𝐜𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝟓 ~ 𝐩𝐫𝐨𝐦𝐢𝐬𝐞𝐬

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La mattina seguente gli occhietti di Roxy si aprirono di buon'ora, rivelando gli ultimi tratti di un incubo troppo ricorrente per i suoi gusti. Infatti, due lacrime ribelli si apprestavano già ad abbandonare quei due profondi pozzi sul viso della bambina.

Maia, svegliata all'improvviso dal leggero singhiozzare proveniente dalla sua destra, scostò le coperte, raggiunse la cuginetta e l'abbracciò, allacciando le esili braccia attorno al suo collo.

<<È ancora quel mostro?>> chiese allentando la presa e ricncorrendo le sue lacrime con la punta del pollice.
Roxy annuì trattenendo un lamento.
<<Non avere paura, ci sono io>> la consolò, stringendole stavolta la mano.
<<Ti va se andiamo a trovare At?>>
La piccola rizzò le orecchie nel sentire il nome dell'amichetto e si alzò a sedere passandosi la manica del pigiama sul viso arrossato dal pianto.

Si vestirono senza dire una parola e, una volta afferrato il libricino, raggiunsero a ampie falcate l'ingresso della Sala Comune dei Serpeverde indicatagli da qualche studente sicuramente più esperto di loro. Le due bambine furono costrette ad aspettare davanti all'entrata, non potendo avere accesso a una Sala Comune che non fosse la propria.

Quando Atlas fece la sua comparsa, Maia si allontanò dopo aver salutato il fratello, in quanto sapeva che non doveva interferire nelle loro conversazioni importanti.

<<Scusa, scusa, scusa, scusa...>> iniziò il piccolo, abbracciando la bionda. Lei fu colta di sorpresa da quel gesto, che si scambiavano quotidianamente, ma che mai aveva avuto un significato così profondo.
<<Non volevo farti soffrire, anche se è stato solo per qualche ora...>> mormorò.
<<Cretino, sono state delle ore orribili!>> rise Roxanne scompigliandogli i capelli nella stretta, che si trasformò in un'amichevole lotta, la quale, ad occhi esterni, di amichevole aveva fin troppo poco.

<<Ci divertiremo tantissimo anche se non siamo nella stessa casata. Prometto che ci incontreremo ogni giorno dove e quando vorrai>> promise Atlas sorridendo.
<<Davvero?>> chiese lei con occhi sognanti.
<<Ho detto che te lo prometto>> ribadì lui, ricevendo in cambio un tenero bacio sulla guancia.
<<Grazie>> rispose soltanto, prima che Maia li interrompesse.

<<State facendo a botte?>> domandò vedendo lo stato pietoso dei loro capelli.
<<No>> assicurò Roxy dando a Atlas un pugno sull'avambraccio e ignorando le sue proteste.
<<Allora andiamo a lezione, non ho tempo da perdere con voi due>> rise.

<<Ehm... Maia abbiamo le lezioni separate, te ne eri dimenticata?>> chiese il ragazzino giocando con le proprie mani.
<<Oh si, allora... ci vediamo in giro>>
Le bambine fecero per andare via, ma Roxy si trattenne qualche secondo sufficiente per sussurrare al cuginetto <<oggi vengo a cercarti, così cerchiamo qualche bel posto qua nei paraggi>>

.

Le lezioni trascorsero in un batter d'occhio, e l'introduzione al regno della magia fu di grande impatto nelle menti dei piccolini, che non vedevano l'ora di imparare ogni incantesimo e di cavalcare draghi e Ippogrifi.

Roxy camminava a passo spedito alla ricerca di Atlas, il sole stava ormai calando e proiettava una luce soffusa all'interno delle mura del castello, trapelando dalle vetrate delle finestre incastonate nelle pareti di pietra.
Proprio attraverso una di queste finestre, notò l'oscuro lago che avevano attraversato in barca il giorno prima. Su una riva abbastanza nascosta troneggiava un imponente arbusto, circondato da macchiette verdastre di prato.

<<È bello vero?>> una voce interruppe la sua contemplazione. Una Corvonero molto più grande di lei era ora al suo fianco, con lo sguardo smarrito nel panorama.
Roxy annuì silenziosamente.
<<Si chiama Lago Nero, molti studenti lo trovano spaventoso, ma io lo considero... intrigante. Chissà quanti segreti nascondono le sue acque scure?>>

La piccola lasciò la ragazza immersa nelle sue riflessioni, pregustando già uno scherzo perfetto che implicava "Maia" e "acqua" nella stessa frase. Sogghignó fra sé, complimentandosi mentalmente per l'idea geniale.

<<Che hai da ridere? Sei così felice di vedermi?>> Atlas comparse davanti a lei, allargando le braccia per accoglierla in una calda stretta.
<<Mi mancavi, ho da dirti così tante cose...>> iniziò a parlare a raffica Roxy.

<<...e poi mi ha beccato a giocare con il rospo di quella bambina, però non ha fatto in tempo a sgridarmi che quell'arrogante si è ritrovato un esserino saltellante tra i capelli!>> esclamò ridendo e contagiando anche l'amico.

Si accorsero di essere usciti all'esterno, e di trovarsi davanti a quell'albero che Roxanne aveva adocchiato poco tempo prima.
<<Non ci arrivo, sono troppo bassa per salirci>> sbuffò.
Atlas scosse la testa dopo un tentativo fallito anche da parte sua, ma non si diede per vinto.
<<Riproveremo finché non saremo grandi abbastanza da toccare quel ramo lassù, quello più in alto>> affermò, ricevendo un mormorio di assenso da parte della bionda.

Non sapevano ancora che ai piedi di quell'albero avrebbero trascorso praticamente tutte le loro avventure, tra magie, amicizie, litigi, segreti celati e pagine di diario.

Proprio quel giorno, dopo aver parlato dell'ennesimo incubo, su quella pagina disegnarono una loro piccola opera d'arte, con Altas che, con la bacchetta sfoderata, lanciava un incantesimo contro il mostro del sogno di Roxy, mentre lei lo incitava e lo aiutava a sua volta.

Sarebbe sempre rimasto il suo protettore, l'avrebbe difesa da ogni male e a tutti i costi.
Se solo avesse saputo che l'unico male da cui avrebbe dovuto difenderla era lui stesso.

𝐃𝐞𝐚𝐫 𝐀𝐭𝐥𝐚𝐬...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora