Tre.

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"I sentimenti non possono essere ignorati, non importa quanto ingiusti o ingrati possano sembrare."
-Anna Frank

Milano, 4 dicembre 2015.

Erano trascorsi due mesi ed il mio lavoro in azienda procedeva a gonfie vele.
Avevo ricevuto il primo stipendio ed avevo stabilito che ogni mese, il trenta percento di esso, lo avrei investito in banca ed il resto lo avrei utilizzato per qualunque cosa.

Inoltre, il signor Gordon Lefebvre e la moglie Julie erano tornati in Italia per qualche giorno per via di affari e avevano insistito per invitare me e Damiano a cena, che si sarebbe svolta al ristorante "Chez-nous", uno dei più rinomati di Milano.

Ero stata invitata perchè la signora Julie, che si era trovata molto bene con me, dato che parlava solo francese, voleva ringraziarmi ed approfittarne per parlare ancora un po' dell'Italia e delle sue meraviglie.

Inutile dire quanto mi sentissi estremamente fuori luogo a dover accettare, sia per il lusso del locale, sia per l'imbarazzo che mi assaliva al solo pensiero di doverci andare con Damiano.

Già, proprio con lui.

Che cosa mi stava succedendo? Non riuscivo a dare una risposta alle mille domande che mi ponevo.
Fuori dal contesto lavorativo, io e Damiano avevamo un bellissimo rapporto di amicizia, ma quando mi ritrovavo da sola con i miei pensieri, iniziavo a guardarlo da una prospettiva diversa.

Probabilmente sembrava la classica storia della povera impiegata sfigata che finiva per innamorarsi del suo capo, ma io non volevo che andasse a finire in quel modo.

Ai tempi del liceo mi ero innamorata perdutamente di un compagno di classe, che facendomi credere che la cosa fosse reciproca, mi aveva usata per i suoi porci comodi per quattro anni, fin quando non trovai la forza di mandarlo a quel paese.
Anche se in cuor mio, sapevo bene che Damiano fosse sicuramente diverso, noi due non saremmo mai stati nulla se non amici, oltre al rapporto formale sul lavoro.

«Marta, tutto a posto?» mi chiese Antonio, toccandomi una spalla.

«Sì, non ti preoccupare. Stavo solamente riflettendo su alcune cose» risposi, sorridendo per rassicurarlo.

«D'accordo. Comunque semmai avessi qualche problema e ne volessi parlare, sai che puoi contare su di me» disse, tendendomi una mano, per battermi il cinque.

«Grazie, collega» risposi, battendo il cinque.

«Buongiorno bella gente!» disse Anna, facendo irruzione nell'ufficio, con un'ora di ritardo.

«Buongiorno anche a lei, bella addormentata» la prese in giro Antonio, facendomi ridere.

«No guarda, non ti ci mettere anche tu. Non so cosa possa andare peggio di così oggi. Non è suonata la sveglia, non ho fatto colazione, mi sono lavata e vestita in fretta e furia, non mi sono truccata e sono rimasta imbottigliata nel traffico.» rispose lei, sbuffando.

«Se ce la fai a resistere un altro po', appena finisco questo lavoro andiamo al bar. Ho bisogno di un caffè anche io» dissi.

«Sì, ti prego» rispose.

Terminato ciò che stavo facendo, inviai un'e-mail al cliente con tutti i dati ed i recapiti, dopodiché insieme ad Anna e Antonio, scendemmo giù al bar per un caffè.

«Tre caffè, due normali e uno macchiato ed un cornetto integrale, per favore. Grazie» dissi al barista, porgendogli lo scontrino.

«Buongiorno, Marta» disse una voce, mentre stavo sorseggiando il mio caffè amaro.

Trust Me. || Damiano Carrara.Where stories live. Discover now