Capitolo 63

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Cassiopea

Non avremmo mai creduto di ritrovarci con questa freddezza,perfino dopo aver fatto l'amore. Qui sul letto a stringerci l'un l'altra senza tuttavia alcun sentimento da trasmettere. Nyco mi tiene stretta ma con rudezza,non è il suo solito tocco delicato di quelli che ti cullano e senza che te ne accorgi ti proteggono. Ti difende e basta, ti nasconde ma non mostra desiderio ed io non posso percepire cosa gli passa per la testa. Non so se non ci sia più nemmeno lì. Riunirci, amarci, stavolta non basta ad aggiustarci dentro e lo sappiamo bene entrambi. Passata questa notte, si celebrerà un funerale e forse per questo non vogliamo addormentarci, come se il non dormire allontanasse l'alba di uno di quei giorni che non siamo pronti a vivere.
Nyco non fiata da quando lo abbiamo ritrovato in mezzo alla distruzione con Aron svenuto tra le braccia , sveglio nonostante aver effettuato un Unione di elementi che ha quasi desertificato il pianeta . La cosa ci ha spaventati. Pensavamo cedesse da un momento all'altro, cadesse , nessuno credeva sul serio affatto che , morto Rych,lui sarebbe sopravvissuto. Era questione di tempo, temevano tutti,lui lo sperava. Invece ha continuato a zoppicare con rigidità, a perdere sangue senza pensarci, a star zitto rischiando di svenire ogni volta. Nemmeno durante le medicazioni ha sofferto o cambiato espressione, o tra le mie braccia. Sono rimasta accanto alla piccola Marta fin quando lui stesso non c'ha aiutati a ristabilizzarla, non si sveglia ancora e se non fosse stato per mia madre che ha deciso di darmi un cambio e mi ha costretta ad accettare, sarei ancora a stringerle la mano e piangere, perché sarebbe stata l'unica a non vedermi. Avrei potuto sfogarmi senza infastidirla e al contempo cullarla.
«Porta via anche lui.» mi ha suggeritomi ha suggerito mia madre. Era immobile, una statua di pietra che si muoveva solo per accarezzare la testa di Marta con la mano tutta fasciata, o per zoppicare da Aron appena poteva. Grazie al cielo, lui si è ripreso in fretta.... e senza poteri. Quando mia madre mi ha sostituita, sono corsa da lui , l'ho stretti come davvero merita un figlio di essere abbracciati e lui non riusciva a mollarmi. L'ho rivisto da bambino, fragile, ho sentito la sua paura dovuta anche ai miei errori , lui stesso me l'ha mostrata,finalmente non ho avuto bisogno delle mie sensazioni per capire cosa affliggesse Aron. Abbiamo dialogato e sofferto insieme. Poi ho portato via Nyco , non so con quale forza o codardia . Meritavamo di stare soli, anche solo un'ora,lui per svegliarsi,io per non pensare solo agli altri. Non la smetto di stargli vicino perché inevitabilmente penso all'ultima volta che a morire stava per essere lui, continuo a sfiorargli appena le medicazioni fresche, pensando che magari così riuscirà a provare dolore e ad accorgersi di essere imbambolato. Poi smetto, perché tutti siamo ridotti in questo stato, tutti non riusciamo a svegliarci da questo incubo.
Lo osservo in viso e con la mano lo costringo a guardarmi ... il problema è che sono io a non avere parole. Vorrei poter trovare una qualsiasi sillaba, lui aspetta ma sa già che non c'è niente da dire, mi sfida senza strafottenza, vince e torna a guardare il soffitto.
Mi metto seduta incontrando me stessa allo specchio. L'ultima volta ero congelata esteriormente,ora lo sono dentro. Ho le guance appiccicose di pianto,ma ho smesso da un po', brucia un po' il taglio sul mio labbro provocato da Lena,nel momento della morte di Jacob... anche lui, morto. Stringo la coperta tra le mani, rischio di bruciarla. Nyco mi affianca osservandosi allo specchio. Avrebbe bisogno di sistemare la barba, dare una spuntatina ai capelli. Smetto di guardarlo,mi ricorda troppo Rych e lui lo capisce chiaramente.
