CAPITOLO VENTISEI

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Jake

Mi svegliai la mattina seguente con un grosso mal di testa, la sera precedente avevo esagerato con le birre. Nell'ultimo anno non avevo dato molto spazio all'alcool, soprattutto perché non avevo amici con cui bere, invece Dean non aveva perso tempo dal posizionarmi davanti agli occhi una cassa di Heineken.
La serata era proseguita tranquillamente, anche se la presenza di Kevin mi rendeva un po' teso.
Non avevo ancora capito bene quali fossero i suoi rapporti con Alex, sapevo che non stavano insieme ma per quanto ne sapevo potevano anche spassarsela a letto insieme e rimanere amici.
Provavo una grandissima fitta di gelosia ogni volta che pensavo a quello, o al fatto che lui avesse potuto prendere il mio posto nella sua vita, che mi avesse rimpiazzato e avesse scelto lui.
Però, riflettei, ero stato via un anno, me ne ero andato di mia spontanea volontà e non potevo pretendere di trovare tutto come lo avevo lasciato.

Ancora in boxer mi avviai in bagno, stropicciandomi gli occhi e andando a sbattere contro lo spigolo del mobile in corridoio, ancora mezzo addormentato.

Dovevo decisamente riprendermi con una doccia prima di andare a lavorare.

Aprii la porta del bagno e strabuzzai gli occhi appena mi resi conto che era occupato da Alex, con solamente un minuscolo asciugamano addosso che le copriva a malapena le cosce. Si stava pettinando i capelli e la stanza era invasa dal vapore.

- Jake! - esclamò, imbarazzata, mentre cercava senza successo di coprirsi più di così.

- Oh cazzo.. Alex! Scusami – mi resi conto solamente in quel momento che anche io mi trovavo in boxer, ma la cosa non mi metteva poi così a disagio. A mettermi realmente a disagio era la sua figura mezza nuda e le sue gambe completamente scoperte che mi fecero ricordare quanto la trovassi attraente, e quanto era stato difficile starle vicino nell'ultimo periodo prima di partire senza saltarle addosso.
Beh, l'avevo fatto poi, ed era quello che aveva rovinato le cose.

Così feci un sospiro e tenni per me qualsiasi pensiero sconcio, voltandomi immediatamente.
- Scusami, non sono più abituato ad avere dei coinquilini. -

- Beh, dovresti imparare nuovamente a bussare, potevo essere nuda. -

"Magari" pensai, scuotendo subito la testa per allontanare quel pensiero.

La verità era che quel piccolo incidente mi aveva riportato esattamente ad un anno prima, quando la sola vicinanza con lei mi mandava in tilt. Come avevo potuto credere di poterci vivere insieme senza conseguenze?
Non potevo fingere che tra di noi non fosse successo nulla e tornare ad essere amici come un tempo, ormai il mio modo di vederla era cambiato e sarebbe stato così per sempre.

- Hai ragione – borbottai – scusami.. torno dopo? -

- Direi – rispose, accigliata.

Uscii dalla stanza senza mai voltarmi indietro, anche se la tentazione era forte, ma decisi di rispettare il suo volere e la lasciai sola, andandomi a mettere qualcosa.
Mentre aspettavo che si liberasse il bagno, iniziai a preparare la colazione.
Avevo già provveduto a comprare una scatola dei miei soliti cereali, così ne versai una grossa quantità in una tazza e ci aggiunsi un po' di latte.

Alex uscì poco dopo, vestita e pronta per la sua giornata. - E' libero, sei vuoi. - proclamò.

Annuii, masticando i cereali. Lei aprì vari sportelli, prima di trovare dei biscotti e sgranocchiarli.
Guardai i miei cereali, ricordandomi di tutte le volte in cui la riprendevo perché tendeva sempre a rubarmeli. Così tante volte le avevo chiesto perché non se li comprasse da sola, ma ogni volta mi rispondeva che "erano i cereali di Jake, comprarli per sé stessa li avrebbe resi meno buoni".

About a kiss.Место, где живут истории. Откройте их для себя