VI. Lady Mercy won't be home tonight.

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Non era possibile. Tutto questo non stava succedendo davvero.
Erano solo i contorni vividi di un incubo da cui faticava a svegliarsi.

Troppo vividi.

Il sonno sarebbe stato più clemente, più morbido.

Ed invece, purtroppo, la realtà piombava addosso come un treno ad alta velocità.



*****



-Sei sicuro? Al, io posso restare se vuoi. Posso... Mettere una buona parola con lei, non lo so... Posso aiutarti come vuoi.-

-No. Scorpius, questa è una cosa che devo fare da solo. Io ti ringrazio, per tutto ciò che hai fatto. Ma adesso è il momento di fare ciò ce va fatto.-

È proprio una testa dura. Sarà di famiglia, molto probabilmente.

Rose Weasley... Anche quando non c'è, anche quando il suo nome non viene pronunciato, mi scuote da capo a piedi.

-Va' a risolvere questa cosa.- dice Albus, senza neanche io proferisca parola.

Lui è decisamente il fratello che non ho mai avuto. Ed io sto diventando, decisamente, un rammollito.

Un'ultima pacca sulla spalla, poi sparisce sul retro, diretto a Diagon Alley.

Finisco il mio bicchiere di Ogden, ma ci metto un po' a voler alzarmi.

Con quale pretesto dovrei presentarmi da lei?
Con quale diritto dovrei andare ad importunarla?
È passato molto tempo. Troppo, perché possa avere alcuna pretesa.
E poi non è giusto. Lei non prova niente per me.

Ma devo farlo. Non posso andare via di nuovo, e di nuovo con un peso nel cuore.

Mi alzo, saluto il vecchio Tom, ed esco nella Londra Babbana.






Tutto il discorso che avevo preparato, tutta la dialettica che pensavo di possedere... Tutto quanto scompare di fronte a lei.

Apre la porta, consegnandomi la figura di una perfetta pantofolaia, e nonostante questo non l'ho mai trovata così bella.

Accigliata, come sempre, d'altronde, quando si tratta di me, mi fa cenno di entrare.

Casa sua è sempre un casino, ed è il primo commento idiota a cui do voce.
Sorride, sotto i baffi, ma torna subito seria.

È buffo il modo in cui una persona così piccola possa incutere un timore così grande. Insomma, devo inclinare la testa per guardarla negli occhi.

Ma è uguale. Lei è più grande di me. Lo è sempre stata.
Diamine, se penso a quanto mi sono perso per semplice codardia...

Sono un completo imbecille!

Glielo dico, che sono un idiota. Che non ho niente su cui basare le mie pretese. Che sono solo follemente innamorato di lei da quasi una vita, probabilmente anche da prima che lo ammettessi con qualcuno o con me stesso.

-Fèrmati.- esclama -Basta, non continuare...-

-Rose, ti prego, lasciami finire... Io...-

-Vorrei tanto concederti l'ultima parola Malfoy, anche se non lo faccio mai. Ma questa volta non posso davvero...-

Perché!?

-Rose..-

-Sono incinta.-


*****


L'incubo è così reale. L'incubo non è un incubo. Non lo è più, oramai.

Sta succedendo. Qui, ed ora. La realtà dei fatti è arrivata con tutta la sua splendida crudeltà.


*****



Sì, Scorpius. Siamo due perfetti imbecilli.

Due idioti nel senso più letterale possibile del termine.

Bastava un incantesimo. Bastava un preservativo. Oppure, sarebbe bastato non toccarsi. Non sfiorarsi, non accarezzarsi. Continuare ad ignorarti, come ho fatto tutta la vita.

Nemmeno ce ne siamo accorti.
Nemmeno me ne sono accorta.

Rose, sei una cretina patentata. Che cosa avevi per la testa? Hai per caso quindici anni, dacché non sei riuscita a pensare ad altro se non ai tuoi stupidi ormoni?
Sei proprio una stupida!

Mi guardo bene dall'esprimere tutto questo ad alta voce, devo mantenere la calma.

La sua faccia è alquanto ridicola, in questo momento. Ed è forse per questo, o in preda all'isteria, che scoppio a ridere gettandomi sul divano, diventando ridicola a mia volta.

Ride anche lui, trascinato probabilmente dai neuroni a specchio.

Buffo. I neuroni potevamo metterli a moto quando siamo finiti a letto insieme.

Smetto di ridere.

-Tutto questo non è affatto divertente.- dico, sulle labbra il residuo di una risata che adesso suona lontana e quasi macabra.

-Da quando lo sai?- domanda. Si siede, cauto, accanto a me.

-L'ho scoperto stamattina. Non ho mai avuto un ritardo in tutta la mia vita. E Lily me lo ha confermato. 4 settimane.-

Cala il silenzio.

Non sa che cosa dire, e nemmeno io lo so.

Però non riesco a smettere di guardarlo. Non mi da neanche fastidio averlo intorno. Saranno questi stupidi ormoni, ma la voglia di baciarlo compare nella mia testa improvvisa e inopportuna.

Smettila Rose, è proprio per questo che adesso siete nella merda.

-Mi lasci sempre senza parole, Weasley.- non è ironico, non sta giocando.

È serio come non mai.

Sono seria anch'io.

-Cosa vuoi fare?- chiede.

-È anche tuo...- dico, reprimendo un brivido fortissimo.

-Lo so.- afferma, e non sembra non aver paura di questa consapevolezza -Ma è il tuo corpo... È, prima di tutto, il tuo parere che conta.-

Mi viene da piangere. Non riesco ad impedire che una lacrima scenda giù.

Circondo il mio corpo con le braccia, ma lui le toglie, sostituendole con le sue.

-Andrà bene... Andrà bene, qualsiasi sia la tua decisione.-

E adesso, quella egoista, sono io.

-Non dobbiamo... Io non ti forzerò ad essere ciò che non vuoi... Posso mettere a tacere tutto quello che sento, e non se ne parli più...- dice.

Voglio che tu stia bene: è quello che mi ripete, la mia mano fra le sue.

È così diverso da quel ragazzo che pensavo di conoscere.
Non me lo ricordavo così... Attento.
Così aperto, così coraggioso.

I ruoli si sono invertiti. E quella codarda, quella stupida, adesso sono io.

-Io non lo so, se voglio un figlio.-

Credo che un figlio debba nascere dall'amore.

E tu che cosa provi, allora?

Non lo so. Non so che cosa provo.

Certamente, non mi è indifferente. Tutto quello che si smuove quando lui è qui oppure nel mio raggio d'azione... Non lo so che cos'è.

A prescindere da questo bambino, ora come ora, pensare che potrebbe uscire da quella porta e tornarsene dall'altra parte del mondo, mi intristisce un po'.

È tutto così complicato, contorto. Perché, fino a poco tempo fa, avrei voluto che sparisse dalla mia vita...

Ed è incoerente, da parte mia, pensare adesso che queste mani, tra le sue, stanno veramente bene.























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