«Non avevo mai notato la somiglianza che per tutti era scontata. Sembrerà assurdo,ma è così.» le prime parole da quando è tornato pronunciate da una voce che ,ad occhi chiusi, nemmeno riconoscerei.«Adesso che è morto, non vedo altro che lui nel mio riflesso.» continua serio e osservando se stesso come fosse un nemico.
«Nyco...»
«Siamo così simili?» sospiro, so che non cambierà argomento fin quando non arriverà all'obiettivo. Sempre se è abbastanza lucido da formularne uno. Sempre se io lo sono abbastanza per capirlo. Usa un "siamo" ,come se Rych fosse ancora qui e ci fossimo svegliati dall'ennesimo incubo che la nostra vita ha superato. Osservo anch'io il suo riflesso, vedo realmente il signore delle tenebre al buio, dove difficilmente si distinguono i colori, sembra un fantasma che ci osserva. Deglutisco affranta, non preparata osservo me stessa accanto a lui ma distante.
«Molto.»
«Per questo venti anni fa non riuscivi a scegliere?» la domanda mi fa rabbia, non ritengo sia il momento adatto per porla. Non mi guarda ancora, ma chiunque si accorgerebbe del mio disagio, e non per la vergogna di un sentimento passato, né per paura che possa mostrarsi geloso o roba simile. Non è da Nyco, lo conosco, so quando vuole rimproverarmi qualcosa, sono episodi troppo rari da non riconoscere. Adesso non vuole,non prova rabbia o risentimento, né probabilmente pensa che mi fa male rispondere. È totalmente assorto dal suo ragionamento.
«Venti anni fa,hai detto bene. Perché parlarne adesso?»
«Perché non ne abbiamo mai parlato realmente.» è totalmente apatico nonostante chiunque avvertirebbe la mia tensione ,o il calore che cresce nella camera. Rispondo stanca,forse mi si incrina la voce per la tristezza nel pensare che vent'anni fa Rych si è salvato,per poi morire adesso.
«Non c'è nulla di cui parlare se non che ero un'adolescente confusa, presa dalla paura di non aver mai combattuto e di trovarsi in mezzo ad uno scontro più grande di lei. Un'adolescente che ,tra l'altro, non ha mai ricevuto attenzione da nessuno, figuriamoci dai ragazzi. E me ne sono trovata due senza essere preparata... Tutto qui.»
«Uno solo.» dice poco prima che io finisca di parlare.
«Cosa?» Finalmente mi considera, prima guarda il mio riflesso, poi direttamente me. E mi spaventa, è arrabbiato.
«Ti sei ritrovata lo stesso ragazzo nelle sue due versioni. Un solo essere.» mastica con disprezzo queste parole che facevo più di Rych che sue. Probabilmente si accorge della mia espressione, abbassa lo sguardo sulle sue mani che medico ormai da quando tutto è finito, continua a scrostarsi apposta, gli diciamo di non muovere la spalla ma lo fa comunque. «Amavi entrambi, non hai mai capito il motivo perchè forse era troppo scontato: avessimo unito le nostre due personalità in un corpo solo, non avresti avuto dubbi, quello sarebbe stato la tua scelta.»
«Nyco, perché?» chiedo devastata senza ormai frenare le lacrime. «Cosa c'entra adesso? Qual è il problema ,non avrei dovuto scegliere te?Con te ho creato una famiglia e la ricreerei... perché farlo se avessi scelto a caso?» gli accarezzo il viso e lo costringo ad osservarmi, un'espressione del genere probabilmente l'ha assunta solo per la morte di sua madre. Accarezza la mia mano sul suo viso.
«Non lo so. Mi chiedo... perché non Rych? In generale,non faccio altro che pensare a come sarebbe potuta andare se tutto si fosse svolto al contrario, se tu avessi scelto lui, se lupo malefico ci fossi diventato io... se fossi morto io. Ucciso da lui, me stesso.» sembra convincersene adesso, allontana la mia mano e so che penso che le sue sono quelle di un assassino e non devono toccarmi.
«Pensi che come è andata sia sbagliato?»
«Penso che non ci sia mai stato nulla di giusto, Cassiopea. » Stavolta alza il tono della voce e la scena della morte di Rych mi acceca. Mi copro gli occhi in un sussulto, quando torno a vedere Nyco è già in piedi a rivestirsi.
«Dove vai?» non mi risponde e continua. «Nyco...?»rimane fermo davanti alla finestra,non riesce a mettere la maglia per la ferita, una fitta lo fa fermare,prende fiato. soffro anche per lui, perché forse è una delle rare volte in cui vorrei capirlo davvero e aiutarlo, scavare nella sua mente che non fa altro che auto incolparsi, lo trasforma in ciò che non vuole, gli fa perdere la magia che amo ed ho sempre amato di lui. Così lo abbraccio da dietro e piango nella maniera più silenziosa possibile,non voglio metterlo ancora più in difficoltà,solo fargli capire che ci sono, che ha ucciso Rych, è vero,ma non è un mostro per questo ... insomma, credo... non ha importanza come la prenderanno gli altri ... o forse sì? Forse sbagliato siamo realmente noi? «Per favore, ti supplico ,basta . Ci facciamo solo più male così, va bene? Non potevi saperlo,non ... nemmeno io, potevo, forse,non lo so,ma adesso Rych non c'è più. Ha ingannato tutti, Set in primis. Nessuno di sarebbe aspettato una cosa del genere.»
«Esatto, hai colto nel segno. Chi se lo aspettava che io lo uccidessi? Invece l'ho fatto brutalmente, davanti a sua moglie ,i suoi figli, tutta Omega. Ho di nuovo devastato una famiglia .» si volta di scatto verso di me mostrandomi le mani,vorrebbe accarezzarmi il viso ma ancora si trattiene per paura di ... cosa? Che possa uccidere anche me? Finalmente mostra un cenno di espressività,trattiene tutti dentro prima di esplodere, ma per farlo cala le barriere e torna vivo. «Lui lo sapeva, Pea. Voleva che lo uccidessi per dimostrarmi non so cosa... parlava sempre di uno scontro decisivo ed è stato questo. Io ci sono cascato in pieno, voleva vincere senza lasciarmi scampo e lo ha fatto nella maniera più ingiusta: io ho sempre voluto perdere, mi ha costretto a vincere con la convinzione che anche questa volta c'avrei rimesso io e nessun altro. Invece no. La gara non era chi morisse prima o dopo, non avrebbe avuto senso , siamo la stessa cosa. Consisteva nel capire chi per primo avrebbe fatto cadere la maschera derivata dal nostro potere. Ed ha vinto: mi ha fatto distruggere la sua di maschera prima che cadesse mostrandola come unica alternativa, così sono stato io a calare la mia.» sembra un folle,uno di quelli che però rimangono inquietantemente pacati, che ti uccide con le pause lunghe e silenziose.
«È stato.... crudele,lo so, ma non sono certa che lui ne fosse consapevole. Non puoi dirlo così.» in realtà,lo penso anch'io nel profondo,ma non voglio che si infanghi ancora la sua memoria. Non l'ho mai voluto, non ho mai accettato la sua nomina da nemico, traditore, mostro. Non ho mai dimenticato come sappia amare Rych, lo vedevo con Aurora, l'ho visto con i suoi figli, l'ho vissuto su me stessa. La sua memoria... Rych è solo questo adesso? È morto sul serio? Quindi non era un incubo,una visione falsa quando ieri abbiamo deposto il suo corpo su una base di marmo, nemmeno l'averlo coperto con un lenzuolo, nemmeno la perdita di sensi della povera Aurora? Indietreggio di qualche passo con la mano alla bocca, piango come una fontana perché mi la realtà mi sbatte contro, mi toglie il fiato. Gli do le spalle perché è come se gliela stessi dando vinta.
