SPESSO IL SILENZIO DICE PIÚ DELLE PAROLE

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Se c'è una cosa che odio più di tutte è il giorno prima dell'inizio della scuola.

Quando capisci che l'estate, i tuoi unici tre mesi di libertà, sono realmente finiti e che per ben nove mesi le parole “abbronzatura”, “mare” e “divertimento” saranno completamente cancellate dalla tua mente. A prendere il loro posto saranno, invece, le parole “scuola, “studio” e “stanchezza” che ti accompagneranno nei tuoi prossimi noiosi ed interminabili giorni dei tuoi successivi nove mesi.

E mentre fantastico sulle imprevedibili svolte che quest'anno potrebbero cambiare il mio anno scolastico, una voce mi risveglia dai miei sogni ad occhi aperti.

"Emily, è pronta la cena"

"Arrivo subito"

Lui è mio padre, un tipo autoritario che non ama parlare molto. Gli voglio molto bene ma allo stesso tempo lo odio. Dopo la scomparsa di mia madre, siccome lui non riusciva a vivere in quella casa, ha deciso di venderla e ci siamo trasferiti a Viareggio, una piccola città di mare della Toscana in Italia, un grande cambiamento considerando che prima abitavamo a Torino! 

Ha cercato altre donne dopo la “scomparsa” di mia madre? Esatto.

Ne ha trovata una stabile? Esatto.

Che è tutta tette e niente cervello? Esatto.

Ecco il motivo per il quale lo odio. Non fraintendetemi, io sono contenta che abbia trovato una compagna ma lei proprio non la sopporto, è così diversa da mia madre, non ho ancora capito come mio padre possa essersene innamorato. Non fa altro che lamentarsi: è grassa e deve dimagrire, i suoi vestiti non sono più alla moda e si vergogna ad andare fuori, le sue unghie sono orribili e bla, bla, bla. Sembra un'adolescente invece che un'adulta!

Devo contare fino a dieci ogni volta per non urlarle: “E al tuo povero piccolo cervello ci hai mai pensato, forse dovresti farti rifare quello, così almeno saresti un po' più intelligente!”.

Scendo le scale preparandomi psicologicamente all'estenuante cena che mi attende.

Sono tutti e due seduti e aspettano me per iniziare a mangiare. Un piatto di pasta al pesto è pronto sul tavolo, uffa, io detesto la pasta al pesto.

“Papà ma lo sai che a me ….”

“Ha cucinato Rosa stasera” dice fulminandomi con lo sguardo.

“Ah” è l'unica cosa che riesco a dire. Questo significa che dovrò finire tutta la pasta e ringraziarla per la bella cena che ha preparato. 

Mangio tutto il più velocemente possibile, in modo tale da riuscire a non sentirne il sapore. Durante tutto il pasto c'è silenzio, un silenzio che dice tutto ciò che c'è da dire. Ed io non mi sento a mio agio, ricordi che non dovrebbero tornare fanno capolino nella mia mente. Cerco di lottare ma loro, più forti di me, mi trascinano nel passato e non posso far altro che aspettare la fine.

INIZIO FLASH BACK

“Mamma, non riesco a dormire”

“Perché, tesoro?”

“Perché ho paura che nel buio ci siano dei mostri!”

Lei si alza e mi porta in camera, io mi metto sotto le calde coperte e lei mi rimbocca.

“Ora dormi” dice, accarezzandomi il viso.

“Adesso ci sono io con te e ci sarò sempre”.

E io, tranquillizzata da quelle parole, mi addormento serena.

FINE FLASH BACK


E ci sarò sempre, sempre!” queste parole si ripetono miliardi di volte nella mia mente. E fanno male, un male insopportabile, lo stesso che mi perseguita da anni, che mi lacera dentro, che non lascia più nulla tranne il dolore. E sento lacrime calde pungermi gli occhi, lacrime azzurre, azzurre come il mare, come il cielo, come i suoi bellissimi occhi. Ma adesso non è tempo di piangere, non posso mostrarmi fragile qui, in questo luogo, davanti a queste due persone.

Basta, basta!” urlo nella mia testa e, come sono arrivati, i ricordi svaniscono, lasciando un senso di debolezza in me.

Dopo aver finito di mangiare ringrazio Rosa e mi dirigo al piano di sopra. Vado in bagno, mi lavo i denti e mi sciacquo il viso. Mi guardo allo specchio e, niente, non sono cambiata da ieri o ieri l'altro, sono la solita ragazza con gli occhi spenti e il sorriso forzato.

Poi vado in camera e, velocemente, mi metto il pigiama, infine, esausta, mi butto sul letto ma sento un rumore e capisco che mi è arrivato un messaggio su whatsapp. Senza alzarmi, perché non ne avrei le forze, prendo il telefono che è sul comodino.

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Emy, sei pronta per domani? <3

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Un sorriso punta sul mio viso, lui riesce sempre a farmi sorridere. Ah, non vi fate strane idee, non pensate che sia il mio fidanzato o la persona di cui sono innamorata, perché vi sbagliereste di grosso. Lui è semplicemente il mio migliore amico, il fratello che ho sempre desiderato e mai avuto, una delle poche persone che so che non lascerò mai andare dalla mia vita.

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Davide! Certo che sono pronta, non vedo l'ora di vederti, è da troppo tempo che non ti sento. <3

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Lo so, sono irresistibile e senza di me non puoi stare. Ma tieni duro, domani abbiamo un'intera giornata da passare insieme. <3

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Sei sempre il solito scemo, il MIO scemo PREFERITO. <3

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E tu sei la MIA scema PREFERITA. <3

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Dai, adesso vado a dormire, se no chi ce la fa a svegliarsi domani mattina! Buonanotte SCEMO. <3

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Buonanotte AMORE MIO. <3

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 E mi addormento così, con il sorriso stampato in volto, pensando alla giornata di domani che mi aspetta, quale strana idea avrà in mente questa volta il mio Davide?

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Spazio scrittrice:

Ciao, 

Allora, vi sta piacendo questa storia?

Volete che continui? 

Volevo pubblicizzare una storia che mi piace molto:
- "Never more alone" di Person_Who_Loves

Passate da lei è molto brava! 

Continuate a votare e a commentare! 

MI AVEVI DETTO CHE RESTAVIWhere stories live. Discover now