6. Amore e altri danni

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"Dal primo momento
in cui l'ho vista
ho capito che lei valeva
un cuore spezzato."

Atticus

Quando avevo tredici anni ero convinta che l'amore avesse un nome: Luca.
Luca era alto, bello, ed aveva cinque anni più di me. Viveva nel nostro stesso quartiere e spesso sedeva con i suoi amici sul muretto del parco giochi sotto casa. Avrei tanto voluto un cane solo per avere una scusa decente per passare di lì, per avere l'occasione di farmi notare.

Non sapevo assolutamente nulla di lui, non avevo idea di quale fosse il suo piatto o colore preferito, non sapevo che scuola frequentasse, se amasse il cinema o i libri. Niente. L'unica cosa di cui ero certa era che non mi importava, mi sarei fatta piacere qualsiasi cosa pur di stargli affianco. Un suo sguardo mi accelerava il battito cardiaco come un'iniezione di adrenalina in pieno petto e mi faceva sentire viva e immortale.

Un anno dopo venne arrestato per spaccio, violenza domestica e aggressione di pubblico ufficiale. Ricordo che lo giustificai, perché per me "amare" significava accettare tutto di una persona, anche le cose negative, i difetti, i momenti terribili.

A diciassette anni, sembra passata una vita intera. Sono successe tantissime cose dal mio primo amore. Per prima cosa, ho realizzato quanto fossi stata stupida ad essermi invaghita di una persona tale.

A quattordici, ho evitato di dare il mio primo bacio al gioco di obbligo o verità a Edo, perché convinta che sarebbe stato Cesare il mio primo bacio. L'avevo conosciuto alle lezioni di tennis, mi aveva aiutato diverse volte ad allenarmi, ed io mi ero persa nei suoi occhi verdi. Peccato che lui si fosse perso per la copia bella della sottoscritta, Becky. Cesare fu il suo primo ragazzo.

A quindici, ho conosciuto Nicola ad una festa di compleanno di un vicino di casa, Mattia. Era gentile, simpatico, bellissimo. Aveva il dono di saper ascoltare. Il suo sorriso ti riempiva di farfalle lo stomaco, ed aveva quel modo così sensuale di spostarsi i capelli ricci...
Non a caso, ha preferito sfruttare il suo dono dell'ascolto con Becky, in quel particolare periodo in cui le litigate con Cesare non facevano presagire nulla di buono. Infatti, Nicola era lì, per lei, per sostenerla e... per diventare il suo secondo fidanzato.

A sedici anni, ho capito che avrei preferito i gatti piuttosto che essere avvicinata ancora da un ragazzo per fargli conoscere Becky. E comunque, ogni ragazzo che mi sembrava un minimo attraente o interessante, finiva sempre per flirtare ed uscire con lei.

Ci ero abituata, insomma. E non mi importava un granché. Ma tutto stava per cambiare, una novità, un'incognita: mi aveva scritto un ragazzo sui social. Non so perché tra così tante richieste di Direct Message, mi fosse saltato all'occhio proprio il suo. Forse per la foto profilo in cui non mostrava la faccia ma un dito medio, le foto cupe, in bianco e nero, di un ragazzo in mezzo alla strada, di un paio di labbra che fumano una sigaretta girata, di un rospo su una mano affusolata. Foto strane, a tratti poetiche.

Avevo diverse foto con mia sorella, in cui era stata sapientemente taggata per volere suo. Avrebbe potuto scrivere a lei, invece aveva scritto a me. A me.

Non aveva iniziato con un "ciao", non si era presentato, non aveva cercato di conoscermi o di farsi conoscere.
@ehybibi:
Ci conosciamo?

@oakthoughts:
Ovvio che sì, al contrario, mi sarei presentato.

Mi porto l'unghia del dito indice tra i denti, convinta di avere un sorriso ebete sulla faccia. Non so perché, ma mi piace come si rapporta questo ragazzo. Mi ritrovo davanti la porta della mia classe dopo essere andata in bagno per rispondergli.

Tutto quello che ti direiWhere stories live. Discover now