«Sai che ho ragione, lo sanno tutti. Rych ne era capace,metterti con le spalle a muro senza lasciarti scampo.»
«E anche se fosse? Lasciamolo in pace almeno da morto, lasciamo che... È morto, accidenti! Non c'è più!» mi copro la faccia vergognata dal mio comportamento seppur più che lecito. «Anche se è una cosa terribile,anche se lo hai ucciso tu o l'avesse fatto da solo, tutto è passato...e lui non respira più.»
«Perchè io sì, allora?» Nyco finalmente mi sfiora e la sua voce si addolcisce,unisce le nostre fronti e rimuove i capelli dalle mie guance,rimasti attaccati per le lacrime.Giuro che non sono mai stata così impreparata davanti a lui, cambia continuamente faccia, tono sentimento. «Forse perché ho ancora l'opportunità di fare la cosa giusta, Cassiopea. E devo farla a discapito di quello che lui mi ha fatto fare. Sarà la mia punizione ma anche la salvezza di tutto ciò che è crollato a causa del nostro assurdo legame. Io non gliela do vinta, e se vinciamo o perdiamo lo faremo insieme.»
«Basta pagare, dannazione. Rych, Jacob, quella povera ragazzina... abbiamo pagato abbastanza. E non è stato un vostro errore, Nyco, non voglio sentirtelo dire. Non avete scelto voi di essere legati, non l'avete mai sopportato, lo avete sempre subìto!»
«Pea» si assicura che io lo stia ad ascoltare interrompendomi più volte, tiene stretto il mio viso, il suo occhio sembra assumere un altro colore, diverso dal celeste. Lo stesso indefinito colore delle ombre di Rych. Chi diamine ho davanti? Chi è morto,chi vivo? E se fossero entrambi morti solo che non lo si capisce?. «Nel sogno che non ti ho mai raccontato , è andato tutto al contrario: Cronos era vivo, avevi scelto Rych ma moristi nel primo scontro, ti salvarmi ma tu non salvasti noi. Annabeth parlava di ribaltare la storia, non permettere che si ripeta, capisci? Così doveva finire. Le anime unite lo saranno in eterno, ricordi?» rimango in silenzio per il disorientamento, non capisco cosa diamine ci sia di così terrificante in questo sogno per cui non me ne abbia mai voluto parlare e mi arrabbio , così tanto che ho l'impulso di picchiarlo. Lo faccio, ci provo cercando di colpirlo solo al braccio buono,ma lui ferma i miei pugni ,ignora la fascia che il movimento brusco torna a sanguinare.
«Sarebbe dovuta andare così, quindi!? È colpa mia per avervi salvati!? È questo!?»
«Pea...»
«Vi amavo e volevo avervi al mio fianco, non meritavate la morte tant'è vero che Kiro me lo ha concesso! Non avremmo avuto i nostri figli,non sarebbe tornata Marteide, Non ti saresti goduto i genitori che tanto desideravi, non....!»
«Cassiopea!» mi zittisce. Sorride tristemente lasciandomi i polsi, è riuscito ad immobilizzarmi col solo sguardo. «Rifarei e affronterei di nuovo ogni singola cosa, va bene? Per tutto quello che hai detto: le tre meraviglie che abbiamo per i figli, i miei genitori,i tuoi, tutto il gruppo, per mia sorella... per te perché da sempre sei la cosa più bella che custodisco e per cui vale la pena qualsiasi cosa. No, non è stata colpa tua. Sei riuscita a temporeggiare ,hai concesso ad entrambi il tempo di essere noi stessi. Da morti,torneremo ad essere la stessa cosa. Non so cosa sia meglio, ma hai cercato di regalare a Rych una vita propria ,a me. Una cosa impossibile, eppure tu...» tace improvvisamente senza smettere di guardarmi e osservare ogni singola parte del mio viso, sfiora il mio taglio. «Sei sempre stata capace di raggiungere l'impossibile, ma temporeggiare ora non ha più senso. Tocca a me.» il bacio che mi lascia è così ipnotico, confuso ed insensato seppur desiderato che quando riapro gli occhi lui è già uscito dalla camera. Non lo seguo in preda alla debolezza di non capire , stringo me stessa, al buio e comincio a piangere così forte che ho paura di svegliare qualcuno, anche se nessuno riesce a dormire. Mi porto le mani ai capelli, incontro la mia devastazione allo specchio di nuovo e dietro di me ,vedo Rych esattamente come la prima volta che l'ho conosciuto. Ripeteva che nessun poteva capirlo, nemmeno a provarci. Solo lui... solo Nyco. Cresce di colpo, le sue sembianze demoniache mi spaventano, mi portano a gridare,spingere lo specchio che cade ,si frantuma in mille tagliandomi i piedi. In ognuno vedo riflesso Nyco, Rych, entrambi nello stesso volto. Il pensiero folle di Nyco si materializza nella mia mente, cerco di combinare entrambi in un'unica persona e la vedo , la amo . Mi lascio andare contro le pareti della camera,nascondo il mio viso e piango sola per non so quanti minuti, penso che ad ucciderlo in realtà sono stata io,non Nyco, io che l'ho aiutato a farsi prendere,che ho coinvolto mia figlia e mia sorella. Senza il mio intervento sarebbe qui... e i bambini? Avrei sofferto ugualmente, le vite innocenti stroncate devastano tutti, la vita del Siamo Oscuro no. Questo pensava Rych? Aveva torto, palesemente. È anche colpa mia. Forse non li avrei dovuto salvare, non avrei dovuto scegliere,non... cosa? Ormai è accaduto tutto,non si può tornare indietro.
Marta mi aspetta . Mi rialzo ,vado a vomitare come se fosse la cosa più normale al mondo ,ignoro il dolore ai piedi,il vetro sul pavimento, tutto. Indosso dei vestiti e poi cammino roboticamente fino alla camera di mia figlia. Trovo Aska sdraiata accanto a lei, gli occhi celesti luminosi come quelli del padre. Mi sdraio anch'io e le stringo entrambe.
«Prima di te è venuto papà. Devo raggiungerlo più tardi.» so che vorrebbe mi allarmassi della cosa,ma davvero non ne ho la forza. «Mamma..?» si solleva per osservarmi meglio, si accorge della mia espressione, percepisce che ho vomitato, i tagli ai piedi . Ricordo della storia che si ripete, come ha detto Nyco e penso a Jacob , a come guardava mia figlia, a come lei guardava lui. Io ho lottato per difendere il mio amore, ho sempre detto che tutti meritano affetto.Forse quel ragazzo lo meritava da mia figlia come Lena da suo padre. Come Nyco e Rych da me . Forse era un mezzo di ribalta,un modo per riappacificare la scia di odio che io e Lena abbiamo lasciati, mia figlia e suo figlio avrebbero posto fine alla faida tanto sentita. Stringo la mano di mia figlia, lei piange già perché capisce, prevede le mie parole.
«Ha salvato tutte noi , ma... la prima persona che aveva in mente in quell'istante eri tu.» abbassa lo sguardo per piangere,io la stringo a me senza lasciare la mano della piccola Marta.
«Perchè,mamma? Perché non so scegliere?» mi ricorda me, ancora le parole di Nyco mi feriscono. «Se ne fossi in grado lui sarebbe vivo. Invece...» rimaniamo noi tre insieme,nel silenzio più sofferto fin quando ,non so con quale coraggio, il sogno e gli incubi dei ricordi hanno la meglio. Credo di avere lo stesso che ha torturato Nyco per anni, rivivo tutto al contrario.
Nemmeno così Rych si sarebbe salvato.

Unione di elementi 3 -il potere leggendario-Where stories live. Discover now