35. Tokio e Rio

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Maya

Ah, Halloween!

I bambini che girano per le case chiedendoti dolcetto o scherzetto, gli adolescenti che organizzano super party nelle loro mega ville con fiumi di alcool, genitori apprensivi che si preoccupano per i figli che passano tutta la notte fuori, la città piena di decorazioni, l'allegria dei più piccoli che si diffonde per le strade...

In quell'anno l'atmosfera di Halloween si sentiva tutta, a Red Hills. Mia sorella Amy era già pronta nel suo costume di vampira, con il cestino per i dolcetti mentre attendeva Jace per andare a prendere i dolci. Si era occupato lui di portarla in giro, visto che la festa della sua confraternita iniziava dopo la mezzanotte. Io, invece, mi stavo preparando per quella a casa di Jamie, insieme ad Hailey, Archie e Chloe. Stavo provando con immensa fatica ad alzare la zip della tuta rossa intera, che porta Tokio durante le rapine in "La Casa di Carta".

Archie stava cercando di tirarla su con pazienza, facendo delle svariate smorfie. «Hai le tette! È troppo stretta.» borbottò.

Hailey – che stava comodamente occupando il mio letto – alzò un sopracciglio. Stava bene nei panni di Stoccolma, ero curiosa di vedere come Jason avrebbe portato le vesti di Denver. «Se non avesse le tette, sarebbe un problema grave.» borbottò, tenendo gli occhi sul telefono.

Chloe ridacchiò, guardandomi attraverso lo specchio. «Non metti la parrucca nera?» chiese, sistemando la sua tuta per fare in modo che aderisse meglio. Lei e Archie erano il Professore e Lisbona, avevamo praticamente fatto la banda.

Annuii, mordicchiando il labbro. «Sì, la metterò. Jamie neanche ci prova a fare i capelli di Rio, dice che non si ci vede.» ridacchiai, alzando le spalle.

«Se tu alzi ancora le spalle, la zip rimane incastrata tra le tette! Dio, perché hai scelto un costume così attillato?» disse Archie disperato.

«Ma se io muoio, oh partigiano, tu mi devi seppellir!» ci voltammo tutti verso Hailey, che alzò le spalle e fece una smorfia. «Stavo solo cantando, che volete.» sussurrò.

Archie aggrottò la fronte, perplesso. «Sì, ad ogni modo... ritirati le tette all'indietro.» disse mettendo la lingua di lato, con fare concentrato.

Boccheggiai, strizzando gli occhi. «Mi spieghi come tiro le tette all'indietro, emerito idiota? Mi stai facendo male!» esclamai, sbuffando.

«È l'unico modo per tirartela su! Vedi di non lamentarti!» esclamò, contrariato.

Assottigliai lo sguardo, guardandolo male. «Vorresti dirmi che sono grassa?» chiesi leggermente infervorata.

Hailey rise, scuotendo la testa. «Perché non c'è musichina di sottofondo in questi casi? Voglio un Beethoven personale che mi suona la quinta sinfonia.» disse divertita.

Jace affacciò il capo dalla porta, ruotando gli occhi. «State ancora lottando con la zip di Maya? Ci penso io, aspettate.» sbuffò, entrando dentro la stanza e spostando Archie. In un colpo secco, la tirò su. Mi fece l'occhiolino e mi guardò per intero, ridacchiando. «Fai attenzione, ti raccomando. Ho detto alla mamma che rimani a dormire da Jamie. All'inizio non voleva ma quando le ho spiegato che rimanete tutti, dopo la festa, ha detto di sì.»

Sorrisi. «Grazie! E papà è d'accordo?» chiesi legando i capelli in uno chignon lento per mettere la parrucca.

Jace annuì, dando un'occhiata al suo telefono. «Diciamo che ha dato a me la responsabilità. Quindi, di conseguenza, tutto quello che succederà stasera avrà ripercussioni su di me. Niente gravidanze indesiderate, per favore.» mi puntò il dito contro, uscendo dalla stanza.

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