che Gabriel, per quanto piacesse, non era uno da andare dietro a molte ragazze. Non sapeva che tipo di persona potesse piacergli, in realtà.

"M-ma non so neanche chi sia questo qui. Insomma, già sei l'unico a sa-sapere che s-sono gay e io non sono proprio uno che si trova bene a-a conoscere persone nuove. O ad andare ad appuntamenti così, con il primo che capita..."

"Non direi essere l'unico a sapere, Aziraphale."

Gabriel non sapeva che lui era gay perché Aziraphale gliel'aveva confidato. Lo sapeva perché un paio di anni prima, quando entrambi vivevano ancora con i loro genitori, era entrato a casa del cugino quando gli zii erano andati in vacanza per il weekend. Avrebbe voluto solo chiedergli se aveva della farina, invece lo aveva beccato con il fidanzato del tempo.

Una faccenda molto imbarazzante, riguardo la quale Aziraphale lo aveva pregato di non dire niente a nessuno. E Gabriel, per quanto non approvasse un granché il tutto, non lo aveva detto a nessuno. Aziraphale l'aveva visto come un modo implicito per dimostrargli che, in fondo in fondo, un po' di bene gliene voleva.

"Va bene, va bene! È-è che non so... insomma non so se mi sentirei a mio agio... non sono uno da appuntamenti."

Gabriel si era diretto verso la piccola cucina del ragazzo e aveva iniziato a osservare ciò che era contenuto all'interno del frigo "E in che altro modo speri di incontrare qualcuno? E poi non è un appuntamento. Ripeto, né questa ragazza né il suo amico sanno che sei gay!"

Precious | Good OmensWhere stories live. Discover now