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Più correva, più la brezza marina gli sferzava la pelle e più si rendeva conto dell'effettiva distanza che intercorreva tra se stesso ed i suoi amici: Paolo non si era accorto di quanto si fosse allontanato da loro, se non proprio in quel momento mentre correva cercando di ritornare dalla sua comitiva.

Non che ne avesse voglia, ma pensava fosse meglio rifugiarsi da loro in quel momento, anziché rischiare un nuovo confronto con suo padre.

Sicuramente, la chiacchierata tra di loro, non aveva risolto granché ma, proprio come aveva detto al genitore, pensava fosse un suo errore: non era stato sarcastico nel rivolgergli quelle parole, aveva soltanto bisogno ancora un po' di tempo per smorzare la rabbia e rassegnarsi alla situazione.

Era giusto? Non lo sapeva; l'unica cosa di cui era certo, era proprio quel dolore al petto, come una spina conficcata nel cuore e non voleva che continuasse a scavare ancora più a fondo dentro di lui.

Avrebbe accettato di tutto, lo sapeva, purché quel dolore cessasse di insinuarsi nel suo cuore.

Era ormai giunto nei pressi del falò intorno al quale stavano i suoi amici, la sua pelle sembrava essersi riscaldata, imperleandosi appena di sudore, il fiato gli si era fatto corto e sentiva i muscoli delle gambe iniziare a dolore un po'... quando percepì l'intrusione di qualcosa tra i suoi piedi, perse l'equilibrio e cadde sul bagnasciuga.

L'acqua del mare gli lambì parte del corpo facendolo rabbrividire e si alzò di scatto cercando di capire che diavolo fosse successo.

Si scrollò l'acqua di dosso scuotendo la testa come un cane scuote il proprio pelo e si volse nella direzione di ciò che aveva captato con la coda dell'occhio: una ragazza, evidentemente paonazza in viso nonostante la semioscurità che le avvolgeva i lineamenti con ombre morbide.

-Scusami- balbettò lei, rimasta pietrificata, seduta sulla riva e con il piede destro pericolosamente vicino a quelli di Paolo. Il ragazzo aggrottò la fronte: -Non l'ho fatto apposta. Non ti ho visto arrivare, scusami ancora- aggiunse la ragazza e Paolo scosse piano la testa con un sorriso imbarazzato.

-Tranquilla. Ti ho fatto male?- le domandò:
-No. E tu? Ti sei fatto male?- chiese di rimando la giovane. Paolo si accertò che la caduta non avesse peggiorato la situazione delle sue labbra, tastandole delicatamente: scosse nuovamente la testa: -Tieni- gli disse porgendogli un telo da mare ripiegato: -Per asciugarti-
-Grazie- rispose l'altro accettandolo.

La ragazza si alzò da terra e gli andò incontro aiutandolo ad asciugarsi le spalle senza aggiungere altro. I suoi gesti naturali imbarazzarono Paolo, anche se si ritrovò impossibilitato ad allontanarla, senza sapersi spiegare il perché.

-Io sono Maria, ma puoi chiamarmi Mery, così come fanno tutti- disse dopo un po' la ragazza indicando con un cenno della testa in direzione della comitiva di Rosalia.

Paolo aggrottò la fronte:
-Sei amica di Rosy?- le domandò e Mery annuì:
-Ci conosciamo dai tempi del liceo-
-Come mai non sei lì con loro?- Mery si strinse nelle spalle:
-Sono strana. Non mi piace molto la confusione. Sono un tipo solitario- disse ridendo: -Così, anche quando sto in comitiva, ogni tanto ho bisogno di ritagliarmi un po' di spazio solo per me-

Paolo le sorrise sempre più imbarazzato e Mery lo invitò a sedersi con lei sul suo telo: si incantò a fissarla per un paio di secondi mentre lei si muoveva con grazia, come se fosse una fatina.

Sembrava camminasse in punta di piedi.

Al dir il vero, aveva proprio l'aspetto di una fatina: il corpo esile e di bassa statura, dalle curve appena accennate, i capelli mossi e lunghi oltre la vita che le danzavano intorno ad ogni movimento catturando ogni più piccola luce illuminando la sua folta chioma di riflessi dorati ed argentei, per poi tornare nell'oscurità di quel tipico colore indefinito tra il biondo scuro ed il castano chiaro. Indossava un costume da bagno di colore verde e, guardandola negli occhi chiari, gli sembrò di avere davanti una versione umanizzata e dai capelli lunghi di Trilly, la fatina amica di Peter Pan.

TWO WEEKSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora