27. Tifosi

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"Pronto?"

"Ciao Martina"

"Papà cosa c'è? Non mi chiami da mesi!"

"Lo so, scusa. Ti ho chiamato perché mi sto per sposare e vorrei tu ci fossi, lo vorrei davvero tanto"

"Cosa dovrei risponderti? Che bello non vedo l'ora?! Sei sparito e pretendi di fare la famiglia felice?"

"Ci sarà anche tua sorella, vorrei venissi anche tu"

"Sorellastra, grazie. Comunque non penso di venire"

"Martina ti prego, almeno pensaci"

"Ci penserò, ciao papà"

Chiudo di rabbia la telefonata mentre Maya inizia a consolarmi, nemmeno mi sono accorta di aver iniziato a versare lacrime dettate solo dal nervosismo del momento, sicuramente non dalla tristezza o malinconia. Ringrazio la mia amica e la invito a tornare in albergo, a Monza, perché ho decisamente bisogno di stare da sola. Papà. Fa così strano risentirlo e ripensare a lui, è sicuramente la persona che più mi ha fatto male al mondo, la persona che più ho odiato. Mancavano pochi mesi ai miei 18 anni, ero felice e piena di sogni nella sua amata Montecarlo, ma a lui non andava bene. Ha praticamente costretto me e la mamma ad andarcene, a tornare a Milano e rifarci una vita, poi è sparito per giorni, settimane e infine mesi interi. Solo qualche mese fa ho scoperto che il suo rifiuto nei nostri confronti era dettato dalla presenza di una figlia di cui aveva scoperto l'esistenza proprio nel periodo in cui poi ci ha 'abbandonate'. A quanto pare questa Sonia ha un solo anno in meno di me, mi somiglia abbastanza ed è figlia di una cameriera di quello che era il nostro ristorante preferito a Monaco. La scoperta era stata traumatica ma almeno aveva dato un senso agli ultimi anni della mia vita, mi aveva aiutato ad accettare che non fosse colpa mia e che tuttosommato io potevo vivere senza mio padre mentre lei voleva conoscere il suo.
La cosa che più mi irrita ora, però, è come lui voglia improvvisamente far finta di nulla, invitarmi al suo matrimonio con quella che è la madre della mia sorellastra e far la perfetta famiglia felice. Non si pone domande su come io sia stata o stia tutt'ora, non gli interessa.

"Cosa pensi di fare?" "Non lo so Charles, non ne ho idea" mi accarezza la testa dolcemente, la storia lui la sa bene nonostante non fosse presente in quel momento della mia vita, sa quanto fossi legata a mio papà e quanto possa farmi soffrire tutta questa assurda situazione "Credo dovresti andare" dice dopo qualche minuto di silenzo, io mi alzo per guardarlo meglio negli occhi confusa "Come scusa?" "Tini ti manca, lo sappiamo entrambi e ha fatto lui il primo passo, ora fagli vedere che sei una donna e che puoi riprendere un rapporto" "Ma non è quello che voglio, andare lì e fingere di essere felice per lui? Non esiste!" "Allora avevi già deciso cosa fare, perché chiedermi un consiglio?" Mi alzo dal letto innervosita da tutta la situazione "Senti sono già incazzata di mio, non ho anche bisogno della tua predica sulla vita" "Quindi pensi io ti stia facendo la predica? Martina svegliati è tuo padre, non lasciartelo scappare per orgoglio" "Sai cosa c'è, che non ne voglio più parlare, ora vado domani dobbiamo lavorare entrambi" esco dalla stanza dell'albergo salutandolo così, senza voltarmi indietro e torno a casa dove trovo mia mamma ad aspettarmi, totalmente all'oscuro della situazione. Ha già i suoi pensieri, l'ultima cosa che voglio è assillara pure con i miei, non più di quanto abbia già fatto.

Charles_leclerc

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Cin Cin /Charles Leclerc/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora